Quinta Domenica T.O. Anno B

CI PRENDE PER MANO
46
ma Giornata per la Vita

La forza della Vita ci sorprende

Gesù aveva comandato alla febbre e questa aveva lasciato la suocera di Pietro. E subito si era alzata in piedi:“…Egli si avvicinò e la fece alzare, prendendola per mano, la febbre la lasciò ed ella li serviva.” (dal Vangelo secondo Marco)
Mi piace questo passo evangelico che annota la gentilezza con cui Gesù si accostò alla donna: “prendendola per mano”. Come se le volesse comunicare la sua stessa vita salvifica, vita d’amore che trova gioia nel donarsi, nel servire i fratelli, come, in effetti, fece senza indugio la buona suocera. Faticare con Gesù e per Gesù dona letizia e pace, come pure grande soddisfazione perché rende la nostra vita utile a molti. Inoltre, ci avvicina al tentativo di imitare la virtù degli apostoli e non saremo, per questo, inferiori a loro in nulla. Infatti, non i miracoli li hanno resi apostoli, bensì la santità della loro vita. Ciò non toglie, comunque, che non si debba ammettere le proprie fragilità e la paura della sofferenza, al punto di trovarsi nelle medesime condizioni del povero Giobbe:“…i miei giorni scorrono più veloci di una spola, svaniscono senza un filo di speranza.” (dal Libro di Giobbe)
Sul fatto che i giorni, gli anni, scorrono più veloci di quanto si possa immaginare è un dato che tutti possiamo riconoscere. Tranne quando si è bambini o giovani adolescenti, o ancora, adulto che vuole aggredire la vita con tutte le sue energie, fidando solo sulla forza e sulla vigoria, e ci si crede padroni della vita stessa. Così, almeno per me, è stato e devo dire che la tristezza, non la speranza, ha avvolto la mia esistenza quando mi sono accorto del poco che ho raccolto. Forse perché non ho agito come l’apostolo Paolo, in umiltà, che rinunciando ad una brillante e comoda carriera si fece araldo del Signore, e in che modo:“…mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno.”  (dalla prima Lettera ai Corinti)
Evidentemente, è una questione di scelte, di volontà, che se manca tutto si risolve in un nulla. Ben spiegava, al riguardo, San Bernardo: “Anche quando gli avessi consacrato tutto quello che sono, tutto quello che posso, questo sarà ancora una stella in confronto al sole, una goccia in confronto al fiume, una pietra rispetto ad una torre, un granellino di sabbia rispetto ad un monte. Non ho altro che due cose piccole, anzi minute: il mio corpo e la mia anima, o piuttosto una sola piccola cosa: la mia volontà.” Vorrei aggiungere: anche quando e, soprattutto, mi sento solo e non vedo oltre, mentre nello stesso momento Lui, Gesù, mi è vicino, è presente ed è pronto ad accogliere nelle sue mani la mia fragile vita, per riempirla della sua verità, della sua eternità, del suo amore. Infatti:“…risana i cuori affranti e fascia le loro ferite. Egli conta il numero delle stelle e chiama ciascuna per nome.” (dal Salmo 146)
Ora, se per ogni stella ha un nome, vuoi che non ce l’abbia per ogni bimbo che viene chiamato al mondo? Oggi è la 46ma “Giornata per la Vita” e, purtroppo, non c’è proprio niente da festeggiare perché noi non siamo capaci neppure di dare degna sepoltura ai bimbi che vengono uccisi con l’aborto volontario e tutte quelle schifose pratiche simili, tipo fecondazione artificiale e pillole del “giorno dopo”.
Santa Teresa Benedetta Della Croce (Edith Stein) scriveva, riferendosi ai Santi Innocenti (i flores Martyrum), che “assomigliano molto più agli agnelli condotti al macello. Essi sono l’immagine della più estrema povertà. Sono essi gli angeli che attorniano la mangiatoia per mostrarci di quale natura sia la mirra che dobbiamo offrire al Bambino Gesù.”
Mi consola la certezza che, siccome valgono più delle stelle, il nome verrà loro dato dal Buon Gesù.
Guardo, poi, con ammirazione tutte le volontarie (e volontari) dei Centri di Aiuto alla Vita che sanno come fare a risanare e fasciare chi è caduto nel tranello del peccato dell’autodeterminazione.
Come Gesù, sanno prendere per mano.

Gb 7,1-4.6-7 / Sal 146 / 1Cor 9,16-19.22-23 / Mc 1,29-39
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