Terza Domenica
di Pasqua
Anno C
LA RETE IN PRESTITO
IN MEZZO A NOI
Se entri in una chiesa e non vedi al centro
della stessa una croce, se non vedi il lumino acceso all’altare principale,
davanti al tabernacolo, significa che sei entrato in un auditorium, quando va
bene, o in un tempio senza Dio, cioè in un parlamento. Non può stare in piedi
una Chiesa che non mette al centro Gesù Cristo, perché fin dai tempi
apostolici: “… venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!” (dal
Vangelo secondo Giovanni).
Gli apostoli erano nel cenacolo, la prima
chiesa, stavano a porte chiuse, per paura, poi, con Gesù in mezzo a loro, le
cose cambiarono. Non poteva essere diversamente, perché avevano un riferimento
ben preciso: il loro Maestro, vivo e risorto, ed ora ricordavano le sue parole.
Ora sapevano che con la sua Pace nel cuore potevano affrontare ogni rischio,
potevano sentirsi fratelli in fiducia fra di loro e con Gesù.
IL SEPOLCRO

ALL’ALTARE DI GESU’
stampa
C’era un prete contadino, due manone
screpolate, parroco di un paesino di 150 anime e cappellano di una caserma di
almeno 500 militari. Fra i suoi campi dietro la chiesa, la cura pastorale della
sua gente e i doveri da ottemperare nei confronti di quei pochi militi che
rispondevano alle chiamate per la Messa festiva, la sua missione di “Alter
Christus” fra i suoi era pienamente compresa. Pure da me e da altri 5/6 miei
compagni d’arme. Ci fu chiara, soprattutto, quando una sera c’invitò ad una
Santa Messa nella parrocchiale, solo noi e lui, attorno all’altare, nella luce
del solo presbiterio. Ecco, in quel frangente compresi veramente il
significato di quell’altare, nell’ascolto di queste parole: “…poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e
lo diede loro dicendo: Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo
in memoria di me.” E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo:
“Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi.” (dal
Vangelo secondo Luca)
IL GERMOGLIO
di Quaresima
Anno C
E’ una metafora che cerca di spiegare e di capire lo stato d’animo che assorbiva tutte le energie e gli sforzi dell’Apostolo delle genti, quando parlava della sua conversione:“…non ho certo raggiunto la meta, non sono arrivato alla perfezione, ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conquistato da Cristo Gesù.” (dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi).
LA COMPASSIONE
Chissà quante volte avremo letto o sentito proclamare la parabola del “Figliol prodigo”. Eppure, ogni volta c’insegna cose nuove. Per esempio, quel padre che “gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (dal Vangelo secondo Luca) non racconta forse una realtà che vede il Buon Dio accoglierci, pentiti, con cuore di padre e di madre? Anche nei confronti del fratello che proprio non riesce a capire quel comportamento e tende a rifiutarlo. Al punto che, ancora una volta, il padre “allora uscì a supplicarlo”. S’intravede, pur se non è menzionata la madre, una situazione che coinvolge tutta una famiglia dove un papà, una mamma, dei figli non potranno sentirsi pienamente amati se in discordia fra loro. “Il regno di Dio non ha prezzo, eppure ti costa esattamente ciò che hai.” (San Gregorio Magno)
NOVE MESI PER LA VITA
SESTO MESE |
30 FEBBRAIO 2025
VOGLIO LA MAMMA ………E IL PAPA’:
LA LETTERA DI THOMAS ALVA EDISON
Un giorno Thomas tornò a casa da scuola
con una lettera del direttore, indirizzata alla madre. Gli occhi di sua mamma,
nel leggerla, si riempirono di lacrime.
Rilesse lo scritto ad alta voce, perché diceva:
“suo figlio è un genio, questa scuola è troppo piccola per lui e non ci sono
insegnanti adeguati per istruirlo. Pertanto, la preghiamo di proseguire gli
studi di suo figlio, seguito da lei stessa.”
Così, la madre si dedicò all’istruzione di
Edison.
Molti anni dopo, quando la madre di Edison
morì, lui era diventato uno dei più grandi inventori del secolo. Un giorno,
mentre stava esaminando vecchie cose di famiglia, trovò un pezzo di carta
piegato nel riquadro di un disegno.
Lo prese e lo aprì. Sul foglio c’era scritto: “suo
figlio è mentalmente malato e non possiamo permettergli di tornare a scuola.”
Edison pianse per ore, poi scrisse nel suo
diario: “Thomas Alva Edison era un bambino mentalmente malato, ma grazie ad una
madre eroica divenne il genio del secolo.”
Ricordiamo la reazione della madre alla lettura
di quella nota: impressionante, vero?
Invece di leggere ciò che diceva veramente la
lettera, comprese subito quanto avrebbero nuociuto al figlio quelle note,
decise di dare una svolta completa alla vita di suo figlio, iniettandogli
sicurezza e fortezza necessari alla sua crescita.
Gli fece credere di essere un genio e lui si
lasciò formare così tanto che crebbe e morì da genio.
Quanto può contare una mamma, come pure un
papà, per un figlio!
LA PAROLA
Saziaci
al mattino con il tuo amore
si
manifesti ai tuoi servi la tua opera
e
il tuo splendore ai loro figli.
Sia
su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi
salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera
delle nostre mani rendi salda. (Sal 90,14a.16-17)
Una
donna dalla folla alzò la voce e gli disse:
“beato
il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato.”
Ma
Egli disse: “beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di
Dio e la custodiscono.” (Lc 11,27-28)
A PIEDI SCALZI
Terza Domenica di Quaresima
IL SONNO DEI VIVENTI
IL SIGNORE, NOSTRO DIO
I FRUTTI DELL’ALBERO
NOVE MESI PER LA VITA
|
QUinTO MESE |
23 FEBBRAIO
2025
VOGLIO LA MAMMA ………E IL PAPA’:
QUANDO E’ LA MAMMA CHE ANELA AL FIGLIO
LA PAROLA
Rispondimi, Signore, perché buono è il tuo amore;
volgiti a me nella tua grande tenerezza. (Sal 69, 17)
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo
che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”.
Poi disse al discepolo: “Ecco tua madre!”.
E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. (Gv
19,26-27)
LA MISURA