I SANTI TRA NOI

Ascensione del Signore
Sono cresciuto in una famiglia e in un paese dove era facile capire cosa voleva dire volersi bene. Capivo che doveva esserci un motivo per cui era così facile e naturale vivere. I legami famigliari avevano certamente la loro importanza, per il resto mi ero convinto che il tutto fosse tenuto insieme dalla presenza della grande parrocchiale, dell’oratorio, con il bar e tutto il resto, dal signor parroco che, tonaca svolazzante, in bicicletta o a piedi era in ogni dove. Poi, la signorina del catechismo ci ha insegnato i comandamenti del Signore Gesù Cristo, ed è stato tutto più chiaro. Il suo ultimo comandamento, infatti, era che ci amassimo gli uni gli altri. San Paolo ce lo spiega in modo concreto: “… comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore.” (dalla Lettera agli Efesini)

Però, lo so bene, in ogni famiglia, in ogni comunità cresce anche la zizzania, che infesta e rende amara l’esistenza. In antitesi crescono, perciò, egoismo, arroganza, menefreghismo, cattiverie e maldicenze che spaccano e dividono famiglie, amicizie, condivisioni, comunione di beni. Se queste prendono il sopravvento, la società, come la storia insegna, si sgretola con tutte le conseguenze che questo comporta: guerre, sopraffazioni, sfruttamenti, povertà, fame, dittature. Comporta, pure, come è facile immaginare, il rifiuto della religione, del supporto della fede, dell’allontanamento da Dio. Ora, alla luce di quello che stiamo vivendo, nella società civile e nella Chiesa, viene da dire che il Signore abbia deciso di lasciarci soli, pensando a questa domenica in cui si celebra la solennità dell’Ascensione, ma “… Dio regna sulle genti, Dio siede sul suo trono saldo.” (dal Salmo)
Dio, che è Padre, ha un progetto ben preciso su ciascuno di noi, penso che ognuno possa facilmente capirlo: non siamo un accidente della materia, una combinazione chimica, un errore da contraccettivo. Chi la pensasse così, ha ben pochi motivi per continuare a vivere, se non quelli di sfruttare al massimo, a suo uso e consumo, lo spazio che occupa sulla terra, con tutte le logiche che questo comporta. Dio, invece, ci dice di ascoltarlo: “… non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere." (dagli Atti degli Apostoli)
A noi può e deve bastare il fatto che abbia mandato suo Figlio Gesù Cristo ad incarnarsi nel grembo della Vergine Maria. Certo, ci vuole fede, ma non per niente abbiamo ricevuto lo Spirito Santo con il Battesimo, perciò: “… di me sarete testimoni … fino ai confini della terra.” (dagli Atti degli Apostoli)
Basterebbe essere testimoni, comunque, in famiglia, per le strade del nostro paese.
Non c’è più il mio vecchio parroco, con la sua svolazzante tonaca, ma c’è ancora chi va per le case del paese e sa incontrare, sa ascoltare, sa consolare. Vede che c’è ancora aiuto e solidarietà nelle famiglie, c’è ancora chi sa rimboccarsi le maniche per assistere il proprio congiunto, il tutto nel silenzio, con il sorriso imperlato di preghiere e buone parole. Torna a casa, a sera, ringraziando il Signore perché ci sono ancora i santi tra di noi:“… allora essi partirono e predicavano dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.” (dal Vangelo secondo Marco)
Il Signore è sì asceso, allora, ma, lasciandoci lo Spirito Santo, ci ha garantito la presenza, ancora, nonostante tutto, di santi tra di noi. Quelli che non tradiscono la sua Chiesa.

At 1,1-11 / Sal 46 / Ef 4, 1-13 / Mc 16,15-20

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