TERRORE ALL’INTORNO


XII Domenica T.O. (Anno A)
...Non valete forse voi più di due passeri ?
“Terrore all’intorno” è un’espressione usata dal profeta Geremia per ben evidenziare ciò che vedeva intorno a sé. Israele, il popolo di Dio, perduto nell’idolatria, nella violenza e nella prepotenza. Solo ingiustizie e miserie per le strade delle città. E tutto sprofondava perché i suoi ammonimenti venivano derisi e la Parola di Dio era rifiutata:
“…terrore all’intorno!...cantate inni al Signore perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.” (dal Libro del Profeta Geremia)
Non abbiate paura !
Nonostante la drammaticità, la speranza e la certezza dell’azione positiva del Signore non viene meno. Nella storia dell’umanità è una costante. La tocchiamo con mano anche noi. In questa epoca di travaglio, di abbandono della vera religione. In questi mesi di paura e di desolazione, dove si respira con fatica, dove si tengono le distanze, dove sono abolite le strette di mano, gli abbracci, il camminare fianco a fianco. Le ideologie la fanno da padrone, le oligarchie impongono i politici, la volontà del popolo non conta più nulla, il figlio dell’uomo è disprezzato in sé e vale meno di un elefantino, milioni di esseri umani sono spinti all’emigrazione, è negata ogni identità nazionale, l’unica vera religione è, da una parte, martirizzata e contemporaneamente attaccata dall’interno. Purtroppo per noi, non c’è in giro alcun profeta come Geremia, anzi non passa giorno che un qualche vescovo non ne spari una più grossa della precedente, che un qualche “cattolico” giornale non faccia propaganda radicale, che una qualche “cattolica” università non trovi un testimonial fuori casa. Si rimane a bocca aperta, le braccia cadute, il vuoto dentro di sé. 
Salva solo la Parola: “…la grazia di Dio e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo si sono riversati in abbondanza su tutti.” (dalla Lettera di San Paolo ai Romani).
La Grazia ci salva e la relazione sacramentale con il Signore ci rinsalda.
L’importante è che questa relazione sia come quella che si stabilisce fra due persone che si vogliono bene, perché quando si vuole bene a qualcuno, piano piano, in modo quasi impercettibile, si comincia ad imitarlo. Si fa ciò che fa lui, ciò che sceglie, si assumono i suoi gusti, i suoi comportamenti e alla fine il suo stesso modo di vedere la vita e la realtà. 
Con il Signore non è difficile:“…rispondimi Signore, perché buono è il tuo amore; volgiti a me nella tua grande tenerezza.” (dal Salmo)
Questa espressione salmodiante fa il paio con la cura particolare per il povero, per i minimi, per gli scartati dai terroristi sociali, quelli che stanno nei dorati grattacieli del potere, che imprigionano menti e cuori nel fango della povertà economica e morale. Non disprezzano, come una volta, di utilizzare la legge, la loro legge che condanna e infligge, che distrugge la legge naturale, anzi intendono accentuare questa devastazione con la complicità dell’assenza della vera religione, ma il Signore ci dice: “…non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.” (dal Vangelo secondo Matteo)
E’ una esplicita indicazione che implica la giustizia divina che nulla lascia di impunito. La verità sui comportamenti e sulle scelte degli uomini prima o poi viene a galla. Il male non trionferà nonostante l’inadeguatezza, l’ignavia e il silenzio di molti “cattolici” e nonostante il terrore all’intorno.

Ger 20,10-13 / Sal 68(69) / Rm 5,12-15 / Mt 10,26-33

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