Seconda Domenica di Pasqua (Anno A)
Quando Gesù apparve agli apostoli non disse
buongiorno o buonasera, ma “pace a voi” e lo ripete ben due volte.Sappiamo bene che la sua pace non è come
quella che immaginiamo noi: tranquillità, assenza di conflitti, di litigiosità.
E’ la pace che nasce dentro l’animo dell’uomo perché Dio ha voglia di scaldare
la nostra esistenza riempiendola con la sua tenerezza. Come quella della madre
per il suo bambino. Come una madre carezza il suo bambino, così io vi consolerò
e vi cullerò sulle ginocchia, si legge nella Bibbia.Quale migliore espressione
per comprendere la profondità del suo Amore creativo che ha pensato ciascuno di
noi e l’ha pensato per sempre. Questo sentimento divino è la base della stessa
vocazione.E’ l’imprimatur di ogni vocazione
religiosa che non vuole ridursi allo stato tranquillo, ma alquanto sterile, del diventare funzionari del sacro. Gesù, infatti, aggiunge:
religiosa che non vuole ridursi allo stato tranquillo, ma alquanto sterile, del diventare funzionari del sacro. Gesù, infatti, aggiunge:
“…come il Padre ha mandato me, anche io mando
voi.” (dal Vangelo di Giovanni).
E’ qui che nasce la Chiesa missionaria perché
nasce dall’Amore Trinitario. E Gesù invia i suoi discepoli che chiama
“apostoli”, in greco, “inviati”.
Il testamento di Gesù si riassume in un
grande e solenne invio che rinnova ogni volta: qualcuno crede in Lui, anche
senza averlo visto e toccato, a differenza di Tommaso. Al quale,
successivamente, ben si addice quel versetto del Salmo che dice:
“…mia forza e mio canto è il Signore, egli è
stato la mia salvezza.”
Quante volte ci siamo trovati così oranti
anche noi, magari dopo un’adeguata confessione, ed uscire all’aperto, alzare
gli occhi al cielo, e sentirsi veramente in pace, pronti a ripartire con
maggiore entusiasmo. Come ci suggerisce questa domenica abbondante di doni: è
l’ottava di Pasqua, una volta domenica in Albis, adesso festa della Divina
Misericordia. Quanto basta per gioire come la prima comunità cristiana:
“…perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora
dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra
fede…torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù si manifesterà.” (dalla
Prima Lettera di Pietro)
Certo che siamo nell’afflizione, la proviamo
ben bene di fronte a questa pandemia che ci ha travolto, distruggendo il
tessuto sociale ed economico, oltre che producendo lutti e sofferenze a non
finire. Non mancano neppure le divisioni all’interno della Chiesa stessa che
proprio in questo frangente sembra abbia perso la vocazione missionaria
chiudendo i portoni delle chiese e sospendendo i Sacramenti e le Liturgie. Non
disperiamo, però, se ce l’hanno fatta i primi cristiani, ce la faremo anche noi
purché:
“…erano perseveranti nell’insegnamento degli
apostoli, nella comunione, nello spezzare del pane e nelle preghiere.” (dagli
Atti degli Apostoli)
Non disperiamo, però, perché possiamo contare
sull’aiuto della Vergine Maria. Lei la prima missionaria, lei che indirizzò i
primi passi evangelizzatori degli apostoli. A Saragozza, nel santuario della
Virgen de el Pilar si trova la statua della Madonna sopra una colonna perché da
lì, quale colonna della fede, rianimò i discepoli sfiduciati della penisola
iberica. Con la pace nel cuore, San Giacomo ritornò sui suoi passi e la storia
la conosciamo tutti.
Con la pace nel cuore, allora, anche noi
possiamo tornare a godere della presenza consolante di Gesù Risorto che dalle
nostre case, sostenuti fisicamente dalla sua Eucaristia, ci invia per le strade
del mondo ad annunciare la sua Risurrezione. Alleluia.
At
2,42-47 / Sal 117(118) / 1Pt 1,3-9 / Gv 20,19-31
digiemme