Emergenza al Centro di Aiuto alla Vita Lomellino


Una telefonata che ti sorprende nel bel mezzo di una vacanza al mare.
E’ il ginecologo che non ti aspetti, che ti parla e ti dice (ma è proprio lui ?) che forse un bambino si potrà salvare, ma serve l’aiuto e la presenza di tutti, anche la tua.
Improvvisamente sole, mare, nuotate, sabbia bollente, vele bianche, chiacchiere d’ombrellone perdono gusto e colore: quello che conta è arrivare in tempo, tornare per tempo e di tempo ce n’è poco.
Ecco in questi casi sembra che i minuti e le ore scorrano più veloci e i giorni utili sono pochi.
Da quel momento è tutto un susseguirsi di chiamate, messaggi, concitate ricerche: chi è a casa?chi può andare all’appuntamento ormai fissato? Non hai dubbi , lasci tutto, sali in macchina e torni verso la città afosa, che ti pare lontanissima. Il viaggio, al contrario, ti sembra breve, tanti sono i pensieri che affollano la tua mente e le preghiere che cerchi di mormorare, anche quelle che pensavi di non ricordare più.
Finalmente arrivi nel gelido reparto ospedaliero, incontri l’amica che sarà con te in questo colloquio che si presenta non facile e poi… arriva lei, la futura mamma.
E’ una donna forte, quasi rude, che ti guarda dritto negli occhi, che non vorrebbe tirarsi indietro di fronte a una responsabilità, non l’ha mai fatto, ma questa volta è diverso, le difficoltà sono tante, troppe, sembrano insormontabili.
Non trovo le parole giuste, non vengono mai, invece Lena parla con dolcezza, sa usare le parole e il tono giusto della verità, tocca i tasti più sensibili.
Silvia scioglie la sua durezza, piange, sa cos’è una vita. Glielo ha detto anche la sua bambina Chiara, che ha saputo del fratellino che potrebbe arrivare.
Ecco quel fratellino c’è, lei è sicura, perché il dottore, con una strana e complicata macchina, le ha fatto ascoltare il battito, il suo cuore batte forte, è vivo, è nascosto, ma si può fotografare!
Possiamo ucciderlo? La mamma piange, sa che non lo farà e noi l’aiuteremo, come l’ha aiutata quel burbero ginecologo, che ha captato il grido d’aiuto che a lui, in particolare, veniva lanciato. 

Piera

La fede e le opere


E' proprio amletica l'affermazione, sulla fede e sulle opere, dell'apostolo Giacomo, il "fratello" di Gesù. Permette, fin dal principio, di fare esegesi anche grazie alle posizioni dell'apostolo delle genti, Paolo, che, di primo acchito, sembrano in contrasto con quanto esposto da Giacomo.     Io, però, me ne sto lontano, non sono all'altezza.
So, invece, per esperienza, che la fede permette di superare quella fase della vita dove ti sembra di aver perduto tutto. Mi consola la "Parola" che mi assicura: perdendo la tua vita per causa di Gesù e del vangelo, la salverai. Deciderà poi, comunque, Lui.
Per adesso facciamo i conti con la fede. Gioco forza, dico io, che se è vera si trasforma in opere. Non può che essere così. E non è difficile, basta stare dietro a Lui e, dice bene Giacomo, con questa logica non possiamo non fare le opere: per amore non possiamo più lasciare che gli uomini meno fortunati, meno abbienti, più poveri non vengano aiutati.
La Chiesa con la sua millenaria saggezza, ci ha anche dato le dritte con le famose sette opere di misericordia corporale, accompagnate, però, dalle sette spirituali.La misericordia, da sempre, è la strada maestra attraverso cui si esprime la carità cristiana nella chiesa. Forse oggi c'è un uso inflazionato di "misericordia", ma mi preme evidenziare almeno due delle magnifiche 14 opere di misericordia. Opere di misericordia
Voglio sottolineare che tutte queste opere hanno come orizzonte operativo la vita di ogni uomo, sempre, in ogni momento della sua esistenza che va oltre la morte.

