EGLI E’ LA PACE

Quarta Domenica di Avvento
Anno C
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Alcuni anni fa mi venne l’ispirazione di allestire un presepe che aveva da un lato la capanna di Betlemme e dall’altro, proprio di fronte, una collinetta sormontata da una croce. Nulla di originale per carità, altri l’avevano pensato e realizzato meglio del mio. Non ricordo se fui sollecitato dalla lettura di Ebrei che questa quarta domenica d’Avvento ripropone e ci scrive che:“…Egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” (dalla Lettera agli Ebrei)Non a caso al Figlio di Maria verrà dato il nome di Gesù che significa “Dio salva”.
E’ stato un angelo in sogno a Giuseppe a comandarlo. Salva da cosa? Sicuramente dalle tentazioni, dal rifiuto della sua paternità, dal sentirsi padroni assoluti della propria vita e dal volerla imporre ad altri a costo di predomini e guerre.
Ecco, accogliere quel sogno concesso da Dio a Giuseppe,  che non è un sogno come tanti altri, significa riconoscere che Gesù è la pace fra di noi.

NEL SUO GRANAIO

Terza Domenica d’Avvento
Anno C

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Il Vangelo di questa domenica, la domenica della gioia, ci presenta Gesù come agricoltore, che sta nell’aia, là in un cortile, al lavoro per mettere al riparo il frutto della sua semina. Figura per me familiare questa, perché ho ben sperimentato, fin da bambino, la gioconda, infantile partecipazione ai lavori sull’aia della masseria:“…Egli…tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile.” (dal Vangelo secondo Luca)
Il suo granaio non ha limiti di capienza, nei secoli vi sono stati raccolti uomini e donne, alcuni conosciuti, con i loro nomi sui calendari, altri, invece, con i nomi scritti sul libro della vita, aggiornato continuamente dal Buon Dio. Il desiderio inconscio di molti, anche il mio, è quello di vedervi iscritto anche il proprio nome. Per molti, ma non per tutti! Infatti, altri si affanneranno in altre faccende affaccendati, e si perderanno, come scrive San Gregorio Magno:“la memoria degli uomini empi è come la cenere, poiché si mettono nel posto dove li porterà via un soffio. S’impegnino pure a completare la gloria del loro nome, ma avranno fatto della loro memoria solo cenere, poiché il vento di un mondo mortale ha fatto presto a portarla via.” Cenere, aggiungo io, che si riproduce in quel fuoco inestinguibile. Non si può proprio dire che non si sia stati avvisati. Per questo motivo la Parola di oggi invita con dolcezza ad: “attingere acqua con gioia alle sorgenti della salvezza. Rendete grazie al Signor   Proclamate fra i popoli le sue opere.” (dal Salmo tratto da Is 12,2-6)

47ma GIORNATA PER LA VITA -  2 FEBBRAIO 2025
 TRASMETTERE LA VITA,

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 SPERANZA PER IL MONDO

Tradizionale Messaggio in occasione della 47ª Giornata Nazionale per la Vita nel contesto del Giubileo: « assumere l’orizzonte della speranza, poiché è nel segno della speranza che la Bolla di indizione Spes non confundit (SnC) invita tutta la Chiesa a vivere l’anno di grazia del Signore." 
Ecco il testo integrale del documento.  

Come nutrire speranza dinanzi ai tanti bambini che perdono la vita nei teatri di guerra, a quelli che muoiono nei tragitti delle migrazioni per mare o per terra, a quanti sono vittime delle malattie o della fame nei Paesi più poveri della terra, a quelli cui è impedito di nascere? Questa grande “strage degli innocenti”, che non può trovare alcuna giustificazione razionale o etica, non solo lascia uno strascico infinito di dolore e di odio, ma induce molti – soprattutto i giovani – a guardare al futuro con preoccupazione, fino a pensare che non valga la pena impegnarsi per rendere il mondo migliore e sia meglio evitare di mettere al mondo dei figli. 

IMMACOLATA CONCEZIONE

                                                                     
                                    Domenica Solennità 

                               B.V. Maria Immacolata        



   
Si possono raccontare tante storie di donne, forti di una fede cristallina, già madri nel momento in cui scoprono di aspettare un figlio, cui viene diagnosticata una malattia incompatibile con lo stato di gravidanza. Storie che evidenziano la scelta fra la vita del nascituro e quella di iniziare le cure necessarie per combattere la malattia. Al consiglio, sempre pressante, di procedere con l’aborto volontario, hanno voltato le spalle, decise a difendere la vita della propria creatura. Come è successo, recentemente, a Deborah Vanini che ha rinunciato a curarsi per un tumore pur di fare nascere sua figlia Megan. In questi giorni, a distanza di qualche mese dal parto, si è celebrato il suo funerale: ha donato la sua vita per quella di sua figlia. scarica riflessione