NULLA VADA PERDUTO

XVII Domenica T.O. 
Anno B

Nulla(e Nessuno) vada perduto

 Se c’è una cosa che mi da fastidio è veder gettare il pane avanzato. Sia a casa che al ristorante. Delle altre pietanze non  mi accorgo più di tanto, mentre per il pane ho sempre una particolare attenzione. Probabilmente, penso sia nel dna umano che si trasmette di generazione in generazione o forse è semplicemente il fatto che Gesù ha garantito la sua presenza fra gli uomini nei secoli, proprio nel pane. Perciò, ascolto con gratitudine la Parola del Signore, per esempio, quando dice:“…venne un uomo che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello.” (dal secondo Libro dei Re)

Il pane è da sempre il nutrimento essenziale, a volte l’unico, dei poveri. La sua condivisione, è un’altra caratteristica che permette di conoscere lo spirito che anima ogni comunità umana. In qualche modo, inoltre, riallacciando il pane al grano e al seme, si è portati a riandare al dono della vita che il Signore continua a perpetuare nei confronti dell’umanità. Perché “il Signore c’insegna che nessuno può conoscere Dio, se Dio non lo istruisce; in altri termini non possiamo conoscere Dio senza il soccorso di Dio, tenendo ben presente che il Padre vuole essere conosciuto.” (Sant’Ireneo di Lione)
Così si capisce meglio la serena preoccupazione del Signore nei confronti della folla che non ha da mangiare. Da notare che poteva tranquillamente fare a meno del coinvolgimento degli apostoli ed invece dice a Filippo di darsi da fare:“…c’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, ma che cos’è questo per tanta gente?” (dal Vangelo secondo Marco)
Oggi possiamo affermare che c’è tanta fame nel mondo, ma cosa possiamo fare con quei pochi missionari rimasti? Sì, ci sono tante Istituzioni che operano in questo ambito ma se confrontiamo le risorse impegnate con quanto si brucia per gli armamenti o per il mantenimento degli animali di compagnia, c’è solo da restare sgomenti. Confidiamo, perciò in quei pochi missionari rimasti perché “solo l’amore fa agire le membra della Chiesa, che se l’amore si fosse spento gli apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo, i martiri avrebbero rifiutato di versare il loro sangue.” (Santa Teresa del Bambin Gesù)
Fu quell’amore che fece agire quei primi discepoli, che poterono così toccare con mano quanto:“giusto è il Signore in tutte le sue vie e buono in tutte le sue opere.” (dal Salmo 144)
Soprattutto, si può certamente aggiungere, quanto sia compassionevole nei confronti di quella moltitudine e di noi altrettanto abbandonati a noi stessi, presuntuosi e indifferenti a quanto ci accade attorno. Non ci manca il pane, ma i livelli di povertà continuano a crescere, mentre si allarga la scristianizzazione del nostro vivere. Motivo per cui appare decisamente anacronistico quanto scrive l’apostolo: “comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore.” (dalla Lettera di San Paolo agli Efesini)
Alcuni giorni fa la Chiesa ha ricordato la figura di San Benedetto. Il suo agire da discepolo del Signore ha risollevato la condizione di miseria in cui era caduta la civiltà di allora. Abbiamo bisogno di un nuovo Benedetto perché “mentre gli odi e le rivalità sollevano e spingono gli uomini gli uni contro gli altri, mentre rapine, stragi, infinite disgrazie e miserie provengono da questo sconvolgimento di popoli e di eventi, San Benedetto raccomanda ai suoi seguaci le santissime leggi dell’ospitalità dei poveri e dei pellegrini perché in essi Cristo viene accolto.” (Papa Pio XII) Ecco, allora, che l’invito di Paolo ha una sua piena giustificazione. Dipende, a questo punto, solo da noi renderlo attuabile ed efficace e mentre guardo il pane sulla mia modesta tavola decido di benedirlo perché è il momento di ascoltare con attenzione l’ordine di Gesù:“…raccogliete i pezzi avanzati perché nulla vada perduto.”
Ultimamente molto si è perduto, ma su quell’invito, su quel pane spezzato per molti, possiamo contarci. Riprendiamo la raccolta, poca o tanta essa sia, quanto basta per il Signore.
2Re 4,42-44 / Sal 144(145) / Ef 4,1-6 / Gv 6,1-15
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