Dicevo, voglio sottolinearne almeno due: "seppellire i morti" e "pregare Dio per i vivi e per i morti" ed è ben spiegato il motivo. I bambini che non vedranno la nascita in quanto uccisi con l'aborto legale perché non debbono essere seppelliti? Perché non dobbiamo pregare anche per loro? Sono forse uomini, figli di un dio minore, di serie B?
Per la legge degli uomini SI, ma per la Chiesa di Dio Padre, NO! Per questo motivo ogni ultima domenica del mese ci si trova alle 16,00 presso la chiesa della Madonna degli Angeli in Vigevano e si prega per i figli di Dio uccisi nel grembo materno e si dà loro un nome.


Per questo motivo vorremmo anche seppellirli e c'è una proposta pronta per rendere operativo questo desiderio.

Al riguardo mi sento di lanciare un appello a quanti volessero collaborare a tale progetto. E' un’opera, un impegno non da poco (già viene svolto in tanti luoghi grazie all'associazione di fedeli "Difendere la vita con Maria"), opera che, se ben supportata da tanti misericordiosi buon cristiani, potremo realizzare anche qui da noi.
Con le opere si può "perdere la vita", ma il buon Dio, in cambio, ci dice che la salveremo.

Non è cosa da poco
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digiemme

La Parola e la Vita: Effatà


Ci sono difficoltà, c'è crisi, ci sono guerre. ci sono distruzioni, ci sono annientamenti nel mondo.Se ci si affaccia alla finestra sul mondo, non si vede che questo. E' angosciante. Ci si vorrebbe ritrarre immediatamente, nascondersi, non aprire più quella finestra e lasciare che la vita scorra come se si abitasse in un ameno alpeggio al limitare del villaggio di casa o in una isola remota che sente solo la risacca scandire il tempo che passa.Se non che la "Parola", oggi ci dice "effatà" - "apriti".E pare dirlo proprio a me: mi ha chiamato in disparte per ricordarmi, contemporaneamente, che Lui viene per salvarmi dall'handicap dell'attuale mia esistenza e per salvare quel mondo che senza di Lui annaspa nella Geenna. Non ci volevo andare in disparte, perché poi si sa come va a finire: si comincia a sentire e non si può più stare zitti.Si capisce, allora, che fra le varie guerre, c'è una guerra (la terza guerra mondiale?), una guerra vera che è quella contro la Chiesa cattolica, cioè, in sintesi, contro la "Parola" e la vita umana. Una guerra non dichiarata ufficialmente, ma minuziosamente pianificata e perseguita, una guerra che genera tutto il resto, perchè un mondo senza Dio è un mondo destinato all'autodistruzione, un mondo senza vita.La terra resterà un posto dove la vita può svilupparsi, ma la vita dell'uomo scomparirà.La Chiesa è cosciente di questa guerra che la vede come controparte, sembra però non sappia opporre risposte e strategie adeguate ed, infatti, si vede come continua a perdere postazioni e capisaldi. Voglia Dio che la retroguardia sappia riorganizzare il grosso del corpo in modo deciso, belligerante, senza compromessi con il nemico. Vero è che solo il 20%, dice un recente sondaggio, degli italiani è disposto a difendere con le armi (e la vita) la propria terra in una ipotetica (mica troppo) invasione.Per la Chiesa, molto probabilmente, quella percentuale sarà ancora più bassa, il che m'induce al pessimismo. C'è da sperare che "l'effatà" della Parola, oltre a farci di nuovo sentire e parlare, ci faccia anche vedere, con realismo, quanto sta accadendo dentro e fuori la Chiesa. Se non vogliamo fare la fine della scimmietta del "non vedo, non sento, non parlo", dopo esserci appartati, questa mattina, con colui che salva, non lasciamo che il suo miracolo su di noi resti solo un gesto di misericordia.

Gaetano Mercorillo. 


Nel piccolo santuario della Vita, Chiesa della Madonna degli Angeli, l'ultima domenica del mese è la domenica degli "angeli"

Domenica 26 Aprile vivremo il "Settimo appuntamento" della nostra iniziativa "Nove mesi per la Vita". 
Alla chiesa della Madonna degli Angeli alle ore 16,00. 
Ogni mese, per nove mesi consecutivi, da ottobre a giugno, all' ultima domenica del mese preghiamo alla presenza di Gesù Eucaristia per le mamme in attesa, per i danni che l'aborto comporta alle donne che per motivi e problemi si sono sentite spinte o costrette a viverlo,  e soprattutto per i bambini che, nel seno della mamma, stanno vivendo un periodo difficile verso una decisione di vita o di morte.
Grazie per la tua partecipazione e per la tua preghiera.

