I BUGIARDI

IIIa Domenica di Pasqua (Anno B)

l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane
Movimenti, gruppi, associazioni, ancora presenti sul territorio, che si battono per la vita, sono ormai i soli impegnati in una battaglia di retroguardia utile solo alla salvezza di poche unità di speranze. Come cattolici, le battaglie campali le abbiamo perse tutte: hanno giocato sporco, mentito, lo sappiamo bene e la storia lo conferma, però i danni ormai sono fatti e credo che più non si tornerà indietro, se non per intervento divino. I disastri degli ultimi sessant’anni sono evidenti, si toccano con mano, eppure coloro che si sono impegnati nella guerra contro la famiglia e contro il cattolicesimo, mai lo ammetteranno. Adesso la battaglia finale è quella sul gender, sull’omosessualità, sulla compra-vendita di figli, sull’annientamento definitivo del concetto di famiglia e di matrimonio. Credo che non ci resti altro che affidarci agli apostoli quando imploravano: “… convertitevi e cambiate vita, perché siano annullati i vostri peccati.” (dagli Atti degli Apostoli).

Cioè, penso che ci sia bisogno di santi che senza paura, in pace, sappiano infiltrarsi tra le file nemiche, combattendole con la Parola di Dio, ad alta voce, con determinazione. Credo, pure, che dovrebbero cominciare la loro missione fra le curie, fra le parrocchie, fra le congregazioni, fra i religiosi, fra i laici della domenica. So bene che rischierebbero fin da subito il martirio, ma Giovanni è chiaro: “… da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è verità.” (dalla prima Lettera di San Giovanni Apostolo).
Purtroppo i frutti dei bugiardi, infatti, prima o poi, marciscono e sappiamo bene che una mela bacata nel cesto, se non tolta, contamina tutto il resto. Le eresie, gli scismi, le lotte conseguenti dentro e fuori le chiese non sono forse quei dannosi frutti che tanto ammorbano questi nostri tristi tempi? Sarà, perciò, duro il cammino di quei santi che, per certi versi, se ne vanno delusi come quei due di Emmaus, che, però: “… in quel tempo i due discepoli che erano ritornati (immediatamente) dal loro villaggio, narravano ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane.” (dal Vangelo secondo Luca).
Proviamoci, ripensiamo al come andiamo la domenica mattina alla Messa: passo stanco, testa china, mascherina a coprire, cenno di saluto, alla panca distante dall’altro, gel a portata di mano, foglietto nell’altra mano, pensieri che vagano e sull’altare i soliti gesti. Se solo riuscissimo a raccontare, tornati a casa, al lavoro, al proprio posto nel mondo, di quello spezzare il pane, l’Ostia, del Sacerdote come l’effettivo e reale gesto di Gesù, quello che ci ha permesso di riconoscerlo, come lo riconobbero i discepoli di Emmaus, allora, forse, anche noi potremmo cominciare a snidare i bugiardi. Andremmo a rinforzare quella retroguardia sempre più sguarnita per le perdite subite in quella battaglia impari. Non abbiamo, quindi, bisogno di armi speciali, a sera torneremo malconci, però: “… in pace mi corico e subito mi addormento, perché tu solo Signore, fiducioso mi fai riposare.” ( dal Salmo 4).
Perché così ogni sera, anche se diventa buia, sarà sempre illuminata da una presenza, quella di Gesù risorto. Vivremo ancora momenti di disorientamento, di stanchezza, di croce, ma ci sarà la speranza e la forza, che Gesù, in cammino con noi, ci infonderà.

At 3,13-15.17-19 / Sal 4 / 1Gv 2,1-5 / Lc 24,35-48
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