IN DISPARTE

IIa Domenica di Quaresima (Anno B)


“…fratelli, se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?” (dalla Lettera di San Paolo ai Romani)
Mi sembra di vederlo San Paolo, tranquillizzare i romani sotto pressione per la caccia ai cristiani scatenata dai padroni di allora. La sua autorevolezza era sicuramente notevole, dicono, non altrettanto la sua eloquenza. Però, sapeva sicuramente scrivere, come dimostrano le sue lettere. E i cristiani crescevano di numero, nonostante le persecuzioni. Il mio parroco, da bambino, aveva la stessa autorevolezza, quando andava sull’ambone e tuonava, e la gente lo ascoltava, aveva fiducia in lui e nessuno si sognava di trascurare i bisogni della parrocchia, dei poveri, dell’educazione, dell’oratorio, delle processioni, delle catechesi. E i cristiani crescevano, se non di numero, quanto meno nella consapevolezza della presenza e della testimonianza nella società, nella politica, nella professione della nostra religione. Fino a quando, il consumismo da una parte, il modernismo dall’altra, non hanno minato le fondamenta della morale cristiana e lo stesso corpo ecclesiale. I risultati sono davanti ai nostri occhi, tanto che confusione e dispersione sono ormai un’evidenza tale da rendere la presenza dei cristiani nella società quasi totalmente ininfluente. A stento si riesce a trovare testimoni autentici, capaci di credere nonostante tutto:
“…ho creduto anche quando dicevo: “sono troppo infelice”.” (dal Salmo 115)
Come non riconoscere di essere infelici, di ripensare ai tempi dell’infanzia per trovare consolazione. Eppure c’è ancora chi crede, chi persevera. La perseveranza è fatta di decisione e pazienza. E quanta ne occorre di quest’ultima. La decisione sta, invece, nel continuare a credere, anche nelle difficoltà. Penso a coloro che sono in prima linea nella difesa della vita, che rimangono fedeli alla pastorale della vita, al Vangelo della vita. Quanta perseveranza dimostrano. Sanno rimanere fedeli e attendono il frutto che ancora non si vede, ma c’è, pronti a sacrificarsi perché si affidano a colui che li ama e li sostiene nelle decisioni difficili: “…ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito.” ( dal Libro della Genesi)
Decisioni difficili che ogni giorno tutti noi siamo costretti a prendere. E’ il peso della vita, quella vera, quella che non si vuole schivare, quella che dà senso all’esistenza stessa di ogni uomo, di ogni essere umano che si affaccia sul mistero grande della chiamata di Dio. Con quanta pace potremmo vivere se riuscissimo a ricordarci, ogni tanto, che Dio è davvero nostro Padre. Purtroppo non ci viene spontaneo abbandonarci a lui, però in questo tempo di Quaresima possiamo cogliere l’occasione per andare un po’ in disparte:
“…in quel tempo, Gesù prese con sé, Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.” ( dal Vangelo secondo Marco)
Senza timore, proviamo a sostituire quei nomi dei tre apostoli e mettiamoci il nostro. Il potere che Gesù diede ai dodici non è un potere che essi tengono in tasca ed usano al bisogno. Quel potere è sempre di Gesù, loro diverranno strumenti utili nella misura in cui lo eserciteranno uniti a lui. Ecco, anche a noi è stato messo in saccoccia quel potere nel giorno del Battesimo. Forse ce lo siamo scordato, per questo c’è bisogno di andare in disparte, lontano dalla confusione, senza disperderci, in alto, cioè il più intimamente vicini al cuore di Dio, per contemplarlo e lasciarci da lui trasformare. Così, forse, potremo tornare ad esercitare quel potere, ma solo, quando con fiducia lo invochiamo. E’ così che Gesù interviene ancora.

Gen 22,1-2.9°.10-13.15-18 / Sal 115(116) / Rm 8,31-34 / Mc 9,2-10

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