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Alcuni anni fa mi venne l’ispirazione di allestire un
presepe che aveva da un lato la capanna di Betlemme e dall’altro, proprio di
fronte, una collinetta sormontata da una croce. Nulla di originale per carità,
altri l’avevano pensato e realizzato meglio del mio. Non ricordo se fui
sollecitato dalla lettura di Ebrei che questa quarta domenica d’Avvento
ripropone e ci scrive che:“…Egli abolisce il primo sacrificio per costituire
quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo
dell’offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per sempre.” (dalla Lettera
agli Ebrei)Non a caso al Figlio di Maria verrà dato il nome di Gesù che
significa “Dio salva”.
E’ stato un angelo in sogno a Giuseppe a comandarlo. Salva
da cosa? Sicuramente dalle tentazioni, dal rifiuto della sua paternità, dal
sentirsi padroni assoluti della propria vita e dal volerla imporre ad altri a
costo di predomini e guerre.
Ecco, accogliere quel sogno concesso da Dio a Giuseppe, che non è un sogno come tanti altri,
significa riconoscere che Gesù è la pace fra di noi.