LA VOCE DEL CUORE

Domenica, 1 gennaio 2023
Maria Santissima Madre di Dio

Chiudo gli occhi, il capo chino sulle letture, ed è come se sorvolassi i casolari, le catapecchie, gli ovili di quei sperduti pastori che si apprestavano alla notte, là attorno a Betlemme, stanchi, sporchi, pochi ruvidi movimenti per sistemarsi dopo aver accudito il loro “piccolo gregge”.
E mi domando come potevano essere gli stessi che:“…dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupivano delle cose dette loro dai pastori.” (dal Vangelo secondo Luca)
Com’era possibile che degli analfabeti, dei semplici, dei disincantati, potessero, senza alcuna istruzione, diremmo oggi senza catechismo, dopo essersi inginocchiati davanti ad un Bambinello, trasformarsi in araldi del Signore? Devo dedurre che in loro vi fosse connaturata una concezione di speranza tale da non ingannare chi sperimenta intimamente l’amore di Dio e lo irradia, automaticamente, intorno a sé, grazie all’azione dello Spirito Santo, che lo diffonde nel suo cuore. Al punto che diventa voce. Solo più avanti si sentirà la voce di Giovanni che grida nel deserto.

E pensare che allora non c’era ancora il dono del Battesimo, ma sappiamo bene che lo Spirito soffia ed opera come vuole. In ogni caso, anche se erano in piccoli numeri, con “piccolo gregge” e pure in situazione di precarietà, non ebbero paura e si lasciarono fare. C’era in loro, in certa misura, un’attitudine a vedere Dio.
San Gregorio Nisseno scriveva che “chi ti ha formato ha deposto nel tuo essere un’immensa forza. Dio, creandoti, ha richiuso in te le ombre della sua bontà, come s’imprime il disegno di un sigillo nella cera.”
Richiudo gli occhi, e quelle voci, come eco, rimandano a quei pastori che stanno nei loro palazzi vescovili, preoccupati, isolati, senza neppure un “piccolo gregge” cui aggrapparsi nella speranza di invertire l’andamento di abbandono della pratica religiosa della gente. Pochi si discostano da questa realtà, ma sono allontanati, ostacolati, non demordono, però, e vanno, con il loro “piccolo gregge” davanti al Bambinello, ritrovando sollievo, conforto e speranza come nel salmo:“…ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra.” (dal Salmo 66)
Secondo l’Epistola, detta di Barnaba, esistono due vie di dottrina e di azione: quella della luce e quella delle tenebre. Se accettiamo la benedizione di Dio siamo in quella della luce dove “amerai colui che ti ha creato, temerai colui che ti ha formato, sarai semplice di cuore e ricco di spirito, non ti chiederai cosa il domani riserva. Non invocherai invano il nome del Signore, amerai il prossimo più che la tua vita. Non praticherai l’aborto e non farai morire il neonato. Accoglierai gli eventi della tua vita come beni, sapendo che nulla arriva se non da Dio.”
Badare bene, questa è una lettera che circolava già fra i cristiani intorno ai 130dc. C’è, quindi, la consapevolezza che il nostro Signore è il Dio che ci è Padre perché:“…ti benedica il Signore e ti custodisca.” (dal Libro dei Numeri)“…quindi non sei più schiavo, ma figlio e, se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio.” (dalla Lettera di San Paolo ai Galati)
Chi ti assicura la sua custodia se non colui che ci ama creandoci? Non ci crea, però, come polli da batteria, ci affida alla mamma, che ci custodisce in prima ed unica persona per nove mesi. Ecco perché siamo anche eredi del Regno promesso, soprattutto perché la Madre di Dio si è fatta custode per nove mesi del suo Figlio e:“…Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.” (dal Vangelo secondo Luca).
Quella giovane sposa promessa a Giuseppe con il suo “Sì” ha aperto il suo cuore all’evento che ha salvato l’umanità, che ci permette di sottrarci alle tenebre. Dal suo cuore si sprigiona quella luce che viene dal Bambinello. Lei vorrebbe trattenerla, è il mistero d’amore, ma non può esimersi dall’espanderla al mondo, ai suoi figli, cioè tutti noi, come si evince dalle sue apparizioni. La sua voce del cuore è molto semplice perché sta in ascolto della Parola, la medita, l’annuncia, la pratica. Con il suo aiuto, possiamo farlo anche noi.

Nm 6,22-27 / Sal 66(67) / Gal 4,4-7 / Lc 2,16-21
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