Va Domenica di
Quaresima (Anno B)
In
questa quarta settimana di quaresima appena trascorsa abbiamo incontrato la
persona di San Giuseppe, una figura da cui, per vari motivi, siamo un po’ tutti
attratti. Forse perché ci è facile immaginare il suo stato d’animo quando si è
accorto che la sua futura sposa era incinta, non si sa come e da chi! Lo
sconforto e l’angoscia avranno attanagliato quell’uomo buono, così da sentirsi
preso in giro quando Maria gli avrà raccontato quanto le era accaduto. Ma
Giuseppe poteva credere a fatti così misteriosi e soprannaturali? “…porrò
la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore.” ( dal Libro del
Profeta Geremia). Ecco,
sicuramente in quel giovane discendente di Davide, docile e buono, la legge di
Dio era il suo faro. Secondo la legge di Mosè avrebbe dovuto denunciarla, ma
egli amava Maria e non voleva farle del male, non voleva pubblicamente
ripudiarla. Fu allora che Dio intervenne con la visione notturna dell’angelo
che gli rivelò l’opera dello Spirito nel seno della Madonna. Allora Giuseppe,
anche lui pieno di Fede nel Signore, prese in mano la situazione e mise a
disposizione la sua vita per adempiere al Disegno dell’Altissimo e “…Cristo
divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”(dalla Lettera agli Ebrei)
E qui sta il problema: quanti sono ancora capaci di obbedire?
E qui sta il problema: quanti sono ancora capaci di obbedire?
Anche fra coloro,
che chiamati da Gesù, hanno deciso di
seguirlo senza se e senza ma. Nessuno ti obbliga a seguirlo, Lui chiama tutti a
vivere per lui, anche se in forme diverse, ma purtroppo pure nel nostro
ambiente cristiano ci sono molte distrazioni. Quelle che rendono difficile
riconoscere la sua voce e decidersi per lui, per ricevere la sua vita:
“…chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Oggi un discorso come questo di Gesù sembra proprio anacronistico. Vogliamo scherzare, rifiutare quanto di godibile posso prendere dal mondo? Ma chi me lo fa fare, la vita è qui e adesso! Stolto, prova ad andare ad una riesumazione in un qualche cimitero e guarda cosa resta di quella persona, così potente, godereccia, bella da vedere, che sembrava spaccare il mondo. E quello è solo lo spettacolo della parte fisica, che ne è stato del resto, è tutto perso nell’inferno del niente. A nessuno si può augurare questa fine, perciò: “…insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.” (dal Salmo 50)
E’, allora, questo il compito di chi si dichiara cristiano perché scriveva Sant’Ambrogio: “tutto è per noi Cristo. Se desideri medicare le tue ferite, egli è il medico. Se bruci di febbre, egli è sorgente ristoratrice. Se sei oppresso dalla colpa, egli è giustizia. Se hai bisogno di aiuto, egli è la forza. Se temi la morte, egli è la vita. Se desideri il cielo, egli è la via. Se fuggi le tenebre, egli è la luce. Se cerchi il cibo, egli è il nutrimento.” A quanti sono in difficoltà possiamo, con estrema naturalezza, esporre queste certezze: alla fanciulla che aspetta un bambino, al padre di famiglia in difficoltà con il lavoro, al malato in un letto d’ospedale, a chi ha perso la fiducia, a chi si trova in una casa di riposo, a chi è subissato dalle responsabilità, a chi non aspetta più nessuno. Perciò, ancora oggi, e proprio a noi Gesù chiarisce:“…chi mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.”
In poche parole: “seguimi!”
“…chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Oggi un discorso come questo di Gesù sembra proprio anacronistico. Vogliamo scherzare, rifiutare quanto di godibile posso prendere dal mondo? Ma chi me lo fa fare, la vita è qui e adesso! Stolto, prova ad andare ad una riesumazione in un qualche cimitero e guarda cosa resta di quella persona, così potente, godereccia, bella da vedere, che sembrava spaccare il mondo. E quello è solo lo spettacolo della parte fisica, che ne è stato del resto, è tutto perso nell’inferno del niente. A nessuno si può augurare questa fine, perciò: “…insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno.” (dal Salmo 50)
E’, allora, questo il compito di chi si dichiara cristiano perché scriveva Sant’Ambrogio: “tutto è per noi Cristo. Se desideri medicare le tue ferite, egli è il medico. Se bruci di febbre, egli è sorgente ristoratrice. Se sei oppresso dalla colpa, egli è giustizia. Se hai bisogno di aiuto, egli è la forza. Se temi la morte, egli è la vita. Se desideri il cielo, egli è la via. Se fuggi le tenebre, egli è la luce. Se cerchi il cibo, egli è il nutrimento.” A quanti sono in difficoltà possiamo, con estrema naturalezza, esporre queste certezze: alla fanciulla che aspetta un bambino, al padre di famiglia in difficoltà con il lavoro, al malato in un letto d’ospedale, a chi ha perso la fiducia, a chi si trova in una casa di riposo, a chi è subissato dalle responsabilità, a chi non aspetta più nessuno. Perciò, ancora oggi, e proprio a noi Gesù chiarisce:“…chi mi vuol servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore.”
In poche parole: “seguimi!”
Ger 31,31-34 / Sal 50(51) / Eb 5,7-9 /
Gv 12,20-33
digiemme