Prima domenica di
Quaresima (Anno A)
Avete presente i fiori così detti “dente del
leone” ? Quante volte sarà successo anche a voi di soffiarci sopra e guardare
volare via i suoi peduncoli. Se poi c’era un qualche venticello, l’effetto era
stupendo. Mi piaceva, da bambino, era come se si liberasse la gioia. Ecco,
proviamo allora a rileggere:
“…Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e
soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente.”
(dal Libro della Genesi)
Dio soffiò e liberò l’uomo affinché potesse
vivere nella gioia. Infatti lo mise nell’Eden e lo fece maschio e femmina, a
sua immagine, perché, insieme, fossero protagonisti della vita che si spiegava
davanti a loro. Con loro, fin dal principio, si perpetua la vita come un dono,
al punto che così avviene fin dal concepimento: un alito di vita, un soffio,
appunto, che consacra un nuovo essere vivente.
La prima parola che incontriamo nella Bibbia
è “Principio”. Scritta in ebraico, la prima lettera assomiglia alla nostra C
maiuscola. La C è una lettera chiusa su tutti i lati, ma aperta davanti. Ciò
sottolinea la natura dell’atto creatore di Dio: tutto è aperto, tutto è
possibile, davanti all’uomo, anche la scelta, la libertà, fra il bene e il
male. Come sappiamo, come ben capiamo, il tempo dell’eden finì con l’astuzia
del tentatore ed il cuore dell’uomo si ottenebrò spingendolo verso il peccato,
verso le grinfie del male. Dio, come un Padre, però, non lo abbandona e gli
offre un’alleanza:
“…crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova
in me uno spirito saldo” (dal Salmo)
E’ come dire, usando una preghiera di
Averardo Dini: “non ha senso vivere, devo sapere perché, non ha senso amare,
devo sapere chi, non ha senso camminare, devo sapere per dove, non ha senso
fare, devo sapere cosa.”
Ecco che ci viene, perciò, in soccorso la
Grazia, come ben ci viene ricordato da San Paolo: “…la grazia di Dio e il dono
concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su
tutti.” (dalla Lettera ai Romani)
Ciò ci permette di cambiare registro,
soprattutto abbiamo un testimone cui affidarci per combattere il tentatore. “…il tentatore gli si avvicinò e gli disse:
“se tu sei figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino
pane.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Non si vive di solo pane, come a dire, non si
vive di solo mondo che ti ammalia con il denaro, il successo, la bella vita, il
potere, l’essere sempre in forma, il godere, il piacere, il tutto come se Dio
non esistesse più. Eppure non occorre essere un genio per capire che tutto
quanto ci circonda non può essere frutto del caso, tutto il bello e lo
stupefacente è tale perché c’è l’impronta della sostanza di Dio, cioè l’amore.
Da qui nasce quel soffio di vita che fonda il concetto di persona, che ha
diritti, che ama da subito e soprattutto che è portatore a sua volta di
libertà. Persona è libertà è quel binomio che ha permesso al cristianesimo di
costruire una società dove ogni uomo potesse trovare sbocco alla sua dignità,
dove l’indisponibilità della sua vita fosse il caposaldo di ogni civiltà. E si
costruì la civiltà cristiana. Ma il tentatore riuscì allora, e riesce oggi ed
in tutti i modi trova i modi per “…non sposarti, vai a convivere, potrai
cogliere dall’albero quanto vuoi e per il tempo che vuoi…”, “…rifiuta la
grammatica della natura maschio/femmina, inventa nuovi generi, non procreare,
produci un bambino…” e quanti ci cascano! Anche chi fa le leggi. C’è, però, la
Legge di Dio e noi ci atterremo a quanto sta scritto: “Il Signore, Dio tuo,
adorerai: a lui solo renderai culto”. Questa quaresima sia l’occasione buona,
nonostante tutto, per iniziare a riscoprire le cose belle della vita, come
quella di soffiare su un fiore e ritornare bambini.
Gen
2,7-9;3,1-7 / Sal 50(51) / Rm 5,12-19 / Mt 4,1-11
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