E’
ormai una vita che non mi capita più d’incontrare per strada un uomo in talare,
un prete che va per le vie, per le case, facendosi conoscere per quello che è,
o meglio, per quello che dovrebbe essere: uno che serve il Signore con gioia,
anche portando un abito che lo identifichi subito come sacerdote, presbitero,
della Chiesa cattolica. Chissà che i saluti alla “sia lodato Gesù Cristo” non
si moltiplichino in modo esponenziale, al punto tale che l’esultanza nel Signore
diventi tangibile, nel quotidiano, per le strade dei nostri paesi, dei nostri
quartieri, e possa così espandersi il canto del Salmo:“…servite
il Signore nella gioia, presentatevi a Lui con esultanza.” (dal Salmo 99)E
via le facce contrite, vale per ciascuno di noi, andiamo alla Santa Messa, alla
preghiera con volti gioiosi, sguardi sereni, così “la nostra anima sarà una
casa di preghiera, mai una spelonca di ladri, che si occupi incessantemente del
suo Amato, perché quando si ama non si perda di vista quanto si ama” (San
Charles de Foucauld), e possiamo farlo senza difficoltà.
Invece:“…ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto, forse qualcuno oserebbe per una persona buona.” (dalla Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo)
E’ proprio vero, a stento.
In realtà non mancano i martiri a causa della professione della propria fede; proprio in questa settimana un altro giovane prete è stato ucciso in Nigeria, terra di mattanza per i cattolici, nell’indifferenza del mondo che conta. E pure quando il coraggio non viene meno, come ha dimostrato quel giovane che ha contrastato in Francia quell’esaltato che ha accoltellato i bambini, ecco che viene sottaciuto perché era pellegrino verso la certosa di Chartres e l’attentatore non è un cristiano come anticipato in un primo tempo.
E’ tempo di testimonianza, perciò, cominciando dalle piccole cose, per esempio, aiutando a capire che la vita umana non può essere in balia di una legge, perché esiste una legge sola, quella di Dio. Senza timore bisogna dirlo perché abbiamo Dio dalla nostra parte che:“…ho sollevato voi su ali di aquila e vi ho fatto venire fino a me.” (dal Libro dell’Esodo)
Ci solleva con potenza, con forza come quella di un’aquila, ci porta in alto, alle vette dell’Amore per vedere, come un’aquila, attentamente tutto ciò che sta in terra e planare sui bisogni di chi ci sta intorno: “il tuo Creatore cerca ancora cosa potrebbe aggiungere alla tua grandezza: arriva addirittura a mettere in te la sua immagine affinché questa immagine visibile renda presente sulla terra il Creatore invisibile.” (San Pietro Crisologo)
Va sicuramente aggiunto la sua Parola, quel preciso comando, “seguimi”, che rivolse a Matteo e che gli ha cambiato la vita. E’ la Parola che dovrebbe toccarci nel profondo e decidere, senza tentennamenti, di lasciare tutto e mettersi alla scuola del Signore, per esserne degni discepoli, perché:“…la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Forse mai come in questo periodo si sta sperimentando questa povertà di operai, di sacerdoti, di religiosi, di vocazioni ministeriali, tali da mettere in grosse difficoltà la vita religiosa e spirituale di tanti fedeli. Attenzione, il problema non è solo questo perché il deserto cresce a causa della mancanza dell’acqua che non zampilla più nel cuore di tanti cristiani, di tanti tra di noi, perché non viviamo “la vita ordinaria che può essere santa e piena di Dio; il Signore ci chiama a santificare i nostri impegni abituali, perché lì è anche la perfezione cristiana.” (San Josemaria Escrivà)
In questo modo, come dice il fondatore dell’Opus Dei, porteremo il nostro contributo a quella richiesta evangelica di Gesù, oltretutto dimostrando che si può vivere nella gioia la nostra fede ed esultare alla presenza del Buon Dio ogni volta che ci prostriamo davanti a Lui.
Scusate se è poco.
Invece:“…ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto, forse qualcuno oserebbe per una persona buona.” (dalla Lettera ai Romani di San Paolo Apostolo)
E’ proprio vero, a stento.
In realtà non mancano i martiri a causa della professione della propria fede; proprio in questa settimana un altro giovane prete è stato ucciso in Nigeria, terra di mattanza per i cattolici, nell’indifferenza del mondo che conta. E pure quando il coraggio non viene meno, come ha dimostrato quel giovane che ha contrastato in Francia quell’esaltato che ha accoltellato i bambini, ecco che viene sottaciuto perché era pellegrino verso la certosa di Chartres e l’attentatore non è un cristiano come anticipato in un primo tempo.
E’ tempo di testimonianza, perciò, cominciando dalle piccole cose, per esempio, aiutando a capire che la vita umana non può essere in balia di una legge, perché esiste una legge sola, quella di Dio. Senza timore bisogna dirlo perché abbiamo Dio dalla nostra parte che:“…ho sollevato voi su ali di aquila e vi ho fatto venire fino a me.” (dal Libro dell’Esodo)
Ci solleva con potenza, con forza come quella di un’aquila, ci porta in alto, alle vette dell’Amore per vedere, come un’aquila, attentamente tutto ciò che sta in terra e planare sui bisogni di chi ci sta intorno: “il tuo Creatore cerca ancora cosa potrebbe aggiungere alla tua grandezza: arriva addirittura a mettere in te la sua immagine affinché questa immagine visibile renda presente sulla terra il Creatore invisibile.” (San Pietro Crisologo)
Va sicuramente aggiunto la sua Parola, quel preciso comando, “seguimi”, che rivolse a Matteo e che gli ha cambiato la vita. E’ la Parola che dovrebbe toccarci nel profondo e decidere, senza tentennamenti, di lasciare tutto e mettersi alla scuola del Signore, per esserne degni discepoli, perché:“…la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe.” (dal Vangelo secondo Matteo)
Forse mai come in questo periodo si sta sperimentando questa povertà di operai, di sacerdoti, di religiosi, di vocazioni ministeriali, tali da mettere in grosse difficoltà la vita religiosa e spirituale di tanti fedeli. Attenzione, il problema non è solo questo perché il deserto cresce a causa della mancanza dell’acqua che non zampilla più nel cuore di tanti cristiani, di tanti tra di noi, perché non viviamo “la vita ordinaria che può essere santa e piena di Dio; il Signore ci chiama a santificare i nostri impegni abituali, perché lì è anche la perfezione cristiana.” (San Josemaria Escrivà)
In questo modo, come dice il fondatore dell’Opus Dei, porteremo il nostro contributo a quella richiesta evangelica di Gesù, oltretutto dimostrando che si può vivere nella gioia la nostra fede ed esultare alla presenza del Buon Dio ogni volta che ci prostriamo davanti a Lui.
Scusate se è poco.
Es
19,2-6a / Sal 99(100) / Rm 5,6-11 / Mt 5,6-11
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