17 febbraio 2024

L’ALLEANZA

    Prima Domenica di Quaresima Anno B

Abbiamo appena iniziato la Quaresima. Gesù gradisce la nostra compagnia e ci
accoglie sulla via che ha intrapreso, quella del deserto, quella dove le tentazioni sono un evidente ostacolo alla preghiera e alla contemplazione. Anche noi siamo impigliati in tutte quelle distrazioni o deviazioni che portano al nulla. Sappiamo bene che sono prove da saper affrontare se vogliamo irrobustirci nella fede.
D’altronde anche Gesù: “…in quel tempo lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase 40 giorni tentato da Satana.” (dal Vangelo secondo Marco)
Sappiamo come finì la disputa con il diavolo, così come dovremmo sapere che se escludiamo Gesù, quale compagno di viaggio, e viviamo secondo le nostre opinioni rimarremo stolti egoisti, seminando nient’altro che sofferenze, divisioni, gelosie, invidie, vanità ed impurità.
Vero che ognuno segue Gesù a suo modo. Madre Teresa di Calcutta ci suggerisce, però, di “seguire la via di Cristo perché Gesù è il mio Dio, è il mio sposo, il mio unico Amore, il mio Tutto in tutto. Gesù è tutto per me.” Sappiamo bene quanto bene ha sparso sulla faccia della terra e come la sua eredità irrighi ancora i deserti di una umanità arida e smarrita. Altri, di buona volontà, riescono a creare oasi attorno a pozzi d’acqua viva, ma non è ancora sufficiente per riuscire vittoriosi, come Gesù, contro le tentazioni che portano a carestie d’amore, odio e guerre che distruggono facendo tabula rasa di ogni dignità.
Si muore per le bombe e si muore per fame, così come si muore perché si è indifesi contro l’autodeterminazione sulla vita del nascituro.
Ha ragione l’apostolo Pietro quando scrive nella sua prima Lettera: “…quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza.”
Anche noi abbiamo ricevuto sul capo quell’acqua, ci fu versata per volontà di chi si prese cura del corpo e dell’anima, come i nostri genitori e la Chiesa, ma sta a noi far sì che la sporcizia non si depositi su di noi e su ciò che ci sta attorno. In parole povere, riuscire ad evitare che le tentazioni, i peccati non incrostino le nostre scelte, in definitiva, la nostra anima. Ecco perché, in questo deserto cui ci chiama Gesù, può essere buona occasione, come ci viene suggerito, di fare penitenza:“Fa penitenza, uomo, anche tu, pregando il perdono e nulla impedirà che la grazia venga a te. Adotta da ora in poi una condotta irreprensibile poiché Dio ama gli uomini e di questo amore non è possibile capacitarsene tanto è grande la sua misericordia.” (San Cirillo di Gerusalemme – Vescovo)
Da questa certezza non può che scaturire l’esultanza del salmo che recita: “…fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami e istruiscimi nella tua fedeltà perché sei il Dio della mia salvezza.” (dal Salmo 24)
Mi piace questo salmo perché è esplicito, dà garanzie di buona riuscita nell’avviarsi sulle sue vie, che sono quelle della conversione, quelle contrassegnate dalle stazioni di giustizia, di verità, di sacrificio, di fedeltà. Soprattutto quest’ultima è il suo sigillo, il Buon Dio non verrà mai meno alla sua fedeltà, segno di quell’alleanza, quella sua, che stipulò fin dal principio e che riguarda anche noi:“…quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con tutti i vostri discendenti dopo di voi.” (dal Libro della Genesi)
Non c’è verso, è sua l’iniziativa, Mosè ha affermato che il Dio vivente, quello che gli ha parlato e gli ha cambiato la vita, si è fatto chiamare il Dio di Abramo. Se Abramo fosse solo un mucchietto di ossa, che Dio sarebbe? Nulla avrebbe senso. Invece, quell’alleanza in Cristo si è manifestata in pienezza e ci riguarda personalmente. In essa troviamo il senso ultimo della nostra stessa vita, perché ci è Padre il Dio vivente, che ci sospinge anche alle tentazioni del deserto, ma ci offre l’aiuto e il conforto di suo Figlio Gesù Cristo.
Gen 9,8-15 / Sal 24 / 1Pt 3,18-22 / Mc 1,12-15
digiemme

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