IL MERCATO

IIIa Domenica di Quaresima(Anno B)

Quanto sta avvenendo era impensabile fino a pochi decenni fa. Forse non si vendono più indulgenze, i servizi liturgici su richiesta sono ad offerta, vendita di oggetti sacri e ricordi di pellegrinaggi sono in spazi esterni alle chiese, il turismo religioso è mitigato dal desiderio di conoscere e di ammirare le bellezze dedicate a Dio, ma c’è un altro mercato che  scandalizza, quello della derisione della fede. Non mi riferisco tanto alle macchiette sul palco di Sanremo, segno della pochezza culturale e mentale di quegli ideatori e di coloro che permettono tali sconcezze, oltre tutto pagate con i soldi degli abbonati, indipendentemente dal non accendere la tivù su quel canale. Mi riferisco a coloro che utilizzano le chiese per fatti e iniziative che nulla hanno a che fare con il culto.
Hanno svenduto il sacro, svendono chiese per farne sale polifunzionali, ristoranti, per farle abbattere e costruire residenze di lusso. Questo è il mercato cui stiamo assistendo, impotenti:“…portate via da qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato.” (dal Vangelo secondo Giovanni).
Stiamo facendo di peggio e tutto questo perché Gesù non è più al primo posto nel cuore di tutti noi. Se Gesù non è amato dai parrocchiani, invano si fanno incontri e riunioni, invano il parroco corre a destra e a sinistra, quando corre. Se Gesù non è nei nostri desideri, invano si fa ecclesia. Ma se quando si entra in chiesa per la Santa Messa sembra di entrare in un circolo, oppure alla fine, dopo l’andate in pace,  sembra di essere in piazza, ditemi voi se il Buon Dio non debba adirarsi: “…perché io, il Signore sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione.” (dal Libro dell’Esodo)
E di colpe noi, come allora, ne abbiamo molte. Basta pensare alla docilità con cui si sono accettare tutte le disposizioni intimate nell’operazione di risettaggio del nostro vivere a causa di una fantomatica epidemia. In altri tempi, neanche troppo lontani, la Chiesa avrebbe fatto processioni, preghiere pubbliche, invocazioni, digiuni e penitenze per chiedere la cessazione della calamità. Oggi, il ricorso al perdono pubblico da Dio, alla sua misericordia sembra ininfluente, nessun timore ci spinge a questo: “…il timore del Signore è puro, rimane per sempre.” (dal Salmo)
Ma per quelli in cui sussiste il timor di Dio, c’è ancora speranza, c’è ancora desiderio di lottare nonostante tutto, convinti che: “…Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, (mentre) per i Giudei è scandalo, stoltezza per i pagani.” (dalla prima Lettera di San Paolo ai Corinzi)
Noi siamo di quella generazione che usufruisce della fedeltà di cristiani, preti, religiosi, vescovi e papi che sono stati fedeli alle promesse del Signore, perché così dice il Buon Dio che:“…dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.” (dal Libro dell’Esodo)
Ora che i suoi comandamenti sono disattesi dalla quasi totalità dei popoli diffusi sulla terra con leggi omicide come quelle sulla legalizzazione dell’aborto, leggi distruttrici come quelle contro la famiglia naturale, che cosa stiamo offrendo alle successive generazioni, ai nostri figli, ai nostri nipoti? Un altro mercato, quello della svendita della dignità umana, quello che vede ergersi un nuovo dio, ad immagine e somiglianza dell’uomo, manipolato e asservito al principe del male. Un mercato che, però, ne sono certo, ora come allora, Gesù manderà all’aria. Proviamo a dargli una mano.

Es 20,1-17 / Sal 18(19) / 1Cor 1,22-25 / Gv 2,13-25
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