L’ O S P I T E

Terza Domenica di Pasqua (Anno C)

Questa sera il nostro ospite è GESU'

Quando bussano o suonano alla nostra porta e si aspetta un ospite si va ad aprire, se invece non c’è alcun preavviso prima si guarda dallo spioncino o dal videocitofono. In ogni caso al momento dell’apertura dell’uscio, lo psicologo del momento, se vede che si apre verso l’esterno, evidenzia come tale situazione segni la volontà dell’incontro, dell’andare verso. Se l’uscio, invece, si apre verso l’interno è segno, dice l’osservatore, di una capacità d’accoglienza. Indipendentemente dall’ospite: “… Alla sera ospite è il pianto, e al mattino la gioia.” (dal Salmo)

Quando ero lontano dalla fede, immerso nella tenebra del mondo, ecco capivo chi era quell’ospite alla sera e non gli aprivo, non gli andavo incontro e neppure lo volevo accogliere, ma era un dato di fatto che, pur se non era pianto perché in qualche modo pensavo di godermi la vita, assorbivo quella tristezza tipica di chi non è soddisfatto.
Poi, ho conosciuto alcuni discepoli di Gesù che con il loro sguardo, la loro pace, le loro azioni, parlavano al mio cuore più di mille parole. Non se ne accorgevano, ma per me erano luce e calore, erano la gioia del mattino. Da qui ho capito che dovevo fare la mia parte.
Grande cosa la gioia. Per alcuni santi è stata il modo di coniugare e far emergere il loro stato di grazia, la loro santità. Vero che un poco ce la regala la vita, ma ho ben capito che per il resto dobbiamo metterci in gioco e costruircela giorno per giorno. Per esempio, proprio oggi che inizia il mese di maggio, il mese per eccellenza dedicato alla Madonna, ecco il nostro ospite, la nostra ospite più importante sarà la mamma di Gesù e così anche il pianto a sera sarà un mero ricordo. Oltretutto potremo anche andare incontro a Gesù, attraverso sua madre, e rendergli grazie: “… l’Agnello … è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizioni.” (dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni)
Da questa consapevolezza, l’ho capito sulla mia pelle, tutto diviene più semplice. Nei rapporti con gli altri, in famiglia, piuttosto che sul lavoro, come pure nel contesto sociale e politico, soprattutto in questi ultimi decenni. A dire il vero con il potere costituito sono in piena rottura e credo proprio che seguirò, per il futuro, in modo più determinato la parola degli apostoli: “… Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini.” ( dagli Atti degli Apostoli)
Bisogna che si viva come Dio ci ha insegnato con i suoi comandamenti e con la vita di Gesù Cristo. Non si può più, per esempio, essere per il diritto di scelta sul tema aborto, non si può consigliare ai giovani la convivenza, non si va a Messa quando lo si sente. In questo modo non si vive e non si rivela la vera vita perché dicono ancora gli apostoli: “… siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono.” (dagli Atti degli Apostoli)
Appunto, se non obbediamo allo Spirito Santo, che pure abbiamo ricevuto in quanto battezzati, col cavolo che riusciremo mai a combinare qualcosa di buono.
Come Pietro, là sulla banca, che imprecava perché non abboccavano: “… Allora uscirono e salirono sulla barca, ma quella notte non presero nulla.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Mi sa che anche noi oggi non si prende nulla, perché non sappiamo riconoscere il buon Gesù che sta poco distante da noi. Ma quando Lui si rivolge a noi, ecco che le reti si gonfiano di pesci e i pescatori sono come quei discepoli che avevo avuto la grazia d’incontrare.
Mi piace, poi, il buon Pietro che: “… Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito e si gettò in mare.”
Era, evidentemente, un ospite inaspettato, ma la gioia era al massimo, da non poter attendere di approdare con la barca. Bisognava andargli subito incontro, con entusiasmo, ma pure con decenza. Come si usa fare quando gli si va incontro andando, con gioia, alla sua Santa Messa.
At 5,27b-32.40b / Sal 29(30) / Ap 5,11-14 / Gv 21,1-19
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