16 agosto 2024

L’USO DEL TEMPO

XX Domenica T.O.
Anno B

Il tempo è da vivere, non da subire. Certo, ci condiziona, ci costringe all’invecchiamento, ci sottomette a delle dolorose perdite. E’ difficile ricavare da questa condizione una comprensione positiva cui fare riferimento. Eppure, in questo specifico personale tempo che stiamo vivendo, c’è comunque la possibilità di un incontro speciale con una Persona, una Presenza che sta lì, pronta ad intervenire, se lo si vuole e se gli si corrisponde.
L’Apostolo Paolo ne era ben cosciente se ha scritto:“…fate molta attenzione al vostro modo di vivere, comportandovi non da stolti, ma da saggi, facendo buon uso del tempo, perché i giorni sono cattivi.” (dalla Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini)
Quella Presenza è il Signore che opera nella vita dell’uomo, nel tempo che va oltre il nostro tempo. Certo, viviamo davvero giorni cattivi. Basta guardarsi attorno, scorrendo tutte le informazioni, le immagini, i filmati che ci vengono riversati addosso per capire che siamo forse giunti agli ultimi tempi. Genocidi conclamati con armi fumanti e con bisturi nei ventri delle madri, documentati i primi, silenziati i secondi. Guerre sui campi di battaglie a suon di missili sempre più devastanti, guerre alla famiglia, alle tradizioni, all’identità della persona, maschio e femmina. Il tutto condito sapientemente da una manipolazione culturale da lavaggio di cervelli e di coscienze. Di fronte a queste paurose dinamiche, a questi giorni cattivi, cosa possiamo fare? San Bruno, il fondatore dei Certosini, scriveva: “non è forse una pessima ed inutile fatica l’essere tormentati dalla concupiscenza, l’essere incessantemente afflitti da preoccupazioni ed ansietà, da timore e dolore per le cose desiderate? Fuggi, dunque, fratello mio, tutte queste inquietudini e miserie, e passa dalla tempesta di questo mondo al riparo sicuro e quieto del porto.” Ci sta, ma non a tutti riesce, pur se all’orizzonte rimane sempre il riparo di quel porto che è Gesù, quella Presenza che possiamo, in ogni tempo, trovare nella sua Chiesa.
Il suo Corpo Mistico che garantisce, con i Sacramenti, di protrarre il nostro tempo oltre il tempo perché:“…chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui: Come il Padre, che ha la vita.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Noi ci illudiamo, negli anni giovanili e, soprattutto, in quelli maturi di essere padroni della vita, ma presto ci accorgiamo di quanto vanagloriosi sono i nostri intendimenti se non riusciamo ad ammettere che l’unico vero Padre della vita è il Creatore di tutte le cose, visibili ed invisibili. A Lui e solo a Lui dobbiamo onore e gloria. Con la nostra vita , con il nostro tempo. Il Santo Papa Giovanni Paolo II  confermava  tutto ciò quando scriveva che: “lo sguardo della Chiesa è continuamente rivolto al Signore, presente nel Sacramento dell’Altare, nel quale essa scopre la piena manifestazione del suo immenso amore.” 
Accostarsi a questo amore non è, comunque, un semplice adempimento che viene da una religiosità acquisita, ma necessita di corrispondere con ben precisi comandamenti:“…sta lontano dal male e fa il bene, cerca e persegui la pace.” (dal Salmo 33)
Sono imperituri suggerimenti che permettono di cambiare la nostra vita e quella dei nostri cari, oltre a quella della società in cui siamo inseriti. Una bella e forte responsabilità. Abbiamo i mezzi per attuarli, in esclusiva, abbiamo l’immenso amore di Gesù Cristo che chiude al peccato la porta del consenso, mentre apre le braccia delle virtù che accrescono l’ardore del buon discepolo.
Di modo che:“…abbandonate l’inesperienza e vivrete, andate diritti per la via dell’intelligenza.” (dal Libro dei proverbi)
Con la fede in Gesù Cristo, nella sua incarnazione che rimane un gran mistero e tale permane nei tempi, possiamo davvero anche oltrepassare l’intelligenza e superare quanto possiamo, nel tempo, imparare. La vita ci offre l’effettiva esperienza che ci conduce, comunque, se davvero vogliamo vivere il tempo, il nostro tempo, ai piedi di quel Sacramento dell’Altare. Solo così, non saremo più soli: siamo con Lui e Gesù Cristo è in noi. E’ quanto occorre per andare oltre il tempo.
Pr 9,1-6 / Sal 33(34) / Ef 5,15-20  / Gv 6,51-58 
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