L'ACQUA E IL FUOCO

Culla per la Vita - Giaveno(To)

Siamo esortati a non lasciarci cadere le braccia dal profeta Sofonia, eppure quando la delusione è cocente, quando lo sconforto è pressoché costante, è cosa umana lasciarsi andare. Chiudersi a riccio diventa una conseguenza, nonostante l’invito a “non temere”.
Come si fa ad essere sempre lieti (Paolo ai filippesi) guardando al panorama che ci circonda: un mondo in mano a parassiti, una Chiesa quasi senza Cristo, una giustizia che si scioglie nella “misericordia”, la famiglia, quella fondata sul Matrimonio tra un uomo e una donna, che si è ormai sciolta, valori che sono sempre più negoziabili in una morale liquida che più relativa non si può; ecco, come si può essere lieti?

Volgendo lo sguardo ai giorni di questa settimana, devo, comunque, dire che una nota positiva l’ho vissuta. Martedì 8 dicembre, giorno della festa in onore di Maria B.V. Immacolata, a parte l’increscioso e blasfemo spettacolo serale sulla facciata della Basilica di San Pietro in Roma, ho partecipato all’inaugurazione di una “Culla per la vita” in quel di Giaveno, cittadina  all’ingresso della Val di Susa. Per chi non lo sapesse, questa moderna “Ruota degli esposti” (è la cinquantesima in Italia) serve per riaffermare il diritto alla vita, contro l’uccisione e l’abbandono di esseri umani (innocenti) nel grembo materno (con l’aborto volontario) e/o nei cassonetti o discariche d’immondizia. E’, quindi, un’iniziativa che va conosciuta, apprezzata e sostenuta.
Culla per la Vita - Giaveno(To)
Ebbene, a Giaveno, la “culla” è stata posizionata su un muretto di cinta di una abitazione privata quasi di fronte all’ospedale, in luogo protetto ed appartato.  Siccome il fabbricato è antico, si è dovuto richiedere il permesso alla Sovrintendenza ai beni culturali e dopo alcune valutazioni, si è deciso di operare su una nicchia del muretto, dove i muratori nello spaccare per il posizionamento della “culla”, hanno rinvenuto, incastonata, in quel preciso punto della cinta, un’acquasantiera. Come ci sia capitata lì, non si sa, ma è pur significativo che un oggetto come quello, contenitore di acqua santa, quale segno di appartenenza a Cristo e, quindi, alla Chiesa, sia la base per proclamare che il diritto alla vita è, ! sì !, proprio non negoziabile.
Il Salmo di oggi dice di “attingere acqua alle sorgenti della salvezza”, cosa che facciamo ogni volta che intingiamo le dita, appunto, in una acquasantiera, per segnarci nel nome della Santissima Trinità e della Croce di Cristo.
Questo fatto della “culla per la vita” di Giaveno mi conferma, allora, che ogni volta che tentenniamo nella difesa del diritto alla vita, tentenniamo nei confronti di Dio, nostro Padre, “Creatore e Amante della vita”.
Ora il Vangelo di Luca ci rammenta che siamo popolo in attesa, presentandoci la figura di Giovanni Battista che “urla” che il suo battesimo non è più sufficiente. Non più solo con acqua che, se vogliamo, poi scivola via sulla nostra scorza impermeabilizzata, ma pure,  con il fuoco che ci marca con lo Spirito Santo che non ci lascerà più.
Ma dove esiste un Dio che è pronto ad alleggerirci del peccato d’origine che abbiamo nel nostro dna, nei nostri geni?
Culla per la Vita - Giaveno(To)
Un marchio che riemergerà ogni qual volta lo vorremo, come quando andiamo a vedere il marchio della vaccinazione sul braccio. Insomma, lo Spirito Santo è sempre dentro di noi, in quanto battezzati, possiamo ignorarlo, ma non sbattezzarci come tanti addirittura richiedono.
Attingiamo, quindi, all’acqua, non quella del pozzo samaritano, andiamo alla sorgente, quella d’acqua viva, che è Gesù stesso.
Acqua e fuoco sono, così, messi insieme: sembra un assurdo perché l’acqua spegne il fuoco, e il fuoco senza l’acqua devasterebbe e basta, mentre, invece scalda, spinge, non si esaurisce, travolge il marciume, riduce in cenere la paglia.
L’acqua, Gesù Cristo, il fuoco, lo Spirito Santo, insieme, temprano le nostre braccia, le rendono forti e pronte ad alzarsi, (rimboccarsi le maniche), per essere riconosciuti come veri figli di Dio Padre.
Sof 3,14-17 / Sal Is 12,2-6 / Fil 4,4-7 / Lc 3,10-18

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