28 gennaio 2023

Ti ho cercato e Ti ho trovato, Signore !

Quarta Domenica
Tempo Ordinario

anno A

Ma che fatica Signore, ogni giorno! Vero che t’ho cercato negli anni del dubbio, dell’esuberanza, della contestazione, in mezzo ai “campi di granturco”, come cantava De Andrè. Per dire che non mi bastavano più i luoghi scontati, nelle feste comandate, ed infatti t’ho trovato nel silenzio di una chiesa e nel dolore e in qualsiasi dolore: “…cercate il Signore voi tutti, poveri della terra, che eseguite i suoi ordini, cercate la giustizia, cercate l’umiltà.” (dal Libro del profeta Sofonia)
E’ proprio vero, solo i poveri cercano il Signore, in lui trovano consolazione. I ricchi, invece, pensano di non averne bisogno, perché loro si sentono superiori, come quelli della Camera dei Deputati che in massa hanno approvato un ordine del giorno che impegna il governo a non intervenire in alcun modo sulla sciagurata legge 194 che autorizza legalmente l’uccisione del più indifeso essere umano, quello nel grembo di sua madre.
E’ scomparso l’amore sulla faccia della terra? Sì, se non viene cercato.

Papa Benedetto XVI scriveva che “Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento.”
Sembra ovvio, perciò se non si cerca Dio non si troverà neppure il prossimo. E’ questo è il dramma della nostra epoca, come dimostra il “giorno della memoria” che abbiamo appena celebrato. Quello del secolo scorso, come quello di questi ultimi tre anni. Ma di buono c’è che:“…il Signore rimane fedele per sempre…il Signore regna per sempre, il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.” (dal Salmo 145)
Ciò che è strano in questa promessa è che il Buon Dio non demorde, perché gli basta anche solo un uomo che, con la sua apertura alla verità e alla bellezza, con il suo senso del bene morale, con la sua libertà e la voce della coscienza, con la sua aspirazione all’infinito e alla felicità, s’interroghi sull’esistenza di Dio. Ecco, quell’uomo gli basta, di generazione in generazione, per continuare ad essergli fedele ed a non stancarsi di lui.
Il bello, poi, è che a Lui basta anche poveraccio qualsiasi:“…quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti.” (1° Lettera di S. Paolo Apostolo ai Corinti)
Purché quel poveraccio, ogni giorno, si metta in pista per cercarlo e quando lo trova, nell’intimo della sua coscienza, nelle pieghe della legge naturale, non abbia timore a gridarlo sui tetti, incurante dei ghigni di quei sapienti che credono di essere Dio in terra e, invece, altro non sono che vassalli del principe della menzogna.
Un altro papa, Leone XIII scriveva che “ai poveri poi, la Chiesa insegna che innanzi a Dio non è cosa che rechi vergogna, né la povertà, né il dover vivere di lavoro.”  Appunto, non come i sapienti che vivono della loro supponenza e del salario da sicario.
Si capisce, allora, tutto il brano del Vangelo di Matteo che ci viene proposto, si capisce perché Gesù avvisa i suoi discepoli con:“…beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Quanto sono vere queste parole. Ripenso ai tempi non troppo lontani delle campagne referendarie sul divorzio, sull’aborto: quanti insulti, quante menzogne, quanto male diffuso nel cuore della gente, quanta divisione, sofferenza a causa, appunto, del voler testimoniare il Vangelo della Vita. Non so quanto sarà grande la ricompensa, so solo che ogni volta che il mondo vorrà trattenerci, dovremo ricordarci della Parola di Gesù che dice ai suoi discepoli: “alzatevi, andiamo via da qui.” Ogni volta che saremo tentati di sederci, di sistemarci, compiaciuti di restare dove siamo, ricordiamoci di quel comando. Solo così potremo,ogni giorno, sperare di trovare il nostro Signore.

Sof 2,3;3,12-13 / Sal 145(146) / 1Cor 1,26-31 / Mt 5,1-12a
digiemme