Ormai ci abbiamo preso gusto e alle 5.45 siamo già sul cavalcavia che supera la
superstrada Burgos-Leon, pronti a lasciare il paese di Calzada nel buio della
notte. Non come ladri, ma come viandanti speranzosi di un’altra giornata felice.
Riprendere il sentiero non è stato facile a causa di un cantiere stradale, uno
dei tanti di questa Spagna in perenne fermento elettorale. Il nostro passaggio
ha svegliato di soprassalto un operaio che se la dormiva di grosso dietro a dei
cartelli e anche noi ci siamo un po’ spaventati, quasi mettendo le ali per
allontanarci il più presto possibile da quella gimcana edile.
Per certi versi ci ha fatto anche bene, perché il passo che abbiamo intrapreso è
risultato veramente sostenuto e, in men che non si dica, ci siamo ritrovati al
paese successivo, Bercianos Del Real Camino, per una sostanziosa colazione.
Bercianos è un bel paesino rurale che ha la fortuna di stare sulla traiettoria
del cammino e quando rimane alle spalle si perde nel paesaggio tipico della
nostra pianura lomellina dove la linea visiva svanisce nella fosca e quiete vita
dei filari, dei campi, dei canaletti, delle strade che vanno all’infinito.
E’ in questo quadro che incontreremo il secondo paese della giornata, El Burgo
Ranero, proprio un borgo, e dopotutto con un nome così che ci si poteva
aspettare? Però è piacevole attraversarlo: un’occhiata al rifugio Domenico Laffi
(uno storico, un personaggio del XVII secolo, uno dei primi ad aver steso una
guida per il pellegrino a Santiago), e una buona sosta di riposo prima della
mazzata finale. Infatti, appena dopo aver osservato gli acquitrini che
circondano El Burgo, guardiamo avanti a noi gli oltre 13 chilometri di niente
che ci dividono dal nostro arrivo tappa.
Il sentiero è parallelo ad una strada asfaltata, una provinciale poco
trafficata, è ben in sicurezza e c’è pure apposita pista per i pellegrini
ciclisti, per cui non siamo costretti ad ogni loro avvicinamento a spostarci al
grido dei loro “ola”. Com’era prevedibile il sole è ormai quasi al suo apice e
gli strenui alberelli piantati lungo tutta questa via sono ancora, appunto, dei
mini platani, per ora, e non danno ombra degna di sollievo.
Nel frattempo la vescica sul tallone della Mariella ha ripreso a fare male. Un
fazzoletto, ben fissato sotto, attenua il fastidio ed il passo ritorna ad essere
veloce. Quasi ce ne meravigliamo, superiamo, noi, altri pellegrini, andiamo via
spediti, appaiati (c’è lo spazio), parliamo delle nostre cose, della nostra
storia, degli anni trascorsi insieme, dei nostri figli, delle speranze per il
futuro e…cominciamo a cantare. Abbiamo fatto quasi tutto il repertorio del
Gruppo Giovanile Immacolata e qualche altro canto profano tipo De Andrè,
Morandi, Battisti, Dalla…E’ stato bellissimo. Così cantando, di colpo appare la
ferrovia, segnale che siamo quasi arrivati e, contenti e sudati, senza voce e
ridenti, alle 12.45 entriamo in Reliegos.
Il rifugio comunale, ricavato nell’ex scuola del paese, è già aperto: siamo i
primi a registrarci, ci scegliamo i posti migliori e inauguriamo il servizio
doccia di quel giorno.
Il paese è piccolo, con due bar che si contendono la bella e buona vita della
gente del posto e dei pellegrini e anche noi ne approfittiamo per un buon
pranzo. Quando rientriamo per il riposino pomeridiano, troviamo la coppia di
orientali che avevano dormito sul letto a castello sopra di noi a Calzadilla,
dove avevamo perso il nostro sacchetto farmaceutico. Speranzosi che l’avessero
con loro, ancora una volta, però, non siamo riusciti a far loro spiccicare una
parola e neppure un cenno di avvenuta comprensione della nostra richiesta.
Pazienza. In compenso era arrivato anche il gruppo di amici spagnoli che,
partiti anche loro abbastanza presto da Calzada, hanno invece optato per una
variante che, pur allungando il tragitto, permette di ritrovare l’antica via
romana (la Traiana che univa Burgos ad Astorga), attraverso il paese di
Calzadilla De Los Hermanillos.
La loro compagnia rende piacevole il resto della giornata che trascorre pigra
fra le sonnolente e accaldate vie in attesa della cena. Del resto, ci consoliamo
pensando che domani sera potremo fare “baldoria” in quel di Leon: è quanto ci
basta per una buona notte.