“Generare futuro”, un futuro di
speranza, sostengono i nostri vescovi nel loro messaggio in occasione della
XXXVI giornata per la vita. Diamoci, allora, da fare per diffondere questo
auspicio, sostenendo e confermando tutto il nostro impegno per combattere la
buona battaglia per la vita. Che non è solo la riconferma dei valori non
negoziabili sul diritto a nascere per tutti, sul diritto a vivere in dignità
fino alla fine naturale dell’esistenza. Ma è pure il contrasto alla deriva di
un futuro dell’umanità che non vuole più riconoscere la verità sull’uomo
consolidata nella giustizia e nella libertà.
I vescovi ci dicono, nel
documento, tante altre cose, tutte giuste e vere, legate all’attuale momento
storico impregnato di crisi economica e sociale: se solo come Chiesa locale
fossimo capaci di trasformarle in riflessivi confronti e in concreti fatti di
solidarietà e di fondamenta per la costruzione di un futuro, almeno fra noi,
più comunitario, più fraterno, più sollecito! Allora, proprio si capirebbe
perché siamo sempre costretti ad utilizzare il “noi” quando si tratta di
affrontare i problemi che ci sormontano, che all’orizzonte ci annichiliscono
facendoci tremare, se non riusciremo a fermare quell’onda di distruzione, come
foglie autunnali destinate al marciume di un fango che tutto affonda. E l’onda
è già qui che arriva: quando si vuole ergere l’aborto a diritto civile; quando
si vuole obbligare all’eutanasia come gesto di bontà; quando non si vuole riconoscere l’uomo nella sua
naturale sessualità; quando si vuole distruggere la famiglia, quale naturale
fondamento di ogni civile società; quando si vuole creare, a tutti i costi,
esseri umani senza padri e senza madri; quando lo Stato relativista, proprio
perché tale, si avvia verso la Dittatura relativista; quando il destino
dell’umanità è parametrato solo in funzione della resa economica e
dell’equilibrio di bilancio; quando l’educazione dei figli viene di fatto tolta
al padre e alla madre; quando la Chiesa è l’ultimo baluardo da demolire per la
vittoria definitiva del Male sul cuore degli uomini; quando…tutto questo non
potremo neppure più scriverlo sui giornali, pena la persecuzione ed il carcere
alla luce di una giustizia liberticida che si sta preannunciando anche nelle
nostre aule parlamentari.
Qui non si tratta più di essere
sentinelle, ma di rispondere colpo su colpo, certo con lo stile da cristiani
che devono ritornare a fecondare il mondo con il proprio ancoraggio a Gesù
Cristo e con la propria via morale, come
unici passaggi per ritornare a plasmare la città dell’uomo, nella sicura
prospettiva di poter così guardare con fiduciosa speranza alla Città di Dio.
Di
questo siamo certi, non c’è relativismo che tenga, e nessuno potrà impedirci di
professarlo, confessarlo e viverlo. Cominciando, perché no?, con l’opportunità
di questa benedetta annuale (che diventi per ciascuno quotidiana) giornata per
la vita.
Gaetano Mercorillo
Presidente del Centro di Aiuto alla Vita Lomellino