IL MISTERO DELL’AMORE

Santissima Trinità  (Anno B)

Io sono con voi fino alla fine del mondo
Ogni tanto qualcuno mi dice che l’insegnamento della Chiesa è arcaico, un’oppressione medioevale. A parte che non conosce il medioevo, gli mando, comunque a dire che è parecchio distratto perché, invece, è il giogo del mondo che rende schiavi e fa soffrire terribilmente le persone. Qualcun altro attacca che un conto è Gesù, un altro è il Dio dell’Antico Testamento, dando libero sfogo a ragionamenti a fior di pelle senza voler, però, soffermarsi nello studio e nell’accettazione del mistero di un Dio che è Padre. Che lo è perché fra tutte le creature ha voluto per sé proprio l’uomo, lo è perché ha inviato per questo il Figlio, e non cessa di dimostrarcelo concedendoci il dono dello Spirito Santo. La Chiesa ci ricorda queste cose con la celebrazione di questa Festività, e la Parola ci guida ad una semplice comprensione ed accettazione che parte dal bisogno, per l’uomo, della felicità: “… osserva, dunque, le sue leggi e i suoi comandi perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te.” (dal Libro del Deuteronomio)

Non è, quindi, così difficile trovare la strada della felicità. Accettarsi per quello che siamo, donare quel poco o tanto che possediamo, con rispetto ed amicizia verso gli altri, essere fedeli verso le persone che ci sono più vicine, la moglie, il marito, i genitori, i figli, i fratelli. Guardare questi nostri intimi come Dio guarda noi, non è poi la fine del mondo perché: “… egli ama la giustizia e il diritto, dell’amore del Signore è piena la terra.” (dal Salmo)
Certo, senza la pratica della giustizia e del diritto non si può realizzare la pace sulla terra, l’amore del Signore rimane coperto dall’ombra della prevaricazione che il male e l’egoismo stendono anche su questi terribili giorni che stiamo vivendo. Occorre una Luce, occorre uno Spirito per capirlo e solo se si sperimenta l’Amore Trinitario, cioè lo scambio dei doni, in primis fra noi credenti, allora scopriremo la libertà del cuore, che scoppierà di gioia, di pace, di fortezza, di voglia sempre maggiore di amare, di aiutare, di accogliere il bambino che deve nascere, la sua mamma, il suo papà, la gente del suo paese, della sua parrocchia. Allora potremo capire che: “… e voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi.” (dalla Lettera di San Paolo ai Romani)
Smettiamo, perciò, di vivere nella paura, non assoggettiamoci a coloro che vogliono tenerci schiavi dei loro interessi, del loro malvagio desiderio di potere, delle loro vessazioni illogiche e dispotiche. Vogliamo essere liberi e felici, vivere la nostra fede senza essere ossessionati dal benessere ad ogni costo. Dobbiamo imparare ad ubbidire, invece, ad ogni costo, a Gesù, anche se la nostra ubbidienza non sarà compresa da coloro che non lo conoscono o non vogliono accettarlo. Importante è che anch’essi vedano l’amore vero. Se lo vedono lo potranno imparare. Per questo:“… andate, dunque, e fate discepoli tutti i popoli … ed ecco io sono con voi fino alla fine del mondo.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Quindi, abbiamo questa certezza: il Signore Gesù è una presenza vera, viva in mezzo a noi, purché non ce ne stiamo con le mani in mano, purché sappiamo adorarlo nella sua Trinità Infinita, nel Padre e nello Spirito Santo, perché quella Trinità è la “fonte della vita”, come dice una canzone. Sappiamo bene che l’ambiente, il mondo in cui viviamo vuole cancellare questa presenza dalla nostra memoria, non importa, affidiamoci a quel mistero d’Amore e saremo testimoni della sua vittoria.

Dt 4,32-34.39-40 / Sal 32 / Rm 8,14-17 / Mt 28,16-20
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