Durante l’ultima cena Gesù chiama il Padre
“giusto” perché è sempre Padre e provvede al vero cibo dei figli. Nel deserto
mandò la manna, in seguito diede il suo unigenito Figlio, perciò:“…non
dimenticare il Signore…che ti ha condotto per questo deserto grande e
spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata,
senz’acqua…” (dal Libro del Deuteronomio)
Oltre alla manna, diede loro anche l’acqua, preludio di quell’acqua che darà Gesù alla samaritana. Tutto bello, tutto vero…però, portò il suo popolo nel deserto, con tutti gli inconvenienti del caso. Bisogna ammettere che le tentazioni fanno parte del suo sistema pedagogico, che si ripete anche nella sua Chiesa, dalla fondazione ad oggi. D’altronde non basta certo cambiare un versetto del Padre nostro.
La verità è che anche noi siamo circondati da serpenti velenosi, che scivolano fuori e dentro la stessa Chiesa. Basta guardare uno dei tanti telegiornali o talkshow, per stare nel mondo delle comunicazioni. Quanto veleno inoculano con consapevoli piani di disinformazione. Senza dimenticare l’editoria scolastica e il Cinema dove le verità storiche sono volutamente distorte. Nell’ambito della Chiesa è sotto gli occhi di tutti che, nonostante i più svariati sinodi generali e delle chiese nazionali, si è nella confusione più totale. Si può dire che siamo nel deserto? Che la siccità non è solo climatica e che la mancanza d’acqua è dovuta al disinteresse di chi dovrebbe, invece, garantire la giusta sete di conoscenza, di condivisione, di sostegno?
Eppure, il Padre non permette che si chiudano occhi, mani, cuori a chi chiede qualcosa. Ciò che la Chiesa darà non sarà forse sempre la cosa richiesta, ma lo Spirito Santo, presente nella vita della Chiesa attraverso la preghiera vera, concederà di donare sempre un segno dell’amore del Padre celeste.
Perché:“… vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.” (prima Lettera di Paolo ai Corinzi)
E’ in questo modo che si vive Gesù, viceversa si tradirebbe il suo mandato perché “chiunque crede in Gesù Cristo e nel suo vangelo, chiunque gli è unito con un legame di amore e obbedisce ai suoi comandamenti, deve essere unito a quanti condividono lo stesso spirito mediante una profonda comunione spirituale e un attaccamento di amore. (Santa Teresa Benedetta della Croce)
E’ in questo modo che godremo della sua benedizione:“…loda il tuo Dio, Sion, (o Chiesa), perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.” (salmo 147)
Non c’è dubbio, il rinforzo delle sbarre dei nostri cuori, anche dei nostri corpi laddove sono oggetto di attacchi che vogliono ridurli a pura e semplice carne da macello, è l’Eucaristia, il Santissimo Corpo e Sangue di Gesù Cristo: “.. chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me, vivrà per me.” (Vangelo secondo Giovanni)
Quando nella Santa Messa si dice “prendete e mangiate, questo è il mio corpo, prendete e bevete, questo è il mio sangue, è il “Cristo Totale” (Sant’Agostino) che lo dice, cioè Cristo Capo e Chiesa, quale suo Corpo. Infatti, al momento dell’offertorio, vengono versate alcune gocce d’acqua nel calice con il vino, accompagnandole con parole che ne spiegano il significato: “L’acqua unita al vino, sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.”
Non c’è dubbio, perciò, chi mangia e beve dalla vita di Gesù, e lo farà attraverso il suo Corpo che sta nella Chiesa, vivrà in Lui e per Lui. Quanto basta per essere vivi ed esserlo solo ed unicamente per Cristo, colui che, non dimentichiamolo mai, salva il mondo con quella semplice particola in uno degli innumerevoli ostensori sparsi in tutto il mondo.
Ne basterebbe anche uno solo: la vita zampilla e si irradia da lì.
Dt 8,2-3.14b-16a / Sal 147 / 1Cor 10,16-17 / Gv 6,51-58
digiemme
Oltre alla manna, diede loro anche l’acqua, preludio di quell’acqua che darà Gesù alla samaritana. Tutto bello, tutto vero…però, portò il suo popolo nel deserto, con tutti gli inconvenienti del caso. Bisogna ammettere che le tentazioni fanno parte del suo sistema pedagogico, che si ripete anche nella sua Chiesa, dalla fondazione ad oggi. D’altronde non basta certo cambiare un versetto del Padre nostro.
La verità è che anche noi siamo circondati da serpenti velenosi, che scivolano fuori e dentro la stessa Chiesa. Basta guardare uno dei tanti telegiornali o talkshow, per stare nel mondo delle comunicazioni. Quanto veleno inoculano con consapevoli piani di disinformazione. Senza dimenticare l’editoria scolastica e il Cinema dove le verità storiche sono volutamente distorte. Nell’ambito della Chiesa è sotto gli occhi di tutti che, nonostante i più svariati sinodi generali e delle chiese nazionali, si è nella confusione più totale. Si può dire che siamo nel deserto? Che la siccità non è solo climatica e che la mancanza d’acqua è dovuta al disinteresse di chi dovrebbe, invece, garantire la giusta sete di conoscenza, di condivisione, di sostegno?
Eppure, il Padre non permette che si chiudano occhi, mani, cuori a chi chiede qualcosa. Ciò che la Chiesa darà non sarà forse sempre la cosa richiesta, ma lo Spirito Santo, presente nella vita della Chiesa attraverso la preghiera vera, concederà di donare sempre un segno dell’amore del Padre celeste.
Perché:“… vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo.” (prima Lettera di Paolo ai Corinzi)
E’ in questo modo che si vive Gesù, viceversa si tradirebbe il suo mandato perché “chiunque crede in Gesù Cristo e nel suo vangelo, chiunque gli è unito con un legame di amore e obbedisce ai suoi comandamenti, deve essere unito a quanti condividono lo stesso spirito mediante una profonda comunione spirituale e un attaccamento di amore. (Santa Teresa Benedetta della Croce)
E’ in questo modo che godremo della sua benedizione:“…loda il tuo Dio, Sion, (o Chiesa), perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.” (salmo 147)
Non c’è dubbio, il rinforzo delle sbarre dei nostri cuori, anche dei nostri corpi laddove sono oggetto di attacchi che vogliono ridurli a pura e semplice carne da macello, è l’Eucaristia, il Santissimo Corpo e Sangue di Gesù Cristo: “.. chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me, vivrà per me.” (Vangelo secondo Giovanni)
Quando nella Santa Messa si dice “prendete e mangiate, questo è il mio corpo, prendete e bevete, questo è il mio sangue, è il “Cristo Totale” (Sant’Agostino) che lo dice, cioè Cristo Capo e Chiesa, quale suo Corpo. Infatti, al momento dell’offertorio, vengono versate alcune gocce d’acqua nel calice con il vino, accompagnandole con parole che ne spiegano il significato: “L’acqua unita al vino, sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana.”
Non c’è dubbio, perciò, chi mangia e beve dalla vita di Gesù, e lo farà attraverso il suo Corpo che sta nella Chiesa, vivrà in Lui e per Lui. Quanto basta per essere vivi ed esserlo solo ed unicamente per Cristo, colui che, non dimentichiamolo mai, salva il mondo con quella semplice particola in uno degli innumerevoli ostensori sparsi in tutto il mondo.
Ne basterebbe anche uno solo: la vita zampilla e si irradia da lì.
Dt 8,2-3.14b-16a / Sal 147 / 1Cor 10,16-17 / Gv 6,51-58
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