Mi viene in mente quella storiella che racconta di quel pellegrino che, vista una vetrina di un negozio alquanto originale, vi entra e oltre il bancone chiede al garzone che cosa contengono quei grandi contenitori di tutti i colori che stavano sugli scaffali. Gli risponde che il contenitore giallo è pieno di sincerità, quello verde di speranza, in quello rosso c’è l’amore, in quello azzurro la fede, l’arancione contiene il perdono, il bianco la pace, il violetto il sacrificio, l’indaco la salvezza. “E quanto costa questa merce?” – “Sono doni di Dio e i doni non costano niente!” Allora il pellegrino chiese un po’ di tutto, ma rimase sorpreso quando il garzone, dopo aver trafficato nei vari contenitori, gli porse un sacchettino. “Ma come, cosi poco?” – “Certo, nella bottega di Dio non si vendono i frutti maturi, ma i piccoli semi da coltivare.”
Ecco perché possiamo comprare senza pagare, perché:“…chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.” (dalla prima Lettera di San Giovanni Apostolo)
La nostra fede, uno dei semi che anche noi abbiamo
acquistato, senza pagare, che dobbiamo, quindi, coltivare con perseveranza. Il
Buon Dio ci offre “la garanzia della fatica regolare dello stesso lavoro ogni
giorno da fare, dello stesso menage da ricominciare, degli stessi difetti da
correggere, degli stessi errori da non fare. Ma, oltre questa garanzia, tutto
il resto, dice il Buon Dio, è lasciato alla tua fantasia che con me si sente a
proprio agio.” (Madelein Delbrel)
Fantasia che trova alimento nella preghiera e nel canto perché:“…mia forza e
mio canto è il Signore; Egli è stato la mia salvezza” (dal Salmo ricavato da
Isaia)
Chi si affida, infatti, alle promesse contenute in quei semi, a dire il vero, deposti fin dal primo istante di vita, nell’unicità della nostra esistenza, tutto può. Certo deve fare i conti con il male che serpeggia nel mondo dai tempi remoti di Adamo, ma la salvezza di cui parla il Salmo è confermata alla grande con la venuta di Gesù Cristo sulla terra. Il Figlio di Dio che ha voluto assumere la natura umana, vivendo in tutto e per tutto le trame di un’esistenza all’interno di una famiglia, di un paese, di una religione, di una società che lo hanno costretto alla lotta per mantenersi sulla via del bene. Tant’è vero che anche Lui ha voluto accedere al battesimo di Giovanni, di cui ben conosceva la missione e le intenzioni. Che ebbero la loro attuazione finale quando il Battista lo vide avvicinarsi e rivolgendosi ai suoi discepoli disse:“…io vi battezzo con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo.” (dal Vangelo secondo Marco).
Da quel momento, da quel Battesimo, il nostro
battesimo è come “un bagno di santità che toglie la macchia del peccato, ma non
cambia ora la qualità del nostro vivere, né impedisce agli spiriti cattivi di
combatterci o di mantenerci nell’illusione. Tuttavia la grazia di Dio ha la sua
dimora proprio nel fondo dell’anima, cioè nell’intendimento.” (Diadoco di
Foticea, Vescovo)
Cioè quella grazia, fra quei semi che siamo andati a comprare, senza pagare,
che ci serve per fare la nostra parte nel vincere il mondo.
digiemme
Is 55,1-11 / Sal Is12,1-6 / 1Gv 5,1-9 / Mc 1,7-11