UNA PIETRA SOPRA L’ALTRA

Seconda Domenica di Pasqua
o della Divina Misericordia (Anno C)


Molte chiese e molti oratori, antichi, sedi di scomparse confraternite, sono abbandonate. Vecchie mura che racchiudono tesori, non solo artistici, che la storia, nei secoli ci ha trasmesso, raccontando di tutti coloro che hanno costruito, mantenuto, decorato, accorato con preghiere e penitenze e che hanno trasmesso alle generazioni, fino a noi. Che ora lasciamo andare in malora, con superficialità: non sono che pezzi di pietra, di mattoni, che l’umidità e lo sgretolamento hanno ridotto ad un ammasso di inutile. Togliamo il Santissimo e ci si metta una pietra sopra, su tutto. Sì, una pietra come quella: “… la pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo.” (dal Salmo)Quando leggo di questa pietra, ricordo il film “Fratello Sole, Sorella Luna” di Zeffirelli, quando attorno alla chiesa di San Damiano, ricostruita da San Francesco, la colonna sonora intona: “… se con fede tu saprai vivere umilmente, una pietra dopo l’altra alto arriverai …”. Ecco qual è il modo con cui guardare quelle povere chiese: hanno permesso con le loro pietre, messe una sopra l’altra, di portare in alto quegli uomini di fede che ci hanno preceduto nella storia. E noi? Vogliamo arrivare in alto? Allora dovremo ritornare come i primi cristiani: “… tutti erano soliti stare insieme. Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli apostoli.” (dagli Atti degli Apostoli)
Purtroppo sta avvenendo, invece, il contrario. Stiamo scartando la pietra principale, quella da testata d’angolo e quelle poche che si cerca di mettere insieme, inevitabilmente, tracollano. Non riusciamo più, come Chiesa, ad arginare il male. Pensiamo solo all’ultimo assurdo del Consiglio di Stato che dichiara lecita la possibilità che una minorenne possa acquistare, senza ricetta, la “pillola dei 5 giorni dopo” e l’Aifa, impunemente, può registrare questo prodotto come un semplice contraccettivo. Persone adulte che si lavano le mani, come Pilato, sul destino delle creature concepite ed abortite nell’anonimato più assoluto. Non si può costruire una società, non si può trasmetterla su queste basi. Cosa fare di fronte a questa guerra non dichiarata, ma diffusa a macchia d’olio? Testimoniare come l’Apostolo Giovanni: “… Io Giovanni, vostro fratello e compagno, nella tribolazione, nel regno e nella perseveranza in Gesù, mi trovavo nell’isola chiamata Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Gesù.” (dal Libro dell’Apocalisse)
Non dobbiamo, perciò, avere timore di prendere posizione, di denunciare ciò che è male e che ci mettano, poi, in esilio, trattati come appestati. Ci costringano in ghetti, ci deridano, ci perseguitino, ma non importa, come i primi cristiani dobbiamo testimoniare il Cristo per la salvezza di tutti, anche di coloro che sono nell’errore. Con la gioia nel cuore, con la speranza nello spirito perché:“… come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: “ Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati, a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Perciò non possiamo più nasconderci. Dobbiamo ascoltare solo quanto viene dallo Spirito che abbiamo ricevuto. Non siamo più sudditi del potere se questo spinge verso il peccato. Ci viene assegnato alla nascita un codice fiscale, ma non siamo dei codici a barre da poter trattare a piacimento perché noi dobbiamo rendere conto solo a Dio. Da Lui viene il mandato che va esercitato nel servizio verso i fratelli, nella carità, sicuro, ma pure nella verità, ricusando i peccati che di volta in volta ci avvolgono come spire. C’è poco da fare, è tempo di recuperare la pietra scartata e di valorizzare tutte le pietre che con pazienza ed umiltà potremo aggiungere una sopra l’altra per realizzare il suo Regno.
At 5,12-16 / Sal 117(118) / Ap 1,9-11a.12-13.17-19 / Gv 20,19-31
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