XVIII Domenica T.O.( Anno B)
Quando
s’incontra qualcuno o qualcosa che ti colpisce si è pronti a qualsiasi cosa pur
di poter capire il vero motivo di quell’attrazione. E’ ciò che succede a coloro
che incontrano Gesù sulla loro strada, accadeva ai tempi della prima missione
in terra ebraica, si ripete oggi nelle vicende di ciascuno. Ogni occasione è
buona per cercare, per anticipare, per trovarsi là dove riteniamo si possa concretamente
sentire una presenza. E’ il processo che riporta ogni qual volta alla Messa,
all’apice dell’incontro. O ci si crede veramente, oppure è tutto solo
sentimentalismo, quando va bene, autoreferenzialismo quando ci si mette al
centro della scena.“…ho
inteso la mormorazione degli israeliti. Parla loro così: “al tramonto mangerete
carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore,
vostro Dio”…” (dal Libro dell’Esodo).
Ora
che le cose sono in chiaro, vediamo se la ricerca ha ancora senso. Spesso la
buona volontà non manca, ma le abitudini, il fascino delle cose del mondo, i
desideri della carne, le cattive compagnie, ci sviano dai buoni propositi, dal
voler intraprendere con decisione il cammino dei tre sentieri. Il primo è quello
che ci indica San Paolo nella sua Lettera agli Efesini: “fratelli,
vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i
loro vani pensieri”. Cioè,
iniziamo a camminare sul sentiero della pulizia interiore. Basta gelosie,
invidie, impudicizie, egoismi. Liberiamoci da questi fardelli e cominceremo ad
assomigliare sempre più a quei discepoli disposti a dare anche la vita per
stare dietro al loro Maestro. Già lo stile di vita s’impronterà, quindi, sulla
sua Parola, non saranno più giustificati silenzi e rifiuti, ogni uomo, ogni
donna, ogni persona, indipendentemente dall’età, dalla condizione sociale, avrà
diritto ad essere guardata negli occhi e riconosciuta come altro da me e nello
stesso tempo parte di me. Non potremo che testimoniarlo perché sarà entrato nel
nostro modo di essere, e… “ciò
che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato non lo
terremo nascosto ai nostri figli.” (dal Salmo).
E’
questo l’inizio del secondo sentiero. Porta alla responsabilità nei confronti
di chi ci sta intorno, di chi vive con noi la fede in un solo Dio, che ci è
Padre in forza del suo Figlio che ci ha mandato incontro per la via del terzo
sentiero: “Lo
trovarono di là dal mare e gli dissero: “Rabbì, quando sei venuto qua?”. Gesù rispose
loro: “In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto
dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da
fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna
e che il Figlio dell’uomo vi darà.” (dal Vangelo di Giovanni). In
verità, alla fin fine, noi lo cerchiamo perché ci dà la
forza di continuare a vivere nonostante tutto, i nostri limiti, le cattiverie
del mondo, il male, il dolore, la morte che ci sovrastano giorno per giorno. E’
una forza che non sappiamo ben comprendere, ma a quella ci aggrappiamo, eppure
non basta. Infatti, ce lo dice Lui stesso, non è sufficiente per durare,
occorre imboccare il terzo sentiero, quello che porta all’incontro decisivo per
la vita eterna.
Quando
imbocchiamo l’ostia della salvezza, quando beviamo al calice del sacrificio, è
allora che possiamo dire di aver terminato la ricerca.
Lo
abbiamo trovato in questo cibo, oggi, ma in verità, in verità, mettiamoci bene
in testa che è solo e grazie all’opera di Dio, del Padre, “perché crediamo in
colui che egli ha mandato”.
Es 16,2-4.12-15 / Sal 77(78) / Ef 4,17.20-24 / Gv
6,24-35
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