..prima di formarti nel grembo materno ... |
Prima non c’ero, dov’ero, per chi
ero…:considerazioni che possono suscitare, in ciascuno, almeno una volta nella
vita, un rimuginare fra sé e sé. C’è chi se ne va, alzando le spalle, - tanto non
serve, l’importante è che ci sono, del resto non m’importa niente - , altri
s’incaponiscono e cercano filosofie e risposte sul senso della propria vita.
Eppure basta sfogliare la Bibbia e…trovarci l’inizio del nostro tutto. Siamo
conosciuti da sempre, prima che cominciassimo a formarci nel grembo di nostra
madre (Salmo), addirittura siamo consacrati, cioè abbiamo in noi l’imprimatur
di Dio Padre come figli che sono la sua gioia.
Prima che io fossi…, il Buon Dio
poteva benissimo decidere che spuntassi davvero sotto un cavolo, oppure che
venissi portato dalla cicogna o catapultato a caso, dove capita, capita, e,
invece no, Geremia scrive…”prima di formarti nel grembo materno…” e il Salmo
ripete…”su di te mi appoggiai fin dal grembo materno…”.
Ci sarà pure un motivo, una
causa: quello è il luogo, avrà pensato il Creatore, più sicuro dove iniziare a
vivere, dove crescere in sicurezza, perché …quale madre farebbe mai del male a
suo figlio? E’ stato certamente messo in conto tutto: le difficoltà, i
problemi, gli abbandoni, ma anche qualora ci fossero tutte queste cose, non
mancheranno mai la fiducia in Lui e il suo sostegno, che passano attraverso la
carità di quanti ne professano la fede.
Alcuni giorni fa, una persona a
cui avevo spiegato il significato del servizio del Centro di Aiuto alla Vita,
mi aveva rimbeccato che sbagliavamo a spingere le donne a non abortire perché è
un loro diritto e perché, se ci sono difficoltà ad accettare il figlio è meglio
procedere subito che farlo nascere e fargli vivere una vita di stenti, sia per
lui che per quelli che gli stanno attorno. Ragionamento da far cadere le
braccia, senza però desistere dal fargli notare che là dove non può la madre,
può arrivarci lui, io, chiunque, e pure la società, perché quel bimbo ha il suo
medesimo diritto di vivere che gli viene dalla dignità di essere umano. Fine
del discorso. Ci siamo lasciati con “amici come prima”, anzi “più di prima”.
Può darsi, vedremo, intanto è emerso che quell’aiuto che tutti dobbiamo mettere
in pista per superare i problemi di qualsiasi gravidanza difficile e per
accogliere ogni vita, senza se e senza ma, fondamentalmente è la famosa
“carità” di cui parla S. Paolo nella sua lettera ai Corinti. E’ ora di
cominciare a ragionare non più da bambino, insiste Paolo, ma da adulto.
Sapendo e accettando anche le
difficoltà che ciò comporta, soprattutto in casa propria.
E’ il Vangelo di Luca che lo
sottolinea…”nessun profeta è ben accetto in patria…”.
E termina, il brano evangelico di
oggi…”ma egli passando in mezzo a loro, si mise in cammino.”
... passando in mezzo a loro ..... |
Dalla delusione si passi
all’entusiasmo, dalla sfiducia si tragga la determinazione di essere nella
verità, dallo sconforto si esca con la preghiera, certi che “dove due o più” vi
credono, quella troverà soddisfazione in Colui che non si è ancora stancato
dell’uomo. Perché anche oggi un figlio dell’uomo, il bambino che la nostra
vicina di casa aspetta, ha visto la luce.
Ger 1,4-5.17-19 / Sal 70(71) /
1Cor 12,31-13,13 / Lc 4,21-30
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