 
Da questo mese poi una nuova importante iniziativa, la  preghiera che sempre deve essere nei nostri cuori e nei nostri pensieri.
Sempre ogni ultima domenica del mese, presso la nostra Chiesa della Madonna degli Angeli a Vigevano, durante la Santa Messa delle ore 9,15, viene ricordata l'esistenza dei bambini mai nati.
La Vita inizia con il concepimento, anche dei bimbi che vogliamo onorare nella preghiera. I loro genitori hanno sofferto, mamme e papà hanno pianto perché i loro figli non hanno visto la luce; altri invece li hanno volontariamente rifiutati con l'aborto per poi, amaramente, pentirsene.
Ci resta nel cuore e nella mente la certezza che questi bimbi nella loro breve vita hanno vissuto il significato del dono, ma, se pure non per tutti, questo dono è divenuto scarto.
Per Dio Padre non è così, ogni sua creatura è per Lui, è con Lui.
Farne memoria è grazia, è vincolo di amore che rinsalda l'offerta della vita dei bambini mai nati, come dono in riscatto della vita dei loro genitori.
E', questo, un buon motivo per elevare, unitamente, anche una preghiera di suffragio per tutti i benefattori della vita che, nel seguire Gesù, hanno testimoniato il Vangelo della Vita.

PERCHE’ UNA SPOSA E UNO SPOSO COMMUOVONO


Si celebrano sempre meno matrimoni. E’ tanto vero che negli ultimi tempi mi è capitato di assistere e partecipare a solo due matrimoni: uno civile e uno religioso.
La gioia che zampillava, in quei giorni, durante la celebrazione, diventava via via un fiume che porta con se’ immagini, sensazioni e ricordi che bagnano ancora i miei pensieri.
Ed è un bene perché l’aridità’ di tante situazioni “simil matrimoni” lascia, invece, indifferente e forzata condiscenza..
Allora mi domando: perché si rifiuta di bere a tali sorgive, perché non si coglie la bellezza del matrimonio?
Guardate la sposa, guardate lo sposo: perché commuovono quando pronunciano il loro “si’”?
Perché lasciano scorrere anche in loro, nel loro donarsi anima e corpo, quel fiume carsico, che in quel giorno viene in superficie, che unisce e continua una storia di storie che si tramandano da generazioni in generazioni.
Guardate il padre della sposa: è con la mente ai primi giochi che imbastiva con lei quando ritornava dal lavoro. La madre dello sposo lo abbraccia, stretto, sentendo le sue larghe spalle come quando lo alzava per il bagnetto nella vaschetta e pensa che anche lui, fra non molto, si metterà a giocare carponi con i figli che verranno.
E gli amici che fino a ieri si godevano i momenti dei sogni sulla loro vita, le panzane delle illusioni ed ora vedono la concretezza di una promessa fatta in condivisione.
E i parenti, nonni, zii, cugini, venuti con riserbo e impazienza di capire come cambia quel ragazzo e quella ragazza in un uomo e una donna, che si accostano come un corpo solo a consegnare i confetti della gratitudine e della felicità da condividere.
Ecco, forse, commuovono questi matrimoni, questi sposi, perché vogliono mettersi in comunione con il prima dei genitori, degli zii, dei nonni, dei testimoni, degli amici, e con il dopo dei figli che sanno di dover accogliere.
In quel giorno, anche senza esagerare, senza troppi fronzoli, c’e’ la genuinità della trasparenza: tutto appare più logico, più semplice. Non occorrono stravaganze, stupire ad ogni costo, la bellezza della sposa e dello sposo (anche se belli non fossero) sta nel gesto del dono di se’ stessi che, se anche già avvenuto nell’intimità, ora è espressione di un dono verso le persone che stanno loro attorno. Non ci si può non commuovere.
Da quel momento il fiume riprende a scorrere impetuoso. Tutto il resto è noia.
Gaetano Mercorillo.