Seconda domenica di
Avvento (Anno C)
C’è qualcuno disposto a percorrere tutta la
regione, tutte le contrade, tutte le nazioni per chiedere alla gente una
conversione di vita radicale?
“…egli percorse tutta la regione del
Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei
peccati…voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore.” (dal
Vangelo di Luca). C’è oggi sempre più bisogno di profeti veri
che sappiano indirizzare i cuori verso Cristo,
affinché non restino intrisi di
tutto e il contrario di tutto. Mi sovviene Papa Benedetto XVI che si domandava:
“Che ne è stato della nostra fede? In che
misura sappiamo noi oggi comunicarla? La certezza che Cristo è risorto ci
assicura che nessuna forza avversa potrà mai distruggere la Chiesa.” Fa eco a
quanto ci ricorda il Salmo: “…quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci
sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra
lingua di gioia.”
Quindi non demordiamo, il Signore ancora una
volta riabiliterà la Chiesa ed allora anche noi potremo esprimere la nostra
gioia:
nel contemplare le meraviglie della
creazione;
nel commuoverci al sentire il vagito del
neonato;
nell’abbracciare la stanchezza di chi serenamente
guarda al tramonto della sua vita.
Non riusciamo minimamente a immaginare quanto
amore può scaturire da questo stile d’esistenza perché: “…perché Dio ricondurrà
Israele con gioia alla luce della sua gloria, con la misericordia e la
giustizia che vengono da Lui.” (dal Libro del profeta Baruc)
Tutto viene da Cristo, ancora Papa Benedetto
XVI riflette: “Ci anima anche la consapevolezza che soltanto Cristo può
pienamente soddisfare le attese profonde di ogni cuore umano e rispondere agli
interrogativi più inquietanti sul dolore, l’ingiustizia e il male, sulla morte
e l’aldilà”.
Questa volta gli fa eco San Paolo quando
scrive ai Filippesi: “…e perciò prego che la vostra carità cresca sempre più in
conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è
meglio ed essere integri e irreprensibili.”
Ma chi si dimostra, in questo momento storico,
integro e irreprensibile viene subito etichettato come
integralista. Discernimento è poi diventata una parola d’ordine che serve per
sdoganare qualsiasi comportamento, salvo dimenticare che la conoscenza è
fondata unicamente sulla verità e che questa, per fede, va salvaguardata e non
condizionata dai “segni dei tempi”.
Perché la nostra fede è fondata, anche se
occorre che questa fede diventi vita in ciascuno di noi.
Ecco perché occorre che qualcuno sia quella
voce che grida nel deserto delle nostre città, nell’abbandono dei nostri paesi,
sopra il vociare dell’etere, qualcuno che ritorni ad urlare, come Giovanni, che
senza Cristo la sorte della Chiesa è segnata. E se davvero quando Lui tornerà e
non troverà fede fra di noi? Non è possibile, perché almeno noi, che abbiamo
ascoltato la sua Parola, andiamo, da adesso, a preparare la via del Signore.
Bar
5,1-9 / Sal 125(126) / Fil 1,4-6.8-11 / Lc 3,1-6
digiemme