XVI Domenica del T.O.
Anno B
Spesso e volentieri i brani evangelici iniziano
con “in quel tempo…” Mi piace questa locuzione perché è come se leggessi “in
questo tempo…”. Ecco, proviamo con il Vangelo di questa domenica: “…In quel
tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello
che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: venite in
disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’.” (dal Vangelo
secondo Marco)
La traduzione potrebbe essere: in questo tempo,
noi discepoli di Cristo ci troviamo attorno a Gesù, presente nel Tabernacolo
della nostra parrocchia o della nostra chiesa e dopo averlo adorato in
ginocchio, ascoltato la sua Parola, ricevuto nel Santissimo Sacramento, in
silenzio gli riferiamo tutto quello che abbiamo fatto durante la giornata o la
settimana e quello che abbiamo ricevuto. In parole povere gli diciamo delle
nostre gioie, delle nostre delusioni, del nostro dolore, delle nostre
preoccupazioni. Lui è in noi, non ne dubitiamo, per questo scrutiamo il
profondo del nostro cuore ed è come se effettivamente ci portassimo in un
deserto. In disparte, dove riposare dopo le battaglie di tutti i giorni,
dove possiamo capire quanto Dio ci è vicino, insegnandoci con quale umiltà si resiste
all’orgoglio, con quale benevolenza si combatte l’invidia, in quale misura non
ci si debba beare delle parole adulatorie, bensì rallegrarsi del bene degli
altri.
Anche perché, in questo modo, ci ritroveremo in quella condizione di cui
parla San Paolo quando scrive: “…Egli è venuto ad annunciare pace a voi che
eravate lontani e pace a coloro che erano vicini.” (dalla Lettera di San Paolo
agli Efesini)
Non smette, infatti, di darci la sua pace, che
non è quella del mondo. Questa è falsa e menzognera perché racconta di volere
la pace ed intanto aumenta la produzione di armi, dice di voler rispettare i
diritti di tutti ed intanto autorizza l’uccisione delle creature che si trovano
nel grembo delle loro madri. Madre Teresa (anche Padre Pio) diceva che non ci
sarà pace in terra fintanto che si permetterà per legge l’aborto volontario o
obbligato. La pace di Dio, invece, è quella che ti da sicurezza e forza per le
battaglie della vita. Giovanni Paolo II gridò all’inizio del suo pontificato di
non aver paura e lo ripete anche il salmo: “…anche se vado per una valle
oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo
vincastro mi danno sicurezza.” (dal Salmo 22)
L’ambientazione che richiama questo versetto è
alquanto singolare, facile comunque da comprendere per chi andava pellegrino o
portava al pascolo il gregge. In ogni caso il bastone serviva per difendersi da
animali o malfattori, mentre il vincastro, oltre alla voce, permetteva la guida
più appropriata e veloce del proprio gregge.
Oggi, invece, possiamo identificare quella
valle oscura nella società odierna che utilizza gli stessi strumenti per
condurci alla perdizione. Eppure, per quanto le file si diradino sempre più,
non c’è da disperare perché non siamo ancora morti. San Cirillo d’Alessandria
scriveva che “se il solo contatto con Gesù, (in quel tempo) rende la vita ai
morti, quanto profitto trarremo dalla sua Eucaristia (nel nostro tempo)
vivificante quando la riceveremo.”
Nelle battaglie che ci aspettano, perciò, quel
bastone e quel vincastro saranno di estrema utilità anche perché dovremo stare
in guardia dai pericoli che sono insiti pure nella Chiesa, ma: “…guai ai
pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio popolo.” (dal Libro del
profeta Geremia)
In effetti, senza nascondersi dietro ad un
dito, non sono pochi quei pastori che remano contro il loro mandato, con danni
imperdonabili per tutto il corpo della Chiesa. Quanta dispersione, quante
divisioni, quanta incomprensione. Questo succede perché è venuto meno quel sano
timor di Dio, che sarebbe meglio comprendere come “timor d’amore”. Che non è
tanto una paura della punizione, né un desiderio di ricompensa, ma la sostanza
della grandezza dell’amore stesso. “E’ un insieme di rispetto e affetto
premuroso che un figlio ha per un padre, il fratello per il fratello, l’amico
per l’amico, la sposa per lo sposo.” (San Giovanni Cassiano)
E’ questo
che insegnavano gli apostoli, mandati due a due, è questo che possiamo, andare
ad insegnare anche noi oggi, dopo il riposo.
Ger 23,1-6 / Sal 22(23) / Ef 2,13-18 / Mc 6,30-34digiemme