11 marzo 2017

IN ASCESA



Seconda Domenica di Quaresima (Anno A) 
Quando si guarda il monte della nostra giornata, ci domandiamo: ce la farò? Sai bene che la preparazione non è un gran che, non si può contare su seggiovie o altre diavolerie del genere, c’è da sperare che il tempo non cambi.
Eppure se quella metafora la trasmettiamo sulla quotidianità della nostra vita, ci rendiamo conto che è proprio lo specchio del nostro andare, stare, tornare. Se, però, iniziamo con serietà ad ascoltare la Parola, scopriamo quelle certezze che: “…in te si diranno beate tutte le famiglie della terra” (Genesi).
Scopriamo, cioè, la capacità di rispondere con la fede alla chiamata e all’ordine di partire (vivere) sulla fiducia. Il bello è che questa possibilità è per tutti, e può avvenire in seno alla famiglia, come nella comunità e pure nella propria patria (popoli). Per ciascuno in base ai compiti che il buon Dio ha assegnato loro.
Scopriamo, di seguito, il modo con cui ci prepara il Signore: “…scruta tutti gli abitanti della terra, Lui che di ognuno ha plasmato il cuore e ne comprende tutte le opere.” (Salmo)

Il Salmo ci dice che il Signore è il nostro creatore, conosce i nostri segreti, il nostro più intimo sentire perché Lui ci ha plasmato. Quali carezze, quale dolcezza, per ciascuno di noi, che ci spingono alle opere della nostra vita, perché sono da Lui comprese e pensate per noi in base alle nostre capacità.
Ed infatti, lo leggiamo, se lo facciamo con attenzione, nella seconda lettera che San Paolo ha scritto a Timoteo: “…Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia.” (2Tm).
La sua grazia ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità…fin dalla creazione, anche e soprattutto la nostra, per il definitivo approdo che solo con la rivelazione di Cristo Gesù possiamo intravedere, comprendere, accogliere oppure rifiutare.
E questa rivelazione passa anche attraverso la “Trasfigurazione” nel cui Mistero s’intravede la maestà e l’onnipotenza del Creatore nella storia degli uomini.
“…Signore è bello per noi essere qui…Questi è il Figlio mio, l’Amato, in Lui ho riposto il mio compiacimento. Ascoltatelo! All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore…Alzatevi e non temete.” (Vangelo)
Così quando arriviamo sul monte della nostra giornata, ci sembra semplicemente logico, come fa Pietro, dire “…Signore è bello per noi essere qui, se vuoi faremo qui tre capanne, una per Te, una per Mosè, una per Elia…”
E’ bello per noi essere qui, perché Gesù ci chiama per nome, così come chiama Pietro, Giacomo e Giovanni, così chiama…Michele, Lucia, Mauro.
Bisogna pensarci, ogni volta Lui ci porta in alto, a grandi vette e si trasforma: guardate l’ostensorio se non vuole esprimere quella luce che brilla come il sole e come ci inginocchiamo piegando il capo, come se volessimo lasciarci coprire, come se volessimo sentire meglio la voce del cuore che può così sentire “Ascoltatelo!”, cioè state in confidenza con la sua Parola, seguitene gli insegnamenti, imitatene i comportamenti, amate come Lui ama.
Sono inviti, comandi che tramortiscono ed infatti…”caddero con la faccia a terra e furono presi da gran timore…” e così succede anche a noi quando guardiamo alla trasfigurazione eucaristica, quando ricevendo il suo Corpo, Gesù ci tocca e ci dice “…alzatevi e non temete”.
Ma il primo tocco, l’abbraccio che inizia la trasformazione è nel Sacramento della Confessione da cui scaturisce la forza per riprendere l’ascesa, arrivare alla cima della giornata e scendere dal monte, tornare fra la gente,…e noi, che siamo i “tre privilegiati” di oggi, possiamo raccontarlo a tutti, possiamo dire a tutti che siamo cambiati, siamo stati “trasfigurati”.

digiemme

Gen 12,1-4a / Sal 32(33) / 2Tm 1,8b-10 / Mt 17,1-9