Quarta Domenica di Pasqua(Anno C)
In questa seconda domenica di maggio viene laicamente festeggiata la
figura della mamma. Fiori, dolci, pensierini, spettacoli nelle scuole
primarie (o almeno, una volta si tenevano) per ogni mamma sono
ingredienti necessari per un bell’appuntamento che ogni volta ridisegna
la figura della madre. Non a caso cade nel mese di maggio, il mese per
eccellenza che la Chiesa dedica alla Madre di Dio e Madre nostra.
Speciale culla della Vita che porta alla salvezza di tutto il genere
umano. Ben si adatta, quindi, quel versetto degli Atti degli Apostoli:
“…io ti ho posto per essere luce delle genti perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra.”
In questo momento storico in cui le tenebre avvolgono anche la Chiesa, giusto la Madonna è, ancora, luce per tutti noi. La salvezza che ha portato, per nove mesi, è stata Gesù Cristo. La devozione che in tutto il mondo, in tutti i Santuari a Lei dedicati, le viene riservata è il pass per arrivare a Gesù, lo sappiamo bene.
Per questo anche oggi possiamo esultare con il Salmo:
“…Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a Lui con esultanza.”
E’ un invito rivolto anche a noi, un invito a scoprire un cristianesimo che è vita e saggezza in Cristo.
“E’ un ritorno al Padre in Cristo…E’ un ritorno alla sorgente di ogni significato e di ogni verità. E’ un ritorno alle sorgenti più profonde della vita e della gioia.” (Thomas Merton)
E’ un invito rivolto a molti, non tutti, ma: “…ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.” (dal Libro dell’Apocalisse)
E se ciascuno di noi, in forza del Battesimo decidesse di mettersi in gioco, ecco che allora quel “mettersi al servizio del Signore nella gioia” si diffonderà fino all’estremità della terra. Per gli amanti della montagna, vale l’espressione “fino all’ultima cima”. Però, San Bonaventura da Bagnoregio ci consiglia:
“Siccome a ottenere (la salita a Dio) nulla può la natura e poco la scienza, bisogna dare poco peso all’indagine e molto all’unzione spirituale; poco alla lingua e moltissimo alla gioia interiore; poco alle parole e ai libri e tutto al dono di Dio, cioè allo Spirito Santo.”
E’ una buona introduzione per comprendere al meglio il Vangelo di Giovanni di oggi:
“…Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.”
Solo coloro immersi nell’unzione spirituale dei Sacramenti in modo costante e continuativo possono e sono in grado di ascoltare la sua Voce. Una voce che li chiama, che li invita continuamente a seguirlo. Si capisce, allora, perché non tutti fanno parte del suo gregge. Si capisce, inoltre, perché nel seguire quella voce, i suoi seguaci sono mandati fino all’estremità della terra. Per annunciare che il Signore è sempre in ogni dove, per proporre la Sua vita eterna a coloro che vogliono accoglierlo, ascoltarlo ed amarlo. Lo Spirito Santo renderà indomiti gli araldi del cielo, loro sanno che non si perderanno in eterno, sanno che nessuno potrà più strapparli dalla verità che sta in quella mano di Dio che tutto governa. L’andare, allora, fino all’estremità della terra, come fino all’ultima cima potrà anche essere fatica e dolore, ma che sia proprio l’ultima o meno, nulla cambia se nel cuore vivi fin da adesso il Paradiso.
At 13,14.43-52 / Sal 99(100) / Ap 7,9.14b-17 / Gv 10,27-30
digiemme
“…io ti ho posto per essere luce delle genti perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra.”
In questo momento storico in cui le tenebre avvolgono anche la Chiesa, giusto la Madonna è, ancora, luce per tutti noi. La salvezza che ha portato, per nove mesi, è stata Gesù Cristo. La devozione che in tutto il mondo, in tutti i Santuari a Lei dedicati, le viene riservata è il pass per arrivare a Gesù, lo sappiamo bene.
Per questo anche oggi possiamo esultare con il Salmo:
“…Acclamate il Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a Lui con esultanza.”
E’ un invito rivolto anche a noi, un invito a scoprire un cristianesimo che è vita e saggezza in Cristo.
“E’ un ritorno al Padre in Cristo…E’ un ritorno alla sorgente di ogni significato e di ogni verità. E’ un ritorno alle sorgenti più profonde della vita e della gioia.” (Thomas Merton)
E’ un invito rivolto a molti, non tutti, ma: “…ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.” (dal Libro dell’Apocalisse)
E se ciascuno di noi, in forza del Battesimo decidesse di mettersi in gioco, ecco che allora quel “mettersi al servizio del Signore nella gioia” si diffonderà fino all’estremità della terra. Per gli amanti della montagna, vale l’espressione “fino all’ultima cima”. Però, San Bonaventura da Bagnoregio ci consiglia:
“Siccome a ottenere (la salita a Dio) nulla può la natura e poco la scienza, bisogna dare poco peso all’indagine e molto all’unzione spirituale; poco alla lingua e moltissimo alla gioia interiore; poco alle parole e ai libri e tutto al dono di Dio, cioè allo Spirito Santo.”
E’ una buona introduzione per comprendere al meglio il Vangelo di Giovanni di oggi:
“…Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.”
Solo coloro immersi nell’unzione spirituale dei Sacramenti in modo costante e continuativo possono e sono in grado di ascoltare la sua Voce. Una voce che li chiama, che li invita continuamente a seguirlo. Si capisce, allora, perché non tutti fanno parte del suo gregge. Si capisce, inoltre, perché nel seguire quella voce, i suoi seguaci sono mandati fino all’estremità della terra. Per annunciare che il Signore è sempre in ogni dove, per proporre la Sua vita eterna a coloro che vogliono accoglierlo, ascoltarlo ed amarlo. Lo Spirito Santo renderà indomiti gli araldi del cielo, loro sanno che non si perderanno in eterno, sanno che nessuno potrà più strapparli dalla verità che sta in quella mano di Dio che tutto governa. L’andare, allora, fino all’estremità della terra, come fino all’ultima cima potrà anche essere fatica e dolore, ma che sia proprio l’ultima o meno, nulla cambia se nel cuore vivi fin da adesso il Paradiso.
At 13,14.43-52 / Sal 99(100) / Ap 7,9.14b-17 / Gv 10,27-30
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