XX Domenica T.O.
Anno B
Il
tempo è da vivere, non da subire. Certo, ci condiziona, ci costringe
all’invecchiamento, ci sottomette a delle dolorose perdite. E’ difficile
ricavare da questa condizione una comprensione positiva cui fare riferimento.
Eppure, in questo specifico personale tempo che stiamo vivendo, c’è comunque la
possibilità di un incontro speciale con una Persona, una Presenza che sta lì,
pronta ad intervenire, se lo si vuole e se gli si corrisponde.
L’Apostolo Paolo
ne era ben cosciente se ha scritto:“…fate
molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti, ma da
saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi.” (dalla
Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini)
Quella
Presenza è il Signore che opera nella vita dell’uomo, nel tempo che va oltre il
nostro tempo. Certo, viviamo davvero giorni cattivi. Basta guardarsi attorno,
scorrendo tutte le informazioni, le immagini, i filmati che ci vengono riversati
addosso per capire che siamo forse giunti agli ultimi tempi. Genocidi
conclamati con armi fumanti e con bisturi nei ventri delle madri, documentati i
primi, silenziati i secondi. Guerre sui campi di battaglie a suon di missili
sempre più devastanti, guerre alla famiglia, alle tradizioni, all’identità
della persona, maschio e femmina. Il tutto condito sapientemente da una
manipolazione culturale da lavaggio di cervelli e di coscienze. Di fronte a
queste paurose dinamiche, a questi giorni cattivi, cosa possiamo fare? San
Bruno, il fondatore dei Certosini, scriveva: “non è forse una pessima ed
inutile fatica l’essere tormentati dalla concupiscenza, l’essere
incessantemente afflitti da preoccupazioni ed ansietà, da timore e dolore per
le cose desiderate? Fuggi, dunque, fratello mio, tutte queste inquietudini e
miserie, e passa dalla tempesta di questo mondo al riparo sicuro e quieto del
porto.” Ci sta, ma non a tutti riesce, pur se all’orizzonte rimane sempre il
riparo di quel porto che è Gesù, quella Presenza che possiamo, in ogni tempo,
trovare nella sua Chiesa.
Il suo Corpo Mistico che garantisce, con i
Sacramenti, di protrarre il nostro tempo oltre il tempo perché:“…chi
mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui: Come il
Padre, che ha la vita.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Noi
ci illudiamo, negli anni giovanili e, soprattutto, in quelli maturi di essere
padroni della vita, ma presto ci accorgiamo di quanto vanagloriosi sono i
nostri intendimenti se non riusciamo ad ammettere che l’unico vero Padre della
vita è il Creatore di tutte le cose, visibili ed invisibili. A Lui e solo a Lui
dobbiamo onore e gloria. Con la nostra vita , con il nostro tempo. Il Santo
Papa Giovanni Paolo II confermava tutto ciò quando scriveva che: “lo sguardo
della Chiesa è continuamente rivolto al Signore, presente nel Sacramento
dell’Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso
amore.”
Accostarsi a questo amore non è,
comunque, un semplice adempimento che viene da una religiosità acquisita, ma
necessita di corrispondere con ben precisi comandamenti:“…sta
lontano dal male e fa il bene, cerca e persegui la pace.” (dal Salmo 33)
Sono
imperituri suggerimenti che permettono di cambiare la nostra vita e quella dei
nostri cari, oltre a quella della società in cui siamo inseriti. Una bella e
forte responsabilità. Abbiamo i mezzi per attuarli, in esclusiva, abbiamo
l’immenso amore di Gesù Cristo che chiude al peccato la porta del consenso,
mentre apre le braccia delle virtù che accrescono l’ardore del buon discepolo.
Di modo che:“…abbandonate
l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza.” (dal
Libro dei proverbi)
Con
la fede in Gesù Cristo, nella sua incarnazione che rimane un gran mistero e
tale permane nei tempi, possiamo davvero anche oltrepassare l’intelligenza e
superare quanto possiamo, nel tempo, imparare. La vita ci offre l’effettiva
esperienza che ci conduce, comunque, se davvero vogliamo vivere il tempo, il
nostro tempo, ai piedi di quel Sacramento dell’Altare. Solo così, non saremo
più soli: siamo con Lui e Gesù Cristo è in noi. E’ quanto occorre per andare
oltre il tempo.
Pr 9,1-6 / Sal 33(34) / Ef 5,15-20 / Gv 6,51-58 digiemme