IL POTERE DELLA MORTE


Presentazione del Signore
Oggi ho conosciuto un signore, che con le sue osservazioni sul destino di ogni uomo, ha messo in evidenza come la maggior parte dell’umanità sia ridotta in schiavitù. Il paradosso è che, a differenza di altre epoche, non se ne ha coscienza. E’ una condizione voluta e sostenuta da pochi nel mondo che per desiderio di potere e di denaro accentrano il dominio dell’uomo sull’uomo. Ciò comporta che il male deve avere il sopravvento sul bene e che la libertà risulti solo enunciata, ma di fatto incanalata su precisi standard che ricalcano ciò che è voluto e permesso. Chi si oppone a questa logica che è sostanzialmente di morte, diventa automaticamente segno di contraddizione. E’ perciò pericoloso: “…ecco egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione.” (dal Vangelo secondo Luca)

E’ significativo che il Vangelo riporti non la risurrezione di Israele, ma “di molti”, cioè non di tutto il popolo eletto. Infatti, nonostante una grande moltitudine di gente seguisse e cercasse Gesù nei suoi tre anni di missione, alla fine furono astutamente manipolati da pochi al punto da provocarne la condanna. Però fecero i conti senza l’oste se possiamo leggere dalla Lettera agli Ebrei: “…Cristo riduce all’impotenza mediante la sua morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita.”
Vedete quanto è attuale la condizione di quella schiavitù. Si vive come se non esistesse un’altra vita, quella eterna, motivo per cui bisogna mettersi in gioco fin da questa terrena. Sembra che non interessi ciò che avverrà dopo la morte fisica e tutto tende a convincerti che l’importante è il qui e l’adesso. Perciò è necessario sdoganare ciò che il cristianesimo ha proposto felicemente nel corso dei secoli, per riportare la gente a vivere secondo i principi del mondo (e degli inferi). Ma quando anche solo un cristiano ritorna alla radicalità del Vangelo, alla verità di Cristo, blocca il meccanismo. Un cristiano che sia veramente tale, è semplice, ma non stupido, infatti, non abortisce (a proposito partecipiamo con gioia all’annuale Giornata per la Vita), non divorzia, non presta soldi ad usura, non è un adultero, non pratica l’eutanasia, non si ubriaca, non si droga, non è un buonista, non va a Messa la domenica e poi, quando si impegna nel sociale, sostiene certe idee politiche il cui manifesto è la totale negazione dell’eternità, della trascendenza, del progetto di Dio sull’uomo.
Ecco, un cristiano così non è inquadrabile perché è sempre al seguito di Gesù Cristo e sempre sostenuto, in forza del Battesimo, dallo Spirito Santo, motivo per cui nulla può scalfirlo:
“…allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani.” (dal Libro del profeta Malachia)
Allora la testimonianza della Chiesa di oggi sarà gradita a Dio ed è ciò che conta, non tanto l’essere graditi al mondo. Piacere al mondo che sia lasciato ad altri, la Chiesa torni a piacere a Dio, con la predicazione che salvi le anime, che converta, con una liturgia che sia rivolta alla sua Gloria, con una partecipazione che sia condivisione per le necessità dei fratelli in povertà o in difficoltà sociali. Si fa ancora in tempo, ci è data la grazia, accompagniamo i nostri figli all’incontro con il Signore, di modo che possiamo veramente pregare:
“…ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.” (dal Salmo 23)
Nell’impegno personale per cercare il volto del Signore, di nostro Dio Padre, troveremo pace e consolazione, troveremo serenità e condivisione, ci troveremo nella casa del Signore fin da adesso. Ma soprattutto, saremo immuni dal potere della morte.
Ml 3,1-4 / Sal 23(24) / Eb 2,14-18 / Lc 2,22-40
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