IL POTERE DEL DIAVOLO

Prima Domenica di Quaresima (Anno C)

...... e il diavolo si allontanò da lui
“e ora che ne sarà del mio viaggio? Troppo accuratamente l’ho studiato senza saperne nulla. Un imprevisto è la sola speranza. Ma mi dicono ch’è una stoltezza dirselo.” (Eugenio Montale). Può sembrare anomalo iniziare una riflessione sulla Parola attingendo alla parola di un altro che ha scritto quel pensiero magari sollecitato da un evento che nulla ha a che fare con Dio o, comunque, con il senso della vita stessa. Eppure quella domanda iniziale mi ha intrigato alla luce del cammino quaresimale che s’intraprende con questa prima domenica, dove s’incontra da subito la spiegazione di come il potere del male e delle sue tentazioni cerca di circuire: “… il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: “ti darò tutto questo potere e la loro gloria perché a me è stata data e io la do a chi voglio io.” (dal Vangelo secondo Luca)
Il diavolo sa bene come gestire il suo potere, ne padroneggia tutti i suoi tentacoli: il piacere lussurioso, la superbia altezzosa, l’egoismo sfrenato, il delirio politico, il sadismo svenevole, la ricchezza senza limiti, la prepotenza ostentata. A ciascuno dei suoi discepoli offre la possibilità di realizzare i loro progetti perversi perché conosce il male che alberga nei loro cuori. Sa estrarne le essenze più nefaste, aiuta a coltivarle con le promesse di gloria e con le adulazioni sostenute dai loro accoliti. Questi ultimi sono quegli utili idioti che lasciano fare e permettono, con la loro ignavia, il consolidamento del regno del male. Siamo circondati da questi regni: “… allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione.” (dal Libro del Deuteronomio)
Il popolo sotto il tallone dell’Egitto ottenne giustizia, dovrebbe essere un esempio da seguire, ma il problema, oggi, è che non esiste neppure più un popolo. Tutto è ormai sradicato, soprattutto quella che era una volta l’Europa è diventata una cloaca dove è tutto indifferenziato. I valori ereditati dalla cultura ellenica, giudaica, cristiana sono stati rinnegati ed il potere di pochi, legati alla nomenclatura globalista e finanziaria ha buon gioco nel condizionare gli sviluppi sociali verso un umanesimo senza l’uomo. Rimane, per ora, solo la Chiesa ad opporsi a questo andazzo, al suo interno c’è ancora chi crede: “… con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.” (dalla Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo)
Quei pochi, infatti, che cercano la giustizia fra i meandri della tribolazione che costringe lavoratori e famiglie alla emarginazione, sanno che solo nella fede e nella perseveranza troveranno consolazione. Anzi, ancor più recepiscono il messaggio che la Quaresima, tempo forte della liturgia, invia a quanti vogliono impegnarsi in un cammino di conversione, di cambiamento. Senza alcuna paura di castighi da parte di Dio, come questa guerra che incombe sui nostri cieli, senza scorciatoie perché ben sappiamo che i castighi, in realtà, sono le conseguenze delle nostre cattive scelte. Quelle suggerite dal tentatore, quelle trasformate in atti concreti da due anni a questa parte. Quelle che spingono sull’acceleratore per togliere al Creatore il primato della vita, quelle che vogliono portare alla fabbricazione dei figli su ordinazione. E’ perciò una Quaresima da vivere con impegno: “… chi abita al riparo dell’Altissimo passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.” (dal Salmo)
Anche nella notte più nera troveremo, quindi, ombra: c’è sempre la luce del Signore Gesù Cristo che ci indica la strada. Alla fin fine penso che anche Montale avrà trovato il suo imprevisto.

Dt 26,4-10 / Sal 90(91) / Rm 10,8-13 / Lc 4.1-13
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