Ogni domenica alle Sante Messe la scena si
ripete milioni di volte: il sacerdote o il diacono, o il Ministro straordinario
dell’Eucaristia, “Il Corpo di Cristo”, alzando l’Ostia Consacrata dinanzi al
fedele. “Amen” risponde, quando risponde, l’incolonnato, ed alcuni, quasi in
rapace modo, la sfilano dalle dita dell’officiante, altri la chiudono nel
pugno, quelli, ancora con la mascherina, sono meglio di Silvan a farla sparire
sotto la stoffa. Che strazio! Non ci si rende conto che il versetto finale del
Vangelo di oggi è proprio rivolto a noi: “…tu credi nel figlio dell’uomo? Egli
rispose: “e chi è, Signore perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “lo hai
visto: è colui che parla con te”. Ed egli disse: “credo Gesù!” E si prostrò dinanzi
a lui.” (dal Vangelo secondo Giovanni)
Le Parole di Cristo, ogni sua parola non si perde.
Le Parole di Cristo, ogni sua parola non si perde.
Sono rivestite di forma temporanea ed ordinate ad uno scopo immediato, e
perciò difficile da estrapolare da ciò che in esse c’è di momentaneo o
contingente, ma conservano tutta la loro forza in ogni tempo. Quindi, quando
riceviamo l’Eucaristia, quella Parola è per noi. E, invece, noi, altro che
prostrarci, si va come alla biglietteria del cinema. Eppure, fino a pochi
decenni fa non era così. Ci si avvicinava alle balaustre coscienti di essere di
fronte al Mistero, i gesti erano intrisi di sacro, ci si inginocchiava e l’amen
stava proprio a significare: “sì, credo Signore”. In un certo senso, ci si
poteva sentire nello stato d’animo del salmista: “…su pascoli erbosi mi fa
riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia.” (dal Salmo
22)
Il priore della Certosa di Strasburgo, Ludolfo di Saxe, come preghiera di ringraziamento recitava: “Signore, rendimi una persona benedetta; dalla beatitudine di questo mondo, con la tua grazia, portami alla beatitudine della patria celeste.” E’ una bella preghiera, che ci proietta in una dimensione speciale, tale da acquisire la consapevolezza di essere importante, come l’ultimo dei fratelli, quasi come quel Davide che Dio scelse per sé: “…non guardare (Samuele) al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore.” (dal primo Libro di Samuele)
E’ evidente che “la fede ci viene dall’alto".
Il non credente deve umilmente implorare la grazia della sua venuta e noi, in possesso di questo dono, chiedere che cresca.” (Beato Columba Marurion Abate)
Siccome il Signore vede il cuore di ciascuno, sa quali sono le intenzioni, se sono buone o indifferenti, se disponibili a mettersi in gioco, o facendo finta, ne fanno la manfrina. Che, oltretutto, offre lo spunto a quelli che non vanno in chiesa per giustificare il loro distacco dalle promesse battesimali. E qui scatta la nostra responsabilità nei loro confronti perché San Paolo ci dice:“…non partecipate alle opere delle tenebre che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente.” ( Dalla Lettera agli Efesini)
Ora, diamo per scontato che il buon cristiano non partecipi al male, seguendo i Comandamenti del Signore, ma non basta, bisogna anche apertamente, cioè pubblicamente, prendere posizione contro ogni tentativo di far passare per bene ciò che è male. Fin da subito, i cristiani non si sono risparmiati al riguardo e il sangue dei martiri ne è testimonianza e per secoli la testimonianza di fede e di vita ha trasformato le società e le civiltà. Non può essere, perciò, questo il tempo della diaspora, dobbiamo darci una scossa. Saremo combattuti con spietatezza, come d'altronde sta avvenendo, non importa, anche se restassimo in dodici saremmo comunque maggioranza perché Gesù Cristo è con noi, una volta che sapremo dire “Credo, Signore”. San Charles de Foucauld ha lasciato scritto che “ogni croce, grande o piccola che sia, persino ogni contrarietà, è una chiamata di Gesù. Ci chiede una dichiarazione d’amore che duri quanto la croce.”
La Croce che, non dimentichiamolo, Egli ha portato per ciascuno di noi.
Il priore della Certosa di Strasburgo, Ludolfo di Saxe, come preghiera di ringraziamento recitava: “Signore, rendimi una persona benedetta; dalla beatitudine di questo mondo, con la tua grazia, portami alla beatitudine della patria celeste.” E’ una bella preghiera, che ci proietta in una dimensione speciale, tale da acquisire la consapevolezza di essere importante, come l’ultimo dei fratelli, quasi come quel Davide che Dio scelse per sé: “…non guardare (Samuele) al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore.” (dal primo Libro di Samuele)
E’ evidente che “la fede ci viene dall’alto".
Il non credente deve umilmente implorare la grazia della sua venuta e noi, in possesso di questo dono, chiedere che cresca.” (Beato Columba Marurion Abate)
Siccome il Signore vede il cuore di ciascuno, sa quali sono le intenzioni, se sono buone o indifferenti, se disponibili a mettersi in gioco, o facendo finta, ne fanno la manfrina. Che, oltretutto, offre lo spunto a quelli che non vanno in chiesa per giustificare il loro distacco dalle promesse battesimali. E qui scatta la nostra responsabilità nei loro confronti perché San Paolo ci dice:“…non partecipate alle opere delle tenebre che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente.” ( Dalla Lettera agli Efesini)
Ora, diamo per scontato che il buon cristiano non partecipi al male, seguendo i Comandamenti del Signore, ma non basta, bisogna anche apertamente, cioè pubblicamente, prendere posizione contro ogni tentativo di far passare per bene ciò che è male. Fin da subito, i cristiani non si sono risparmiati al riguardo e il sangue dei martiri ne è testimonianza e per secoli la testimonianza di fede e di vita ha trasformato le società e le civiltà. Non può essere, perciò, questo il tempo della diaspora, dobbiamo darci una scossa. Saremo combattuti con spietatezza, come d'altronde sta avvenendo, non importa, anche se restassimo in dodici saremmo comunque maggioranza perché Gesù Cristo è con noi, una volta che sapremo dire “Credo, Signore”. San Charles de Foucauld ha lasciato scritto che “ogni croce, grande o piccola che sia, persino ogni contrarietà, è una chiamata di Gesù. Ci chiede una dichiarazione d’amore che duri quanto la croce.”
La Croce che, non dimentichiamolo, Egli ha portato per ciascuno di noi.
1Sam 16,1.4.6-7.10-13 / Sal 22(23) / Ef 5,8-14
/ Gv 9,1-41
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