17a Domenica T.O.
(Anno C)
Viene da dire, dopo aver ascoltato
la Parola, che la storia si ripete. Se guardiamo a quella valle dove si
estendevano le città di Sodoma e Gomorra, ci sembra di vedere le città di oggi.
Cambiano solo le planimetrie, i tetti delle case, le vie, la tipologia del
traffico, ma il contenuto dei comportamenti umani non sono dissimili. Egoismi,
cupidigia, perversioni, idolatria, violenza, prepotenza, ingiustizie,
sfruttamento sfidavano Dio e la vita di quella città era ormai diventata un
inferno. Non è forse così anche oggi? Eppure, a differenza di quegli antichi
uomini, noi abbiamo la Rivelazione portata dal Figlio di Dio, abbiamo il suo
Vangelo, abbiamo la sua Chiesa.
Non basta! L’uomo ha sempre bisogno di essere
messo in riga da Dio, e badate bene che nella sua Misericordia è inglobata pure
la sua Giustizia. Non esiste che, oggi, a livello quasi planetario, l’uomo
ritenga giusto, e ordinato per legge, stabilire chi può vivere o chi deve
morire, con l’aborto e l’eutanasia. L’uomo si mette così al posto di Dio. Le
conseguenze non possono essere che quelle vissute a Sodoma, ma: “…rispose il Signore: “se a Sodoma troverò cinquanta (pure dieci) giusti nell’ambito
della città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo.” (dal Libro
della Genesi)Ecco, per ora, probabilmente il Buon Dio ha trovato ancora fra le nostre città un numero sufficiente di giusti che hanno fermato il suo braccio. E’ indubbio che ci fa da scudo anche la Vergine Maria, la sua presenza fra di noi, fintanto che avviene, è il collante per quella Chiesa che non si arrende al mondo. Naturalmente siamo continuamente invitati alla conversione, fra l’altro sempre sollecitata dal Signore:“…Se cammino in mezzo al pericolo, tu mi ridoni la vita…il Signore farà tutto per me.” (dal Salmo 137). Camminiamo eccome in mezzo ai pericoli, senza accorgercene ci lasciamo avvolgere dai tentacoli delle tentazioni che si presentano anche in vesti buone, ma che ci allontanano dalla vita di fede. Pure dal peccato più grave, però, ci si può sganciare ed ecco che il Signore può ritornare a fare tutto, offre se stesso nel Sacrificio Eucaristico, per ciascuno di noi:“…con Lui (Gesù) Dio ha dato la vita anche a voi che eravate morti a causa del peccato.” (dalla Lettera di San Paolo ai Colossesi).
Giovanni Damasceno scriveva: “Per merito tuo ho la vita. Tu mi riconduci nella grazia di tuo Figlio e sei il pegno certo della mia salvezza. Ti supplico, dunque, di liberarmi dal peso dei miei peccati, distruggi le tenebre della mia mente, scaccia i legami terreni dal mio cuore, reprimi le tentazioni dei miei nemici e guida la mia vita, così che possa giungere per tuo mezzo all’eterna felicità del Paradiso.”
Se questo fosse anche la nostra intenzione, se fosse la nostra umile disponibilità ad interrogarci nella preghiera e nelle opere di carità, allora scopriremmo con immediatezza il significato profondo del Vangelo di oggi:“…quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe…Se voi dunque, che siete cattivi, tanto più il Padre vostro darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono. (dal Vangelo di Luca).
Purtroppo ci sono pure padri (e madri) che danno ai figli il peggio che si possa immaginare, i fatti recenti di cronaca lo dimostrano, come ci sono, purtroppo, anche coloro che malignamente tentano di sovvertire le figure del padre e della madre (vedi Bibbiano). Ecco che ritorna lo spettro di Sodoma, ma il Padre nostro, quello che preghiamo con la magnifica preghiera che Gesù ci ha insegnato, è Padre nel vero senso della parola e non ci abbandona. Addirittura, dopo il Figlio, ci assicura lo Spirito, ma, attenzione, solo se glielo chiederemo. L’abbiamo chiesto al momento del Battesimo e degli altri Sacramenti è vero, come è vero, però, che se non intensificheremo le nostre preghiere, come fece Abramo, la realtà di una Sodoma fra di noi continuerà ad essere incombente.
Gen 18,20-32 / Dal 137(138) / Col 2,12-14 / Lc 11,1-13
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