Terza Domenica
di Pasqua
Anno C
In
chiesa, la mia parrocchia da bambino, fra i tanti affreschi alle pareti,
ricordo bene la grande scena in cui Gesù, su una spiaggia, è vicino a Pietro,
intento a raccogliere una grossa rete, e lo chiama: “lascia, che ti farò
pescatore di uomini. Seguimi!” Fu così che ebbe inizio l’avventura di
quell’uomo, dietro al profeta che suo fratello Andrea gli aveva già indicato.
La rete, però, non venne gettata e abbandonata, infatti, vediamo che ancora una
volta è fra le mani, giustamente, di quel padre di famiglia: “…allora Simon
Pietro salì sulla barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre
grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò.” (dal Vangelo
secondo Giovanni)
Ancora una volta Gesù è sulla spiaggia e chiama quegli uomini delusi e scoraggiati, invitandoli a mangiare, esortandoli a portare del loro da condividere. Quale sorpresa quando si accorgono che la loro rete è stracolma di pesci, presi nonostante la loro inefficienza. E’ una scena che rimanda a quella promessa circa il compito affidato a Pietro. Come dire, nonostante i limiti e le balordaggini, che è Gesù che garantisce i buoni risultati, le buone pescate. E nel corso dei secoli ha continuato a mettere le reti nelle mani dei suoi apostoli, dei suoi discepoli. Nonostante tutto, le alterne vicende della storia del cristianesimo, dimostrano sostanzialmente che quella fiducia è ben posta, al punto che in molti l’hanno vissuta, testimoniando che: “…bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini.” (dagli Atti degli Apostoli)
A chi voleva impedire e ancora oggi vuole impedire agli uomini di ascoltare Gesù, ecco che si oppongono uomini decisi, capaci di non ascoltare i voleri del mondo. Erano e sono uomini santi, vigilanti, affinché ogni parola di Gesù giungesse e giunga a tutti gli uomini, fino agli estremi confini della terra. E’ difficile, si sa bene, opporsi ai potenti, ciò comporta anche il martirio e non tutti sono pronti ad accettarlo. Perciò, l’abbandono e il tradimento sono all’ordine del giorno, ma:“…la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera il pianto e al mattino la gioia.” (dal Salmo 29)
Non sempre le cose vanno come si spera e si auspica, per questo si arriva a sera sconcertati, ma se riusciamo a raccoglierci nella preghiera, ecco che poco per volta ogni cosa assume una luce diversa. Bisogna gioire, quindi, perché si può perdonare un bambino che ha paura del buio, ma sarebbe una vera tragedia della vita quando un uomo ha paura della luce. Quella luce speciale che è riservata:“…a colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli.” (dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo)
E’ in questo modo che possiamo pagare il nostro debito d’amore, è così che ci si può arricchire, donando quanto si è ottenuto. Questa è la prassi che ogni buon discepolo deve seguire, per lasciarsi sorprendere dal modo con cui la potenza del Signore volge a favore di quanti si lasciano fare da lui. Come avvenne per Pietro, nonostante le prospettive future per lui e per la sua famiglia non fossero per niente precise e rosee. Eppure, siccome veramente voleva bene a Gesù, per ben tre volte rispose al “Mi ami?”, “Mi vuoi bene?”, con “lo sai Signore che ti voglio bene”. Non sapeva se era veramente capace di amarlo, sapeva solo che gli voleva bene. Era sufficiente, bastava per fare fronte ai servizi che Gesù ha affidato a Simone? Faceva fatica sicuramente a capire: perché proprio lui che lo aveva anche tradito? E quando Gesù, per la seconda volta, gli intima: “Seguimi”, sono certo che, in cuor suo, gli avrà chiesto di essere degno del suo perfetto amore. Ecco perché quella rete non si squarciò e, nonostante tutto, ancora oggi non si squarcia. Forse, sarà perché quella rete è sempre la stessa, è stata data in prestito nei secoli dei secoli.
At 5,27b-32.40b-41 / Sal 29(30) / Ap 5,11-14 / Gv 21,1-1
digiemme
Ancora una volta Gesù è sulla spiaggia e chiama quegli uomini delusi e scoraggiati, invitandoli a mangiare, esortandoli a portare del loro da condividere. Quale sorpresa quando si accorgono che la loro rete è stracolma di pesci, presi nonostante la loro inefficienza. E’ una scena che rimanda a quella promessa circa il compito affidato a Pietro. Come dire, nonostante i limiti e le balordaggini, che è Gesù che garantisce i buoni risultati, le buone pescate. E nel corso dei secoli ha continuato a mettere le reti nelle mani dei suoi apostoli, dei suoi discepoli. Nonostante tutto, le alterne vicende della storia del cristianesimo, dimostrano sostanzialmente che quella fiducia è ben posta, al punto che in molti l’hanno vissuta, testimoniando che: “…bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini.” (dagli Atti degli Apostoli)
A chi voleva impedire e ancora oggi vuole impedire agli uomini di ascoltare Gesù, ecco che si oppongono uomini decisi, capaci di non ascoltare i voleri del mondo. Erano e sono uomini santi, vigilanti, affinché ogni parola di Gesù giungesse e giunga a tutti gli uomini, fino agli estremi confini della terra. E’ difficile, si sa bene, opporsi ai potenti, ciò comporta anche il martirio e non tutti sono pronti ad accettarlo. Perciò, l’abbandono e il tradimento sono all’ordine del giorno, ma:“…la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita. Alla sera il pianto e al mattino la gioia.” (dal Salmo 29)
Non sempre le cose vanno come si spera e si auspica, per questo si arriva a sera sconcertati, ma se riusciamo a raccoglierci nella preghiera, ecco che poco per volta ogni cosa assume una luce diversa. Bisogna gioire, quindi, perché si può perdonare un bambino che ha paura del buio, ma sarebbe una vera tragedia della vita quando un uomo ha paura della luce. Quella luce speciale che è riservata:“…a colui che siede sul trono e all’Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli.” (dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo)
E’ in questo modo che possiamo pagare il nostro debito d’amore, è così che ci si può arricchire, donando quanto si è ottenuto. Questa è la prassi che ogni buon discepolo deve seguire, per lasciarsi sorprendere dal modo con cui la potenza del Signore volge a favore di quanti si lasciano fare da lui. Come avvenne per Pietro, nonostante le prospettive future per lui e per la sua famiglia non fossero per niente precise e rosee. Eppure, siccome veramente voleva bene a Gesù, per ben tre volte rispose al “Mi ami?”, “Mi vuoi bene?”, con “lo sai Signore che ti voglio bene”. Non sapeva se era veramente capace di amarlo, sapeva solo che gli voleva bene. Era sufficiente, bastava per fare fronte ai servizi che Gesù ha affidato a Simone? Faceva fatica sicuramente a capire: perché proprio lui che lo aveva anche tradito? E quando Gesù, per la seconda volta, gli intima: “Seguimi”, sono certo che, in cuor suo, gli avrà chiesto di essere degno del suo perfetto amore. Ecco perché quella rete non si squarciò e, nonostante tutto, ancora oggi non si squarcia. Forse, sarà perché quella rete è sempre la stessa, è stata data in prestito nei secoli dei secoli.
At 5,27b-32.40b-41 / Sal 29(30) / Ap 5,11-14 / Gv 21,1-1
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