Sesta Domenica di Pasqua
Anno B
Vi ho chiamato amici |
In tempi lontani, quelli della prima
giovinezza, sollecitato a prestarmi per il bene comune rispondevo che avevo ben
poco da dare, essendo solo un semplice ragazzo capace solo dell’entusiasmo per
il messaggio evangelico.
Leggo ora, (ma quante volte l’avrò letto?) che
anche l’apostolo Pietro si riteneva solo un uomo:
“…alzati: anche io sono un uomo, in verità sto
rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme
e pratica la giustizia.” (dagli Atti degli Apostoli)
Ora quell’“alzati” lo sento proprio come se
fosse rivolto a me. Vorrei tanto giocare di sponda e farlo risuonare,
quell’imperioso “alzati”, nel cuore di quanti leggeranno queste due righe di
commento alla Parola del Signore in questo tempo di Pasqua.
“Alzati”, perché Gesù ha bisogno anche di
ciascuno di noi, non fa preferenze, non stila classifiche, chiede solo di avere
rispetto per la sua persona, di temerlo quale unico vero Dio e di praticare i
suoi comandamenti che raccontano come vivere la sua giustizia. Ci ha lasciato,
al riguardo, un esempio specifico quando, preso un asciugatoio, se lo cinse
alla vita e con un catino iniziò a lavare i piedi dei suoi discepoli. Quando
riprese le vesti, Gesù non depose l’asciugatoio, se lo tenne, indicando, così,
il vero senso della diaconia, del servizio permanente verso il prossimo. In
questo sta il fondamento della sua giustizia. In questo modo, seguendo il suo
esempio, potremo rendere esplicito che:“…il Signore ha fatto conoscere la sua
salvezza, agli occhi della gente ha rivelato la sua giustizia.” (dal Salmo 97)
Conosciamo, perciò, la sua promessa di salvezza
eterna per ciascuno di noi, ma sappiamo che questa si ottiene solo se
praticheremo con coerenza la sua giustizia. Che, ovviamente, non è quella del
mondo, che sta portando, invece, alla perdizione eterna tutta l’umanità. E’ una
“giustizia”, infatti che sollecita solo distruzione e vendette, cancellando
ogni possibilità di pace fra gli uomini: della madre con il bimbo che porta in
grembo; dei componenti della famiglia, fra moglie e marito, fra figli e
genitori; fra popoli spinti alla guerra, soggiogati dai potenti che sfruttano
proprio il rifiuto dell’Amore che Gesù è venuto a consegnare ad ogni uomo.
Perciò:“…chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio
è amore.” (dalla prima Lettera di San Giovanni Apostolo)
Dio è Amore: bisognerebbe gridarlo, cantarlo
con insistenza, ma occorre prima saper ascoltare la Parola con attenzione, poi
custodirla fedelmente, poi amarsi di coraggio e rinunciare a tutti quei beni
del mondo che non permettono di praticare la vera amicizia, quella con Gesù e
quella con ogni persona che incontreremo nel corso della nostra vita, perché:“…nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che vi
comando.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Qui si parla di amici, ma chi sono e,
soprattutto. chi sono i nemici? Ogni persona che incrocia la mia vita
quotidiana è, generalmente, amica, poi si vedrà: se non è nemica di Gesù, non
lo è neppure per me. E’ questo il criterio con cui regolarsi, perché per essere
amici, per entrare in comunione con Gesù è necessario fare ciò che ci comanda.
Ecco che il cerchio si chiude: i suoi comandamenti sono il fondamento per
costruire con forza l’amicizia, qualsiasi amicizia, che diventa così
espressione implicita di amore. Ho scritto la parola “amore” con l’iniziale
minuscola perché, in fondo, sono solo un uomo che ben poco può fare senza
l’Amore, questo sì con l’iniziale maiuscola, di Gesù Cristo.
At 10,25-26.34-35.44-48 / Sal 97(98) / 1Gv
4,7-10 / Gv 15,9-17
digiemme