La nascita di Gesù è da festeggiare
solennemente, ma il Natale è subordinato liturgicamente alla Pasqua che è il
centro attorno al quale ruota l’intero anno cristiano. Che la festa del Natale
sia sotto attacco da parte del sistema consumistico per trasformarla in una
festa “laica” a prescindere dalla causa prima dell’avvenimento è ormai un dato
di fatto, ma noi dobbiamo essere coscienti della verità contenuta nell’epistola
agli Ebrei: “…mediante quella volontà siamo santificati per mezzo dell’offerta
del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.”
Mi è capitato di vedere un presepe che veniva
rappresentato in modo tradizionale, dove il paesaggio si elevava, nella parte opposta
alla capanna, verso un’ondulata collina alla cima della quale si stagliavano
tre croci. Dall’incarnazione alla resa di morte per il Figlio di Dio che
prelude alla Resurrezione e alla sconfitta della morte affinché si realizzino
tutte le profezie: “…Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, suo
Dio, con la maestà del nome del Signore.” (dal Libro del Profeta Michea).
Egli si è elevato nella Pasqua, lasciandoci
lo Spirito Santo perché con il suo dono riuscissimo a testimoniarlo, contando
sulla sua forza e glorificandolo nell’annuncio della fede. Questo è il nostro
compito, da battezzati, nella vita che ci è data da spendere per il bene del
nostro prossimo. Siamo chiamati a fare questo all’interno della sua Chiesa,
nella Missione e nella difesa delle verità di fede che essa professa. Spesso,
purtroppo, nella storia, ed anche oggi, il tradimento alberga nel cuore stesso
degli uomini, soprattutto di quegli uomini con incarichi particolari
all’interno della comunità: ordinati, religiosi, professi, preoccupati solo di
seguire il mondo. Le conseguenze sono ben ricordate dal Salmo: “…perché hai
aperto brecce nella sua cinta e ne fa vendemmia ogni passante? La devasta il
cinghiale del bosco e vi pascolano le bestie della campagna.”
Perché vediamo uomini e donne strenui
oppositori del cristianesimo che entrano nelle chiese e che vengono lodati
senza che questi manifestino il minimo pentimento?
Perché sentiamo parlare di religioni di pace
quando queste stanno trascinando il mondo all’ultimo scontro e non bastano lo
scannamento di ingenue fanciulle o il sacrificio di un povero prete per
smetterla con l’illusione dell’integrazione? La realtà è questa e solo con una
precisa identità della nostra civiltà, la coerenza nei nostri valori, la difesa
della vita e della famiglia così come ci hanno insegnato due millenni di
cristianesimo, si riuscirà a dare un futuro ai nostri figli. Scriveva San Luigi
Orione: “Non disperiamo, ma anzi confidiamo grandemente in Dio. Non siamo di
quei catastrofici che credono che il mondo finisca domani. La corruzione e il
male morale sono grandi, è vero, ma ritengo e fermamente credo che l’ultimo a
vincere sarà Iddio…Noi, per quanto minimi, dobbiamo portare il contributo della
nostra vita.”
Il criterio per portare il nostro contributo,
a questo punto, può essere solo quello di Maria:
“…in quei giorni Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda…” (dal Vangelo di Luca)
Non è più il tempo di dormire, bisogna
alzarsi e in fretta perché le cose non vanno bene, perché abbiamo ancora,
nonostante tutto, tanta forza da mettere al servizio per il bene di tutti.
Maria lo fece per aiutare sua cugina, anziana e incinta, noi facciamolo per la
nostra Chiesa, anziana e in difficoltà, per ritrovare il senso ultimo della sua
presenza fra gli uomini. Ne saremo consolati come è successo a Maria:
“…ecco appena il tuo saluto è giunto ai miei
orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.” (dal Vangelo di
Luca)
In questa consolazione e in questa gioia
scopriamo tutto il significato del nostro vivere: un bambino che non è ancora
nato ci parla della gioia, dello stupore, dell’amore ed è lui stesso la strada
che ci permette di sussultare, anche noi, per la meraviglia della vita stessa.
Strada scelta da Gesù stesso: ecco perché l’accoglienza della vita è valore
assoluto, inalienabile; ecco perché, forse inconsciamente, anche il mondo che
vuole stravolgere il Natale, in fondo non può farne a meno.
Mi
5,1-4 / Sal 79 (80) / Eb 10,5-10 / Lc 1,39-45
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