IL DEBOLE E IL FORTE

XIV Domenica del T.O.
Anno B


Leggo ogni giorno di divisioni all’interno della Chiesa, di scomuniche e di ammonizioni. La cosa mi addolora moltissimo. Nonostante si continui a parlare di misericordia e di speranza, di fatto si registrano sentimenti di chiusura e di rifiuto nei confronti di chi vuole vivere la propria fede nei solchi della Tradizione e del perenne Magistero della Chiesa. Nonostante si continui a parlare di sinodalità, di fatto il centralismo gerarchico diventa sempre più intransigente su comportamenti ed obbedienza. La confusione regna ed il malessere sovrasta quella che dovrebbe essere la tranquilla fiducia in chi è chiamato a guidare il pellegrinaggio terreno dei membri della Chiesa. Mi viene, perciò, facile immergermi nella preghiera del Salmo:“…pietà di noi, Signore, pietà di noi, così i nostri occhi al Signore nostro Dio, finché abbia pietà di noi.” (dal Salmo 122)
Sono convinto che queste situazioni d’infedeltà, nel corso dei secoli, la Chiesa le abbia vissute diverse volte a causa di fedeli, a parole, ferventi e nei fatti distanti dal messaggio evangelico di salvezza lasciato da Gesù. “Anche nelle ore più tranquille, la Santa Chiesa è oggetto di menzogne perché ci sono molti nel suo seno non più fedeli alla promessa dell’eternità e che mentendo si dicano tuttavia fedeli.” (San Gregorio Magno) Se un dottore della Chiesa, un Santo Papa, doveva scrivere, nel sesto secolo, quella sua riflessione, vuole dire che la drammaticità del presente è un qualcosa di già vissuto e, per grazia di Dio, superato. Grazie, appunto, a dei santi uomini mandati appositamente da Dio stesso. Motivo per cui mi suona facile da comprendere quanto ascoltato nella prima Lettura “…io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me.” (dal Libro del profeta Ezechiele)
Con fiducia, perciò, resto in attesa che anche in questa stagione si possa scorgere all’orizzonte un profeta, un restauratore che porti la nostra religione al ruolo che le è stato assegnato dal sacrificio di Gesù. Non occorre un uomo forte, anzi, è da ricercare fra i più deboli dei discepoli di nostro Signore:“…mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo; infatti quando sono debole, è allora che sono forte.” (dalla seconda Lettera di San Paolo ai Corinti)
Perché la forza viene dalla fede ed una volta afferrata non la molli più, più o meno come è successo a Tommaso quando disse “Mio Signore e mio Dio” ( Gv 20,28), dove tutto il contenuto della fede è compreso in quella breve esclamazione. Che trovò piena attuazione nel prosieguo della sua vita, di Tommaso, e di tutti gli apostoli e discepoli che non voltarono le spalle a Gesù. Come, invece, fecero i suoi concittadini a Nazaret quando:“…era per loro motivo di scandalo…e lì non poteva compiere nessun prodigio…e si meravigliava della loro incredulità…e percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.” (dal Vangelo secondo Marco)
Certo che non è facile persistere nelle cose buone quando anche queste vengono fraintese o addirittura derise. Se è successo a Gesù, figuriamoci a chi, nei suoi limiti, nella sua piccolezza o debolezza, cerca di dare testimonianza della bontà del messaggio evangelico. Occorre, però, non demordere, anche Santa Caterina da Siena esortava ad avere una vera e santa pazienza che sopporta tutte le ingiurie piccole e grandi e le sopporta con spirito santo e tranquillo. Così da poter continuare, con zelo, a sollevare i bisogni del prossimo per quanto è possibile. Ecco perché, nonostante tutto, bisogna continuare a lottare per la giustizia, affinché ogni diritto , in primis quello di nascere, sia garantito nella comune convivenza umana. Anche se i risultati sono piuttosto deludenti, Gesù ci ha lasciato l’esempio da percorrere, quello di continuare ad andare fra la gente a proclamare il Vangelo della Vita. Allora anche il debole diventa forte, anche il più piccolo dei suoi discepoli può fermare la deriva in cui siamo trascinati. Come si usa dire, e ci credo,  nulla è impossibile a Dio.
Ez 2,2-5 / Sal 122(123) / 2Cor 12,7-10 / Mc 6,1-6
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