XXVIIa Domenica T.O.Anno C

L’INQUILINO NASCOSTO


Fin da bambino, quando partecipavo ad una festa per il Battesimo di qualche neonato, figlio di amici di famiglia o parenti, sentivo commenti che sottolineavano l’importanza del Battesimo per quel piccolo. Anche se, in realtà, i suoi famigliari erano, forse, solo credenti non osservanti. Poi, con il catechismo che mi portava alla Santa Comunione prima e alla Cresima successivamente, cominciai ad intuire che il tutto era giustificato, per quei famigliari e anche per me, da una inconscia consapevolezza che tutti questi sacramentali garantivano, e garantiscono, la presenza di quel dono inestimabile di cui parla San Paolo: “… prendi come modello i sani insegnamenti che hai udito da me con la fede e l’amore, che sono in Cristo Gesù. Custodisci mediante lo Spirito Santo che abita in noi, il bene prezioso che ti è stato affidato.” (dalla seconda lettera a Timoteo)
Ecco chi abbiamo come inquilino in noi, lo Spirito Santo, non male!

I nostri genitori, forse ignoranti, ma tradizionalisti, non dubitavano che quei Battesimi a pochi giorni dalla nascita fossero così importanti. Nel terzo millennio, invece, i nuovi genitori lasciano passare il tempo, ci devono pensare e ripensare e i loro figli crescono da soli, così, senz’anima. Solo ora capisco la cosa buona che avvenne in me e in tutti quelli che sono nati e cresciuti con questa presenza.
Santa Elisabetta della Trinità ha lasciato scritto che:  “… quest’anima si radica sempre più profondamente in colui che ama con ogni movimento, aspirazione, come con ogni atto, per quanto ordinario sia. In lei tutto rende omaggio a Dio tre volte santo, ella è per così dire un “Sanctus” perpetuo, una lode di gloria incessante.”
Quando acclamiamo il “Santo” durante la Messa tutto cambia, allora, perché possiamo farlo forti della nostra vita, invitati a: “… entrate: prostrati, adoriamo in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.” (dal Salmo)
Una mamma sa quanto impegno è necessario per mettere al mondo un figlio e allo stesso tempo sa che quel figlio, generato in lei, non cresce da solo perché, come dice il salmo, è il Signore che ci ha fatti e ci dona tutti gli strumenti necessari per crescere e poterlo conoscere al fine di godere del suo infinito amore. Però, come ben sappiamo, in noi cresce contemporaneamente il libero arbitrio e succede che:“… ecco, soccombe colui che non ha un animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede.” (dal libro del profeta Abacuc)
Sappiamo pure che di gente con animo poco retto ce n’è a bizzeffe e la fanno da padrone. Hanno, inoltre dalla loro, colui che ha rifiutato fin dal principio proprio quella Presenza cui dovevano servizio e fedeltà.
Motivo per cui tenta e spinge il mondo verso il suo baratro, ma scriveva il diacono Sant’Efrem:  “il mondo è come la notte: ha bisogno della luce dei giusti.”
Queste parole le conosciamo bene, siamo della generazione scaturita dalla notte più buia del XX secolo, che si sta replicando in questo inizio di nuovo millennio, addirittura, con il trans-umanesimo, in modo peggiore. Quindi, occorrono altri giusti, altri discepoli di Cristo. Bisogna spendersi, in ogni situazione, per instaurare il Regno di Dio, presente in noi, nei nostri cuori, per rimanere in Lui, nella pace. Ma: “… quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare.” (dal Vangelo secondo Luca)
In verità il servo inutile è quello che ha nascosto il talento che gli era stato consegnato. Che, sostanzialmente, vive solo per sé, che pensa solo ai cosiddetti propri affari.
Ma il Padrone non smette di inviare operai in ogni tempo per coltivare la sua vigna. In ogni tempo ed in ogni ora, anche in questo preciso momento. Ci riguarda, occorre solo la docilità alla presenza dell’inquilino, per mettere mano ai comandi di Gesù Cristo, se davvero vorremo essere suoi discepoli.

Ab 1,2-3;2,2-4 / Sal 94(95) / 1Tm 1,6-8.13-14 / Lc 17,5-10
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