XVIa Domenica T.O. Anno C
Nell’ora più calda del giorno mi accingo alla meditazione settimanale da proporre a chi cerca motivazioni e conferme nella Parola per la più importante battaglia per la vita. Siamo in una guerra, non solo combattuta con le armi, in pratica la terza guerra mondiale, pregando Dio che non si trasformi in una guerra nucleare, in cui il disprezzo della vita umana ha raggiunto tali livelli da essere rivendicato come diritto. Eppure il Signore Iddio continua a presentarsi come il dispensatore della vita, come quando assicura ad Abramo la gravidanza di sua moglie Sara. Lo fa in un giorno torrido, come quello di questo pomeriggio:
“… mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno …”
Non era imbambolato, pur senza il condizionatore, e seppe riconoscere subito chi stava arrivando: “… vide tre uomini … si prostrò fino a terra … dicendo “mio Signore”. Notare già fin d’allora la presenza della Santissima Trinità, la quale, dopo essere stata servita come si conviene, promise al patriarca: “… tornerò da te.” (dal Libro della Genesi)
Viene da dire, storditi non solo dalla calura, tutto normale oggi, o quasi: la fatica degli impegni quotidiani, dei rapporti con le persone con cui vivo, e pure con quel mal di testa che non se ne vuole andare, ma voglio vigilare un po’ di più quest’oggi, perché ho bisogno di purificarmi da tutte le ipocrisie che incrostano il mondo, soprattutto il mio stato d’animo perché:
“… chi teme il Signore, abiterà nella sua tenda.” (dal Salmo)
Evidentemente, però, anche fra “cattolici devoti”, c’è chi non teme più il Signore. Fra cui chi, come il presidente degli Usa, firma atti per estendere il diritto di uccidere esseri umani nel grembo materno, e altri che non ne prendono le distanze senza se e senza ma, pur avendone la possibilità ed il dovere, si capisce, così, perché il mondo va a rotoli. Goethe, l’autore del Faust, ha posto alle spalle del protagonista del libro Mefistole, il diavolo. Spiega come sia lui a spingere alla ricerca della forza, della potenza e del potere l’ambizioso Faust. Soprattutto intuì che quanto più sarebbe progredita, tanto più la ricca e colta Europa sarebbe stata usata dalle forze del Maligno. Come accade attualmente. Al riguardo, quindi, è più facile contare sulle dita di due mani quelli che si decidono , perché timorosi della Legge di Dio, per il bene della loro gente. Gli altri sono in perenne agitazione, pensano di mettersi al posto di Dio. Il caldo li soffocherà.
E Dio ritornerà, allora, da noi? Credo proprio di sì, perché c’è ancora qualcuno che dice:
“… è lui che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.” (dalla Lettera di San Paolo apostolo ai Colossesi)
Per esempio, una santa dei nostri tempi, Madre Teresa di Calcutta, quando ci consiglia di recitare questa preghiera:
“Conducimi dalla morte alla vita, dall’errore alla verità, dalla disperazione alla speranza, dal timore alla fiducia, dall’odio all’amore, dalla guerra alla pace.”
Io dico che questa santa, vera cattolica devota, sia la sintesi più perfetta delle due sorelle di Betania, dell’agitazione che non è fine a sé stessa, perché ha saputo ben essere al servizio del prossimo più bisognoso, mentre sapeva ogni giorno starsene per ore davanti al tabernacolo:
“… Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta.” (dal Vangelo secondo Luca)
Che sia un monito per me e chi si trova, più o meno nella stessa condizione. Se non ci sediamo ad ascoltare la sua parola, se non ci mettiamo più spesso alla sua presenza, se non lo cerchiamo e non lo amiamo più di noi stessi, saremo anche delle buone persone, che fanno tante cose buone, cui manca, però, di essere perfetti in Cristo.
digiemme
Gen 18,1-10a / Sal 14(15) / Col 1,24-28 / Lc 10,38-42