LA GIOIA DEL MATRIMONIO



“…come un giovane sposa una vergine …, come gioisce lo sposo per la sposa…(Isaia), allo stesso modo tutti gioiscono partecipando al matrimonio di Cana e a tutti i successivi. Basterebbero solo questi flash per capire che quanto si vorrebbe approvare nel Senato della Repubblica a fine mese, il nefasto ddl Cirinnà, sia un’offesa, oltre che al buon senso, anche al buon Dio.
Per rispetto alla Parola, non entro nelle polemiche che quella proposta politica sta alimentando, ma registro l’insipienza di chi dovrebbe testimoniare coerenza e responsabilità e che, invece, per meri interessi di bottega, collabora alla distruzione della società, a beneficio di una dittatura onusiana che sta ormai strangolando l’umanità in uno spettro di tristi uomini al servizio, in schiavitù, di pochi gaudenti omuncoli.
Se nessuno più porterà offerte, se nessuno più entrerà nei suoi atri, se nessuno più si prostrerà nel suo atrio santo (Salmo), sicuri che il nostro Dio più non gioirà per noi. Senza questa gioia nulla serve, tutto si oscurerà e il Giudizio divino non mancherà di manifestare ai tanti il castigo, ai pochi la sua benedizione affinché godano del suo Regno. Non possiamo, infatti, dimenticare che uno solo è il Signore. A tutti concede carismi e doni (San Paolo), ma certo lo Spirito unisce e sprigiona ministeri cui ciascuno deve accettare di assumersene il peso, per il bene proprio, nostro e di tutta la Santa Chiesa.
Quando si tradiscono questi ministeri lo scandalo e lo sconcerto sono enormi. La confusione regna sovrana e questo spiega la povertà di offerte e di frequentazione dei suoi atri, cioè della partecipazione alla vita della Chiesa che sta subendo una desertificazione senza precedenti nella sua storia bimillenaria. Una storia che è cominciata con Maria, la Madre di Dio e Madre della Chiesa, storia che si è sviluppata sempre con la sua presenza costante e vigile, in un mistico rosario di interventi presso il suo Figlio per la gioia della sua Sposa, la Chiesa, sempre bisognosa di grazie e misericordia.
Così come lo è stato in quel matrimonio di Cana, dove con semplice determinazione…dice ai servitori “qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Giovanni). Ecco, allora la traccia che dobbiamo ricercare, fare unicamente e solo la sua Volontà. A Lui solo obbedire, e a nessun altro. Questo è lo stile con cui interpretare i ministeri. E’ un concetto elementare perché non si tratta di fare approfondita ecclesiologia, bensì di rispondere, ancora una volta, ai bisogni di chi ci sta attorno, con l’ascolto della Parola. Piaccia o non piaccia, è questo il criterio: sono servo inutile, non sono il primario, sono pronto a spostare giare, riempirle d’acqua, senza capirne il motivo, e restare nell’ombra quando la gioia esplode per un matrimonio consacrato dalla sua Presenza.
Da questo primo passaggio di Gesù per le strade dell’umanità del tempo, che è anche quello di oggi, si ricava la consapevolezza che solo dall’unione di un uomo e di una donna  scocca la scintilla dell’amore che si rinnova nel dono di una vita. Da qui, il figlio è chiamato a tramandare, nel tempo, che è anche quello di oggi, la fede nel Signore. Se perdiamo questa certezza, chi potrà per i figli dei nostri figli riconoscerlo ancora? Se perdiamo il matrimonio, se sfasciamo la famiglia, oltre alla fede dove mai troveremo la gioia? Per ora non ci rimane che offrire un’ “ora di guardia”, un’ora di preghiere per fare la nostra parte e fermare la deriva politica di fine mese. 
Basta andare sul sito www.unoradiguardia.it e prenotare la propria ora.
Is 62,1-5 / Sal 95(96) / 1Cor 12,4-11 / Gv 2,1-11

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