Prima Domenica di Quaresima Anno B
Abbiamo appena iniziato la Quaresima. Gesù
gradisce la nostra compagnia e ci
accoglie sulla via che ha intrapreso, quella
del deserto, quella dove le tentazioni sono un evidente ostacolo alla preghiera
e alla contemplazione. Anche noi siamo impigliati in tutte quelle distrazioni o
deviazioni che portano al nulla. Sappiamo bene che sono prove da saper
affrontare se vogliamo irrobustirci nella fede.
D’altronde anche Gesù: “…in quel tempo lo
Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase 40 giorni tentato da
Satana.” (dal Vangelo secondo Marco)
Sappiamo come finì la disputa con il diavolo,
così come dovremmo sapere che se escludiamo Gesù, quale compagno di viaggio, e
viviamo secondo le nostre opinioni rimarremo stolti egoisti, seminando
nient’altro che sofferenze, divisioni, gelosie, invidie, vanità ed impurità.
Vero che ognuno segue Gesù a suo modo. Madre
Teresa di Calcutta ci suggerisce, però, di “seguire la via di Cristo perché Gesù
è il mio Dio, è il mio sposo, il mio unico Amore, il mio Tutto in tutto. Gesù è
tutto per me.” Sappiamo bene quanto bene ha sparso sulla faccia della terra e
come la sua eredità irrighi ancora i deserti di una umanità arida e smarrita.
Altri, di buona volontà, riescono a creare oasi attorno a pozzi d’acqua viva,
ma non è ancora sufficiente per riuscire vittoriosi, come Gesù, contro le
tentazioni che portano a carestie d’amore, odio e guerre che distruggono
facendo tabula rasa di ogni dignità.
Si muore per le bombe e si muore per fame, così
come si muore perché si è indifesi contro l’autodeterminazione sulla vita del
nascituro.
Ha ragione l’apostolo Pietro quando scrive
nella sua prima Lettera: “…quest’acqua, come immagine del battesimo, ora salva
anche voi; non porta via la sporcizia del corpo, ma è invocazione di salvezza.”
Anche noi abbiamo ricevuto sul capo
quell’acqua, ci fu versata per volontà di chi si prese cura del corpo e
dell’anima, come i nostri genitori e la Chiesa, ma sta a noi far sì che la
sporcizia non si depositi su di noi e su ciò che ci sta attorno. In parole
povere, riuscire ad evitare che le tentazioni, i peccati non incrostino le
nostre scelte, in definitiva, la nostra anima. Ecco perché, in questo deserto
cui ci chiama Gesù, può essere buona occasione, come ci viene suggerito, di
fare penitenza:“Fa penitenza, uomo, anche tu, pregando il
perdono e nulla impedirà che la grazia venga a te. Adotta da ora in poi una
condotta irreprensibile poiché Dio ama gli uomini e di questo amore non è
possibile capacitarsene tanto è grande la sua misericordia.” (San Cirillo di
Gerusalemme – Vescovo)
Da questa certezza non può che scaturire
l’esultanza del salmo che recita: “…fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri. Guidami e istruiscimi nella tua fedeltà perché sei
il Dio della mia salvezza.” (dal Salmo 24)
Mi piace questo salmo perché è esplicito, dà
garanzie di buona riuscita nell’avviarsi sulle sue vie, che sono quelle della
conversione, quelle contrassegnate dalle stazioni di giustizia, di verità, di
sacrificio, di fedeltà. Soprattutto quest’ultima è il suo sigillo, il Buon Dio
non verrà mai meno alla sua fedeltà, segno di quell’alleanza, quella sua, che
stipulò fin dal principio e che riguarda anche noi:“…quanto a me, ecco io
stabilisco la mia alleanza con voi e con tutti i vostri discendenti dopo di
voi.” (dal Libro della Genesi)
Non c’è verso, è sua l’iniziativa, Mosè ha
affermato che il Dio vivente, quello che gli ha parlato e gli ha cambiato la
vita, si è fatto chiamare il Dio di Abramo. Se Abramo fosse solo un mucchietto
di ossa, che Dio sarebbe? Nulla avrebbe senso. Invece, quell’alleanza in Cristo
si è manifestata in pienezza e ci riguarda personalmente. In essa troviamo il
senso ultimo della nostra stessa vita, perché ci è Padre il Dio vivente, che ci
sospinge anche alle tentazioni del deserto, ma ci offre l’aiuto e il conforto
di suo Figlio Gesù Cristo.
Gen 9,8-15 / Sal 24 / 1Pt 3,18-22 / Mc 1,12-15digiemme
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