Desidero
ringraziare tutte le realtà che si sono messe a disposizione e si sono
impegnate perché la Giornata
per la Vita del 1°
febbraio fosse realmente un punto di partenza, un momento
di approfondimento
sul tema della Vita, primo e irrinunciabile valore, unico e irripetibile.
Il
ringraziamento va’ alle parrocchie, alle chiese, ai santuari della nostra Diocesi
in cui si è parlato di Vita; va’ alle
associazioni che ci hanno affiancato e sostenuto, alla Pastorale Giovanile che
ci ha ospitato, alla Pastorale delle Vocazioni, all’ufficio diocesano per la Pastorale famigliare che
ci ha sostenuto e ospitato nel Santuario di Pompei e della famiglia, per la
veglia diocesana per la vita. Un vivo grazie a sua eccellenza Monsignor Vescovo
per la sua presenza e per la sua parola.
La preparazione
della giornata per la vita ha visto due momenti significativi; il primo presso
l’Istituto Negrone, la sera del 24 gennaio insieme ai giovani degli oratori
cittadini; giovani che riuniti per il “Sabatado”, loro appuntamento mensile, hanno avuto la
possibilità, attraverso la lettura di alcuni passaggi del messaggio dei vescovi
italiani per la Giornata
per la Vita dal
titolo “Solidali per la Vita”,
di riflettere sul significato e sul senso e sull’importanza della vita nella
nostra cultura sia come valore irrinunciabile, sia come impegno fattivo attraverso
l’aiuto concreto e l’atteggiamento di misericordia e
di “cammino insieme”che sempre
lo accompagna.
Due
le testimonianze che il Centro di Aiuto alla Vita ha preparato per la serata,
testimonianze vere e reali perché
vissute da persone che il Centro, attraverso la presenza presso l’ospedale
Civile di Vigevano e l’Asilo Vittoria di Mortara, segue e sta seguendo; testimonianze che per i
ragazzi e i giovani presenti hanno significato e sono state forse il primo contatto
con il mondo del volontariato, dell’impegno e della disponibilità personale.
La
prima è il racconto partecipato e sofferto di una signora del Marocco che ,
arrivata in Ospedale per le procedure di aborto, si è sentita sostenuta e
accompagnata nel cammino verso la nascita del suo bambino, la seconda è il
racconto di una signora che, costretta dal marito a fissare la data
dell’aborto, è riuscita con l’aiuto e il sostegno dei volontari, a capire la bellezza del dono della maternità che ha
poi portato alla pacificazione familiare.
Una
terza testimonianza, preparata e offerta dagli amici del Centro di Aiuto alla
Vita di Casale Monferrato, è stata incentrata dapprima sul lungo cammino di
conversione, per arrivare successivamente alla pacificazione interiore della
mamma verso il suo bambino, quel bambino che lei a suo tempo aveva rifiutato, giungendo
anche a dargli un nome, Luca, e a sentirlo sempre vicino come figlio e come
protettore.
Il
secondo momento vissuto in preparazione alla giornata per la vita del 1°
febbraio, si è svolto presso il Santuario della Madonna di Pompei e Santuario
della Famiglia, la sera del 31 gennaio con la Veglia per la vita, con adorazione eucaristica e
la recita del rosario meditato con riflessioni tratte dal messaggio dei Vescovi italiani per la 37ma giornata
della vita.
A
guidare la Veglia Monsignor
Gusmitta alla presenza di Monsignor Vescovo.
Nel
suo intervento Mons. Vescovo ha richiamato dapprima il dramma di ogni vita
umana; a questo proposito voglio evidenziare l’ideologia attuale, che a partire
dalla Conferenza del Cairo del 1994, porta stragi di vite umane
e un violento
attacco alla famiglia cuore della vita, perché ritengo che sia un problema che
interpella tutti ma in particolar modo le tre agenzie educative quali la
famiglia, la scuola e la chiesa stessa.
In
secondo luogo sua Eccellenza ha definito la vita come frutto di una relazione
sempre, che vede nell’uomo e nella donna che si relazionano e si amano, il
punto focale per lo sbocciare della vita e per la costruzione della famiglia.
A
questo riguardo desidero proporre una piccola riflessione, suggeritami da
un’indagine fatta su giovani praticanti nella fascia di età 15/25 anni della
provincia di Novara e commissionata dall’Associazione Difendere la vita con
Maria”.
“Mentre
le società tradizionali possedevano uno stile di vita, le società moderne
possiedono gli stili di vita: si preferiscono “valori” che insistono
sull’autonomia dell’individuo, sull’auto-realizzazione, piuttosto che i
valori che implicano sottomissione e
delega ad altri (genitori, insegnanti,educatori) per le proprie scelte’’.
Per
portare un esempio, alla domanda “prima di sposarsi è meglio fare una prova di
convivenza?” il 50,8 % risponde positivamente, così come il 33,4 % risponde
positivamente alla domanda “se ti capitasse di rimanere incinta senza volerlo,
abortiresti?”.
Occorre
veramente molta preghiera perché la cultura della vita riprenda e permei
nuovamente la nostra società o almeno il nostro agire e il nostro impegno di
cristiani, così che la Vita
viva.
Riccardo
Cervio