Oggi
al centro della Parola e al centro della Chiesa c'è la famiglia. Lo è nelle
"letture domenicali", lo è in Vaticano con l'apertura della XIV
Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema "La vocazione
e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo" .
Speriamo
e preghiamo che il titolo così altisonante sia sincero, che non sia, cioè, una
riedizione dell'antilingua in salsa cattolica.
Per
evitare maldipancia a priori, lasciamo che i lavori di confronto dell'elite della Chiesa
si svolgano e si concludano sotto la guida dello Spirito Santo.
Poi
ne riparleremo, per adesso consoliamoci con la Parola che ci ricorda (Genesi
1,27) come "...in principio..." ci sono l'uomo e la donna, il
marito e la moglie e come i due saranno così una carne sola.
E'
da questa carne, nell'intimità della casa (Salmo 127), che i due procreano i
figli così che l'uomo e la donna siano padre e madre e possano crescere i
figli. Insegnare loro ad essere fratelli e figli in Dio Padre, creatore in
forza del Figlio Gesù Cristo che con l'incarnazione, la passione, la morte, la
resurrezione ricapitola tutto in Lui, Sommo Bene, e per mezzo dello Spirito
Santo perpetua nel tempo e per tutti la Grazia della Fede che ciascuno poi deve
vivere nell'annuncio per la salvezza dei lontani, dei peccatori, degli ultimi.
Dunque,
l'uomo non divida (Marco 10,6-9) il marito e la moglie che sono sposati
nel Suo progetto.
Dunque,
l'uomo non rifiuti i più piccoli perché essi, dice il Signore, sono miei e il
mio dono è fatto per essere ridonato, mai rifiutato. Il rifiuto porta alla
disobbedienza, porta al peccato, porta alla superbia, porta a farsi dio per
fare a meno di Dio. Ecco perché si pensa di poter esautorare i suoi comandamenti
- ...non fornicare, non commettere adulterio, non uccidere... - e i suoi
Sacramenti.
Se
si rende "nullo" il Sacramento del Matrimonio, secondo le ultime
disposizioni in materia, già etichettato "il divorzio breve
cattolico", non si capisce perché, a ruota, anche tutti gli altri non
debbano soggiacere ai desiderata più o meno di moda e/o di comodità del mondo.
Ritorniamo,
siamo ancora in tempo, alla famiglia, quella ad "immagine" di Dio,
guai a deturparla. Non è in noi la possibilità di modificarla, allungarla,
alleggerirla, abolirla, perché ogni tentativo di questo "genere" non
potrà produrre altro che la dissoluzione dell'umanità. In realtà, già da tempo
se ne intravedono i primi sintomi.
Solo
l'ascolto della Parola nella preghiera (e la sua osservanza) potrà essere il
vero antidoto per fermare la deriva.
digiemme.