Decima Domenica T.O.
Anno B
Mi piace moltissimo quest’immagine di Gesù che
si sofferma con lo sguardo su ciascuno di quelli vicini, per dire a quelli lontani,
come noi, che viviamo nel terzo millennio, veniamo considerati: suoi
famigliari, suoi parenti, suoi cari.
“…girando lo sguardo su quelli che erano seduti
accanto a lui, disse: “Ecco mia madre e i miei fratelli. Perché chi fa la
volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre.” (dal Vangelo
secondo Marco)
Certo, occorre fare la volontà del Padre, che
può sintetizzarsi in questo modo: ama! Perché Dio è Amore e tutto quello che ha
creato è scaturito dal suo Spirito d’Amore per tutto ciò che è bello, buono ed
eterno. Non ha creato il male perché in lui non può sussistere. Il male si
manifesta nel mondo solo quando lo si sceglie
, solo quando si intorbidisce il
bene con il rifiuto deliberato dei comandamenti del Buon Dio per vivere al suo
cospetto come figli. Siamo stati creati per Lui, che ci ha modellati e formati,
fin dal grembo di nostra madre. La sua sapienza, la sua bontà, la sua
misericordia sono parte integrante del nostro essere. Se solo volessimo
rivestircene per non fare come i nostri primogeniti, là nel paradiso terrestre,
che non ci arrivarono e vollero forzare la mano.: “…dove sei? Rispose: “ho
udito la tua voce nel giardino, ho avuto paura perché sono nudo e mi sono
nascosto.” (dal Libro della Genesi)
Oggi, non ci si nasconde dietro ad arbusti, ma
nell’isolamento ermetico di porte rinforzate, di finestre a doppi vetri, in
case animate solo dalla televisione accesa 24 ore al giorno. E si fugge, nudi
nel nostro non vivere, spogliati della nostra umanità, da ogni chiamata, da
ogni richiamo che il Buon Dio continuamente invia tramite barlumi di coscienza
che sfavillano di tanto in tanto nella profondità dell’anima. Spesso anche
attraverso prove ed imprevisti che stravolgono la propria vita o quella di
famigliari. Si fa fatica a comprendere, “stiamo dentro ad un mondo che se ne va
e dimentichiamo il tempo che viene. Siamo avidi di attualità, ma non teniamo
conto del giudizio che già viene, non corriamo incontro al Signore che viene.”
(San Pietro Crisologo – Vescovo e Dottore della Chiesa)
C’è da scoraggiarsi? Niente affatto, ciascuno
si metta in gioco personalmente e faccia la sua parte nel discernere tra il
bene e il male, anche San Paolo ci esorta in tal senso:“…per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche
il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore, invece, si rinnova
di giorno in giorno.” (dalla seconda Lettera di San Paolo ai Corinti)
E’ un rinnovo che non conosce il tempo, è
sempre auspicabile, anche un minuto prima del disfacimento definitivo perché
“il nostro fare, finché siamo sulla terra, non ha nulla di diverso da ciò che
fanno gli angeli in cielo. La sola cosa differente è che noi vediamo tutti
questi beni solo con gli occhi della fede.” (San Giovanni Maria Vianney – il
Curato d’Ars)
Questi beni di cui scrive il Curato sono il
nostro piccolo paradiso qui in terra. Piccolo perché circoscritto dai nostri
limiti, fermentati dal peccato, dalle omissioni, dall’indifferenza nei
confronti del prossimo e di Dio. Nonostante tutto il Salmo ci fa dire:“…se
consideri le colpe, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono, così
avremo il tuo timore.” (dal Salmo 129-130)
Con il perdono in tasca e con quel giusto
timore di chi è sempre debitore non dovremmo avere paura al punto di andare a
nasconderci perché “Dio è così buono che non chiede nulla in cambio dei suoi
benefici: gli basta essere amato.” (San Basilio – Vescovo e dottore della
chiesa)
Dio è così buono che non smette di volgere il
suo sguardo su di noi. Stiamo seduti accanto a Lui, a Messa, all’Adorazione e
ci sono buone possibilità che anche noi si possa essere considerati suoi cari,
suoi figli.
Gn 3,9-15 / Sal 129(130) / 2Cor 4,13—5,1 / Mc,
3,20-35
digiemme