La Parola e la Vita: Effatà


Ci sono difficoltà, c'è crisi, ci sono guerre. ci sono distruzioni, ci sono annientamenti nel mondo.Se ci si affaccia alla finestra sul mondo, non si vede che questo. E' angosciante. Ci si vorrebbe ritrarre immediatamente, nascondersi, non aprire più quella finestra e lasciare che la vita scorra come se si abitasse in un ameno alpeggio al limitare del villaggio di casa o in una isola remota che sente solo la risacca scandire il tempo che passa.Se non che la "Parola", oggi ci dice "effatà" - "apriti".E pare dirlo proprio a me: mi ha chiamato in disparte per ricordarmi, contemporaneamente, che Lui viene per salvarmi dall'handicap dell'attuale mia esistenza e per salvare quel mondo che senza di Lui annaspa nella Geenna. Non ci volevo andare in disparte, perché poi si sa come va a finire: si comincia a sentire e non si può più stare zitti.Si capisce, allora, che fra le varie guerre, c'è una guerra (la terza guerra mondiale?), una guerra vera che è quella contro la Chiesa cattolica, cioè, in sintesi, contro la "Parola" e la vita umana. Una guerra non dichiarata ufficialmente, ma minuziosamente pianificata e perseguita, una guerra che genera tutto il resto, perchè un mondo senza Dio è un mondo destinato all'autodistruzione, un mondo senza vita.La terra resterà un posto dove la vita può svilupparsi, ma la vita dell'uomo scomparirà.La Chiesa è cosciente di questa guerra che la vede come controparte, sembra però non sappia opporre risposte e strategie adeguate ed, infatti, si vede come continua a perdere postazioni e capisaldi. Voglia Dio che la retroguardia sappia riorganizzare il grosso del corpo in modo deciso, belligerante, senza compromessi con il nemico. Vero è che solo il 20%, dice un recente sondaggio, degli italiani è disposto a difendere con le armi (e la vita) la propria terra in una ipotetica (mica troppo) invasione.Per la Chiesa, molto probabilmente, quella percentuale sarà ancora più bassa, il che m'induce al pessimismo. C'è da sperare che "l'effatà" della Parola, oltre a farci di nuovo sentire e parlare, ci faccia anche vedere, con realismo, quanto sta accadendo dentro e fuori la Chiesa. Se non vogliamo fare la fine della scimmietta del "non vedo, non sento, non parlo", dopo esserci appartati, questa mattina, con colui che salva, non lasciamo che il suo miracolo su di noi resti solo un gesto di misericordia.

Gaetano Mercorillo.