DIARIO DI UN PELLEGRINO: IN PARTENZA....ZAINO IN SPALLA E…VIA

In realtà di zaino in spalla nel vero senso della parola, quel giorno, il 5 agosto 2007, manco a parlarne. Si sa, l’aspirazione massima per un pellegrino è d’iniziare il suo cammino dalla porta di casa, ma non è così quasi mai. Infatti, anche noi, e pure negli anni a venire, mani sul volante…e via.
Per arrivare ai piedi dei Pirenei, a Saint Jean Pied de Port, singolare paese basco, crocevia del “Cammino Francese”. Così è, infatti, chiamato il percorso, il più praticato, che anche noi vogliamo intraprendere per arrivare a Santiago de Compostela.
Dicevo che in dodici abbiamo risposto alla proposta del pellegrinaggio. E’ doverosa una breve presentazione.
Gaetano: sono io, quello che scrive;
Mariella: è la prof. mia moglie, indecisa se partecipare – temeva di non farcela – ma piuttosto che lasciare andare da solo suo marito…è stata il motore organizzativo dell’iniziativa;
Giampiero e Anna: marito e moglie, carissimi amici, da sempre impegnati in vari ambiti del mondo cattolico cittadino;
Gianni e Nora: amici fin dai tempi di Gioventù Lavoratrice (fine anni 60) e poi felici sposi, anime instancabili presso la parrocchia dell’Addolorata;
Marisa: maestra in pensione, la più avanti in età del gruppo, persona maternamente saggia;
Francesco: pensionato giovane, di spirito, pronto a misurarsi con i suoi limiti e quelli degli altri;
Eva: amica nel Gruppo Giovanile Immacolata, persa di vista a causa del matrimonio che l’ha portata a vivere in quel di Zeme;
Rebecca: di cui non si può dire “due spalle rubate all’agricoltura” vivendo da mattina a sera nei campi della sua cascina Vascona;
Giovanna: la Cervio che ha sposato il mio compianto compagno di scuola Giorgio Bocca;
Maria Carmela: piccola e tenace, silenziosa assistente presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone.
Come si può notare la maggioranza è in mano alle donne…alla faccia del sesso debole.
All’alba, quindi, del 5 Agosto, la “sporca dozzina” aveva già caricato i bagagli ed inforcato la lunga autostrada francese che ci ha tracciato l’arrivo del nostro primo giorno insieme fissato a Mauleon Licharre, un paese da favola a circa trenta chilometri da Saint Jean Pied du Port.
I pulmini hanno risposto bene, come pure gli autisti (Gaetano e Gianni), anche grazie al navigatore co-pilota, la Rebecca,,che essendo “dama” dell’Oftal e fervente devota della Madonna di Lourdes, percorre il medesimo tragitto 3-4 volte all’anno.
A proposito di Lourdes, ci passeremo e ci fermeremo un giorno al termine del pellegrinaggio a suggello e ringraziamento per i doni che avranno riempito i nostri zaini. E sì, perché, avendo i pulmini di appoggio, e poi vi spiegherò come venivano utilizzati, praticamente sulle nostre spalle non gravavano i soliti 10/12 kg di zaino da portarsi appresso, bensì il marsupietto per il minimo indispensabile della camminata giornaliera. Perciò i classici zaini, nel nostro caso, hanno funzionato come bagagli a mano.
E dopo ore di asfalto macinato casello dopo casello, quante inutili code in quel di Francia, Mauleon Licharre, il paese delle favole, all’imbrunire ci accolse all’albergo “Bidegain”.
Ambiente incastonato fra stupende vie medioevali, all’ombra di un castello che ci fece da cornice durante la cena all’aperto. L’atmosfera soffusa, c’eravamo solo noi ospiti, la lunga tavolata, ben onorata dalle portate alla francese, ha dispiegato una sincera empatia fra tutti noi che avevamo proprio bisogno di scioglierci in una amicizia che progressivamente ci accompagnerà  nel pellegrinaggio della nostra vita. Il “cammino” comincia a farci.