LA MAGNIFICENZA E LE DELIZIE

Santissima Trinità ( Anno C)
In questi giorni mi è capitato di riprendere in mano un libro che racconta la vita di Chiara Corbella, una giovane madre nata in cielo in giovane età lasciando il marito Enrico ed il figlio Francesco come testimoni della sua santità. In paradiso ha di sicuro ritrovato i suoi due piccoli figli che aveva accompagnato portandoli nel suo grembo fino alla nascita nonostante i due giovani coniugi sapessero che a causa delle loro malformazioni non sarebbero sopravvissuti che poche ore. E’ da leggere il modo con cui quei genitori hanno accettato nella loro storia il dono di quei figli. E’ quasi come l’ascoltare il Salmo quando si canta: “…voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza con la bocca di bambini e di lattanti.” (dal Salmo 8)

Sicuramente nei loro figli Chiara ed Enrico hanno conosciuto la “via nascosta” dei bambini che nascono in cielo. San Giovanni Paolo II ricordava che nell’abbraccio al bambino da parte del Cristo “c’è innanzitutto la tenerezza del Padre, che dall’eterno, nello Spirito Santo, lo ama e nel suo volto umano vede il “Figlio prediletto” in cui si compiace”. Questo significa che amare è sempre creare una capacità di risposta come hanno fatto mamma Chiara e papà Enrico. Una risposta che li ha spinti a pensare e testimoniare che se Dio ama i bambini, allora anche i bambini, anche quelli con pochi istanti di vita, possono rispondere e corrispondere a Dio. Così anche loro hanno corrisposto all’esistenza dei loro piccoli figli.
Sotto questa luce ci riesce più facile comprendere il versetto che segue: “…io ero con lui come artefice ed ero la sua delizia…ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo.” (dal Libro dei Proverbi)
Godiamo di queste delizie, a volte non riusciamo a capacitarcene perché troppo presi dalle angosce che aggrediscono la vita, ma se solo un poco riusciamo a liberarci da quei lacci la nostra preghiera potrà innalzarsi come quella di Efrem il Siro: “benedetto il buono che ha arricchito la nostra povertà e ha colmato la nostra indigenza. Benedetto colui che si è piegato a prendersi cura della nostra infermità. Benedetto colui che nella nostra lingua ha tradotto i suoi segreti.”
E l’Amore si è riversato su di noi. Mai riusciremo a comprendere il perché di questo dono. Forse, abbozzo, perché l’Amore che discende dalla Santissima Trinità non può che trovare una logica nella creatura voluta per sé stessa, a sua immagine e somiglianza. Per questo possiamo allora fare nostro quanto suggerisce San Paolo:“…per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo.” (lettera ai Romani)
Dissipare quella grazia sarebbe una dis-grazia, anzi è giunta l’ora di saper vantare il nostro credo, anche pubblicamente. Non abbiamo nulla di cui spiacerci, la vita in cui crediamo e per cui lottiamo è a nostro beneficio come lo è, per conseguenza, anche per tutta la società e l’umanità. Per fare questo abbiamo tutti gli strumenti:“…lo Spirito della Verità vi guiderà a tutta la verità perché non parlerà da sé stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.” (dal Vangelo di Giovanni)
Le cose future ci riguardano direttamente, riguardano la nostra vita, quello che sarà nell’eternità. Se non riusciamo a farcene una ragione perché la nostra fede è ancora tiepida abbiamo solo un’opzione a disposizione: lasciarci guidare dallo Spirito, riascoltando tutto quanto Gesù Cristo ci ha annunciato con il suo Vangelo. Stiamo certi che la magnificenza di Dio, le sue delizie, ce le ha offerte proprio con il dono del Figlio.

Pr 8,22 - 31/Sal.8/Rm 5,1-5 /Gv.16,12-15digiemme