In questa prima domenica di
Quaresima siamo invitati a presentare al Signore la nostra “cesta che il
sacerdote prenderà dalle nostre mani e deporrà davanti al Suo altare” (dal
Libro del Deuteronomio).
Cosa mai, mi domandavo, dovrei
mettere in questa cesta: del pane?...e Gesù dice “non di solo pane vivrà
l’uomo”; dei soldi?...non risolvono i problemi, anzi…; delle primizie?...ma
sono già di diritto sue; delle “conoscenze” importanti…ma fammi il piacere…; le
buone opere di misericordia della settimana?…un po’ di umiltà non guasterebbe;
e allora?...ecco, riempirò la cesta dei bisogni di tanti, ricchi e poveri, e
aggiungerò un po’ del mio “niente”.
San Paolo nella sua lettera ai
Romani asserisce che con il cuore si crede per ottenere giustizia, ed è bello
pensarlo quando depositerò la cesta. Aggiunge, però, “con la bocca si fa
professione di fede”, cioè si deve avere la forza di testimoniare la fede
davanti agli uomini.
Non è una cosa automatica, prima bisogna vincere sé stessi e poi si potrà pure ritornare dal deserto. I cosi detti “ritiri spirituali”, classici quelli di Avvento e di Quaresima, hanno lo scopo di accompagnarci, appunto, nel deserto della nostra anima a differenza di quello di Gesù che è effettivamente il luogo della preghiera. Infatti, il Vangelo di Luca presenta un Gesù pieno di Spirito Santo, addirittura è Lui che lo spinge nel deserto, e trova come riferimento ultimo il Signore Dio, Padre suo e Padre nostro.
In sintesi è in azione la
Trinità. L’altro protagonista che è in azione è il diavolo: colui che ha
rifiutato il bene, colui che vuole tutto per sé, cose e uomini, perché così lui
si fa dio. C’è un però, siccome non conosce il bene, non può che operare con il
male e la sua arte diventa, allora, la menzogna, per convincere a sé gli
uomini: far loro credere bene ciò che è male, vedere bello ciò che è bruttura,
pensare di essere i migliori, assaporare la ricchezza, la gloria, il dominio, intravedere
una vita solo da godere.
Questi è il grande mentitore, e
quanti ce ne sono in giro, vestiti di tutto punto, ammantati con false
etichette di denominazione di origine controllata da qualche “club”, da qualche
“branco” o da qualche “chiesa”.
Questi è il grande tentatore, e
l’uomo è in sua balia…ma solo fino a quando non entrò nel mondo l’Amore
Potente, talmente potente che passò attraverso l’Incarnazione, cioè scendendo
nell’esistenza umana, assumendone tutte le caratteristiche, tranne il peccato.
L’uomo ha così le indicazioni, le
coordinate per trovare credito, incontrare il Buon Dio..”chi abita al riparo
dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente..” (Salmo).
L’uomo sa che può vincere le
tentazioni: il pane, i regni della terra, la pazienza di Dio, tutto può essere
recuperato se “solo il Signore tuo Dio adorerai, a Lui solo renderai culto…”.
L’uomo sa che è riconosciuto
quale figlio e quindi crede nella sua giustizia, la ottiene e riceve la forza
per farne professione di fede pubblicamente.
Perché la salvezza passa, sì,
dalla Grazia di Dio, ma passa pure dalla corresponsabilità nel vivere la
propria vita a favore del prossimo.
Ci dice il Buon Dio: non ci si
salva da soli, fammi vedere come hai moltiplicato i talenti che con la mia
Grazia hai ricevuto.
E se proprio ritieni di non
riuscire a capire quali siano i tuoi talenti, fa una cosa molto semplice: adora
il tuo Dio, a Lui solo rendi il culto e sarai…educato al bene per il prossimo.
Abbi fiducia in Lui e scoprirai quanto è bello stargli vicino. Qui conoscerai
il bene sommo e, a differenza del diavolo, diventerà il tuo linguaggio e le tue
opere saranno il baluardo contro le insidie del male.
Dt 26,4-10 / Sal 90(91) / Rm 10,8-13 /
Lc 4,1-13
digiemme